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Aragona: niente 104 per lei, costretta a fare la pendolare per assistere il figlio

Di Alan David Scifo |

Aragona. C’è anche Antonella Zammito, la mamma insegnante di Aragona, costretta a lavorare lontano dal proprio figlio disabile, Andrea, tra le sostenitrici della petizione online in cui si chiedono delle variazioni al Testo Unico per il pubblico impiego, testo adesso in discussione alla Camera.

Il testo infatti, nonostante le richieste di questi anni, non si occupa delle conciliazioni dei tempi di vita e di lavoro dei genitori di disabili gravi, come nel caso dell’insegnante di Aragona, costretta a viaggiare fino a Catania per insegnare: «Chiediamo ai parlamentari che sia emendato l’articolo 7 del Testo Unico (d.lgs. 165/2001) e aggiunto il comma 3-bis – si legge nella petizione – “A tutela e sostegno della genitorialità, al personale di ruolo dipendente dalle pubbliche amministrazioni con figli disabili in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/1992, è riconosciuto come criterio di priorità l’assegnazione della sede di servizio nel comune di residenza del figlio, in soprannumero o in posizione di comando. Oppure, – continua il testo – una soluzione che impedisca il disgiungimento familiare nel caso di figli disabili, analogamente a quanto previsto per il personale coniuge di militare o di categoria equiparata».

La petizione ha già ottenuto più di duemila firme in pochi giorni dalla sua stesura, molte delle quali arrivano proprio dalla cittadina aragonese, dove la richiesta di firma alla petizione si è diffusa grazie al tam tam su Whatsapp.

A stilare il testo della petizione, appoggiata da altre madri che si trovano nella stessa situazione è stata proprio Antonella Zammito, il cui figlio, Andrea di 18 anni, è affetto da una malattia neurodegenerativa, la NBIA pank2, che provoca accumulo di ferro nel cervello. Più volte la donna ha rivendicato il diritto ad una destinazione vicina al proprio paese, o quanto più prossima, stigmatizzando il fatto proprio negli anni in cui sono venuti fuori gli scandali delle false “104”, ma le sue richieste sono state accolte in parte e lei continua a dover fare i conti con una dura le realtà che la costringe a stare lontana diversi chilometri dal proprio figlio. La petizione si può sottoscrivere sul sito www.fare.progressi.org/petitions/non-possiamo-lasciarli-soli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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