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G7, scatta la zona rossa nel centro storico: ora Taormina è «off limits»

Di Luigi Ronsisvalle |

Giù, a Recanati e a Giardini, la sensazione della militarizzazione è marcata: strade presidiate, porto “off limits” perché divenuto base militare per le imbarcazioni di capitaneria di porto, guardia di finanzia e vigili del fuoco. Sebbene lontana dalla «zona rossa» di Taormina, è questa la zona che, pur non vietata ai civili, è ritenuta a più alto rischio di incidenti. La scelta del governo è stata quella di allontanare quanto più possibile da Taormina le già annunciate manifestazioni di protesta dei gruppi antagonisti. E dunque Giardini, suo malgrado, è divenuta un obiettivo sensibile.

Ma lo spiegamento di forze visibile a Giardini è ben poca cosa rispetto a quello che è già operativo a Taormina (complessivamente oltre 9 mila uomini e domme tra militari, agenti di polizia, carabinieri e finanzieri) e che, dall’una di questa notte, farà scattare la «zona rossa». All’uscita dai caselli autostradali, il primo posto di blocco con carabinieri, polizia e camionetta militare posteggiata a cavallo delle due corsie fa già capire che l’elasticità della sicurezza vista sulla riviera qui sarà sostituita da un rigore che non ammetterà eccezioni. Il piazzale del parcheggio Lumbi, riservato alle forze dell’ordine, è stato trasformato in un centro operativo e di smistamento.

Ai lati delle due storiche porte di ingresso al borgo vecchio di Taormina, porta Catania e porta Messina, sono già pronti sotto i gazebo i metal detector e gli scanner. Saranno controllati i pass, i bagagli e tutti coloro i quali avranno accesso alla ZMS (zona di massima sicurezza).  Il presidio è composto da militari dell’Esercito armati, dai carabinieri e dalla polizia.

Su corso Umberto, la strada centrale che da oggi sarà riservata solo ai residenti, ai commercianti e ai componenti delle delegazioni accreditati ai lavori, i turisti passeggiano in un’atmosfera abbastanza strana. Qualcuno già porta al collo il pass. Tra la folla anche molti agenti in borghese che, con aria distratta, si avvicinano con discrezione a chi viene ritenuto sospetto. Basta uno zaino e fermarsi qualche attimo per attirare l’attenzione.

Tutte le stradine e le scalinate che sbucano sul corso sono per ora presidiate, ma poi saranno bloccate, da gruppi di tre uomini in divisa dotati di radio ricetrasmittenti: due militari in mimetica e un carabiniere, o un poliziotto o un finanziere.

I turisti guardano incuriositi, qualcuno chiede di fare una foto o di scattare un selfie per ricordo. I militari si prestano volentieri: in fondo garantire la sicurezza non vuol dire essere scortesi. Anche se da domani è possibile che il rigore non permetterà nemmeno questi siparietti.

Davanti a vicolo Stretto, una scaletta dove passa una sola persona per volta (come fa capire lo stesso nome della stradina che ricorda molto le vie del Monopoli), i militari, anzichè l’uno a fianco all’altro, sono costretti a mettersi in fila l’uno dietro l’altro.

 

In questo pomeriggio che accompagna il calare del sole con un leggero vento che comincia a rinfrescare l’aria, i tavolini del Mocambo e del Wunderbar sono occupati dai turisti che prendono il gelato o il the. Il consumato pianista da piano bar suona «Let it be» e le note raggiungono la piazza, facendo felici un gruppo di ragazze inglesi che cantano il capolavoro dei Beatles.

Non è ancora sera ma i ristoranti cominciano a riempirsi. I clienti passano tra i militari sorridendo e anche un po’ imbarazzati.

Sorridono meno i taorminesi. Non sono pochi quelli che si fermano ai posti di blocco per chiedere informazioni. Cercano di organizzarsi visto che da domani in poi muoversi sarà un vero problema.

La prendono con filosofia i commercianti. Qualcuno prova a cavalcare l’onda del G7 sperando magari che tra le migliaia di delegati ospiti qualcuno abbia voglia di comprare un ricordo da portare a casa. In molti, nelle vetrine, hanno messo qualcosa che richiami il G7, dal semplice «welcom mister President» con la foto di Trump, al mix di foto dei sette grandi.

C’è abbastanza gente in giro, nonostante tutto, bar e ristoranti pare non risentano della situazione particolare ma non c’è il turismo locale. E questo fa storcere il naso agli esercenti più piccoli. «Il G7? Non me ne parli. Ha visto? Il mio bar è vuoto e non mi pare che i negozi siano strapieni. Questa settimana ci toccherà soffrire. Speriamo almeno di vedere i frutti di tutto questo più avanti».

Nei pressi di piazza Duomo alcuni operai, già col pass al collo, sono ancora intenti a passare dei cavi all’altezza dei balconi dei primi piani. Alzando gli occhi è possibile vedere le telecamere di sicurezza. Ne sono state piazzate davvero tante. Praticamente dentro la «zona rossa» tutto sarà visibile dall’alto.

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