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«”Infedeli” lontani dalla Vara» A Messina monta la polemica

Di Alessandra Serio |

MESSINA – Fa discutere anche in riva allo Stretto la presenza dei pregiudicati in prima fila alle principali processioni religiose. A pochi giorni dalla festa di metà agosto con la tradizionale processione della monumentale Vara, a Messina infuria la polemica dopo il richiamo di Don Terenzio Pastore, presidente cittadino di Addiopizzo. «Siamo stupiti che quest’anno ancora una volta non ci sia stata trasparenza da parte del Comune relativamente alla composizione del Comitato d’organizzazione della manifestazione religiosa più importante della città e la presenza di alcune persone non ci fa ben sperare».

Le parole di Don Terenzio sono arrivate dopo la conferenza stampa con la quale l’amministrazione ha presentato gli eventi promossi in occasione della Vara. Accanto all’assessore alla cultura Ursino e al sindaco Accorinti c’era, insieme ai rappresentanti del Comitato, uno dei componenti della famiglia Molonia, ossia di uno degli ex organizzatori allontanati dopo i “fattacci” del 2012. In occasione della processione di quell’anno, infatti, alcuni giovani di Addiopizzo che stavano distribuendo volantini con la scritta “Maria libera Messina dal pizzo e dalla mafia”, lungo il percorso della processione furono aggrediti da due animatori del Comitato Vara, Franco Molonia e Franco Celona, successivamente condannati per violenza privata, danneggiamento e ingiurie. Nel corso della processione del 2013 il sindaco Accorinti indossò la maglietta “Addiopizzo”. E quest’anno ha dichiarato – a polemica ormai montata anche per la questione morale sollevatata dalla consigliera comunale Ivana Risitano per la “sponsorizzazione” della festa da parte di un gruppo imprenditoriale – che effettivamente la presenza di Molonia in conferenza stampa ha rappresentato «un fatto grave».

Il richiamo fa il paio con quello dell’ex prefetto Stefano Scammacca, che aveva invitato il primo cittadino a vigilare. Va pure detto che alcuni componenti del comitato sono stati raggiunti dai provvedimenti della magistratura e che gli investigatori dell’Antimafia hanno monitorato la presenza, anche in anni recenti, di pregiudicati di lungo corso tra i tiratori, in mezzo alle autorità, in prima fila. «Nonostante quanto accaduto in passato, quest’anno alla conferenza stampa di presentazione dell’evento c’erano persone della famiglia Molonia e questo ci fa presupporre che ancora facciano parte dell’organizzazione – prosegue Don Terenzio -. Il Comune 3 anni fa aveva promesso che persone con precedenti penali non avrebbero avuto nessun ruolo e che comunque ci sarebbe stata trasparenza nelle nomine, ma così non è stato. Come presidente di Addiopizzo e come sacerdote ritengo che questa festa debba essere gestita nella massima linearità. Spero che l’amministrazione faccia chiarezza».

Non è il primo caso eclatante in provincia di Messina. Lo scorso anno i carabinieri della Compagnia di Barcellona intervennero sull’organizzazione della processione della Madonna a Mazzarrà Sant’Andrea, Comune già sciolto per mafia, quando si ventilò l’ipotesi che il tradizionale percorso del corteo era stato deviato per consentire il passaggio sotto casa di un boss ai domiciliari.

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