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Omicidio Zappalà, definitiva la condanna per lo psicologo Mario Privitera

Di Orazio Provini |

CATANIA – Rigettato dai giudici della prima sezione penale di Cassazione, presidente Adriano Iasillo, il ricorso sulla sentenza di condanna a 21 anni di reclusione per omicidio volontario, del medico psicologo Michele Privitera, ex dipendente dell’Asp di Acireale.

L’uomo venne condannato per l’uccisione del 23enne acese Salvo Marco Zappalà, avvenuto il 2 gennaio del 2008 nelle campagne di Paternò. L’udienza, cominciata alle 10,15 è durata un’ora. L’accusa aveva chiesto alla Corte il respingimento del ricorso per inammissibilità; nel corso dell’udienza erano intervenute cinque delle parti civili presenti, rappresentate dagli avvocati Francesco Siracusano, Giuseppe Lo Faro, Enzo Mellia, Grazia D’Urso e Micaela Menzella. L’annullamento della sentenza di condanna era stata invece chiesta dai difensori dell’imputato, avvocati Enrico Trantino e Cesare Placanica (quest’ultimo del Foro di Roma).

Zappalà venne ucciso da un colpo di fucile alla tempia. La prima sentenza di condanna per il dottor Privitera fu emessa dalla Corte d’Assise di Catania il 27 ottobre 2014, sentenza poi confermata in appello dai giudici di secondo grado il 18 settembre del 2018. Privitera, subito dopo i fatti riferì ai carabinieri che il ragazzo durante una battuta di caccia gli aveva strappato il fucile dalle mani e si era sparato un colpo alla testa. Qualche giorno dopo, però, modificò quella versione affermando di avere invece affidato l’arma al giovane, di essersi allontanato per qualche minuto e di avere sentito poco dopo l’esplosione d’un colpo, trovando il giovane 23enne privo di vita, a terra, con il fucile accanto e l’estremità della canna stretta tra le dita della mano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA