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Voli cancellati per il coronavirus? Siano rimborsati, molte persone hanno bisogno di quei soldi

Di Redazione |

Voli cancellati, vacanze annullate e milioni di passeggeri rimasti con l’amaro in bocca, senza neanche la magra consolazione di vedere i propri soldi restituiti. D’altro canto però le compagnie aeree lamentano perdite fino a un milione di euro al giorno.

Darren McCaffrey di Euronews ha intervistato la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager.

  Cosa pensa dell’iniziativa di 12 Stati di chiedere di cambiare la direttiva europea riguardo l’obbligo di rimborso dei biglietti dei voli cancellati? I vaucher sono un’alternativa valida?

“La proposta dei vaucher va bene – premette Vestager – ma non dobbiamo dimenticare che ci sono molti passeggeri che hanno davvero bisogno dei loro soldi indietro. Ci sono persone che in questo periodo hanno perso il lavoro, altre che non hanno uno stipendio alto ed hanno bisogno di tutte le loro risorse per pagare spese essenziali per le medicine e l’affitto. Ovvio che qualcuno privilegiato come me, con un salario alto, non ha problemi ad accettare un buono. Ma questa è una soluzione che non va bene per tutti”.

Se i soldi dei biglietti dei voli cancellati non vengono restituiti e poi le tasse dei contribuenti vanno in parte ai salvataggi di stato a favore delle compagnie aeree; vuol dire sostanzialmente pagare due volte per gli aiuti a compagnie come KLM, Lufthansa o Brussels Airlines?

“Sì, è proprio così, ma non dimentichiamo il momento drammatico che stanno vivendo le compagnie aeree che hanno costi fissi altissimi e zero entrate. Certo dall’altro lato ci sono i diritti dei cittadini europei che hanno le loro ragioni. Trovare un compromesso non è una cosa semplice.”

 Il futuro incerto non permette di programmare le vacanze estive. La gente non sa cosa fare e secondo molti delusi l’Unione europea non è in grado di dare delle risposte in tempi rapidi.

“Penso che non sia ancora giunto il momento di giudicare il nostro operato, perché siamo solo all’inizio della crisi. Capisco molto bene la frustrazione e la rabbia dei cittadini. Ma abbiamo fatto dei passi in avanti molto importanti, basti vedere gli sforzi di la Banca centrale europea e della Banca europea per gli investimenti. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno convenuto sul rendere più flessibili i fondi strutturali. Stiamo migliorando ma, lo so, non ci siamo ancora.”

Non sembra particolarmente preoccupata sulla tenuta dell’Unione europea per il futuro.

“Per una ragione molto semplice – conclude Vestager – da questa crisi se ne può uscire solo insieme. perché non c’è azienda che non abbia un fornitore in un’altro Stato membro e un cliente i un altro ancora; è evidente che le soluzioni vadano trovate insieme. È anche evidente che se vogliamo progredire in campo ambientale e digitale dobbiamo unire le forze. Se ognuno decidesse di andare per sé, ci rimetteremmo tutti .”COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA