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Corea del Nord: ecco Kim Yo Jong, la candidata a diventare il primo dittatore donna

Di Redazione |

Si infittisce il mistero sulle condizioni di salute di Kim Jong Un, che il 12 aprile sarebbe stato sottoposto ad un intervento dopo una crisi cardiaca, secondo quanto rivelato da un sito sudcoreano tre giorni fa, mentre la Cnn, citando una fonte dell’intelligence americana, parlava di “condizioni critiche”. Il sinologo Francesco Sisci sostiene che il leader nordcoreano potrebbe essere già morto, nelle stesse ore in cui la Corea del Sud fa sapere di aver rilevato “un aumento insolito” delle attività militari al nord.

Intanto il presidente americano Donald Trump, dopo aver augurato nei giorni scorsi a Kim di “stare bene”, ieri sera, parlando delle condizioni di salute del leader nordcoreano, aveva detto: “Penso che la notizia non sia corretta. Ho sentito che hanno usato vecchi documenti. Spero sia una notizia sbagliata”. Poi però aveva alzato i toni dopo aver declinato una domanda di un giornalista della Cnn che chiedeva se avesse avuto contatti con Kim. “La Cnn è fake news. Non parlate con me”.

Il mistero sulle condizioni del leader nordcoreano rilancia le voci sulla successione: chi guiderà il Paese se non sarà più in condizione di farlo o nel caso della sua morte?. Nulla si sa dei figli di Kim, se non che sarebbero comunque troppo giovani per un simile incarico, per cui, tra le ipotesi formulate si affaccia quella di una reggenza, all’interno della quale potrebbe svolgere un ruolo la fedelissima sorella minore Kim Yo Jong, cui nel corso degli anni è stato dato uno spazio sempre più importante al fianco di Kim, e pochi altri.

Dalla sua fondazione nel 1948 a ogni trasferimento di potere in Corea del nord lungo la linea di successione dinastica si è posto il problema di un possibile vuoto di potere, di un cambiamento ai vertici e delle sue possibili conseguenze. Kim, 36 anni, è succeduto al padre Kim Jong Il dopo la sua morte nel 2011 per un attacco cardiaco, e anche lui come suo padre è rimasto saldamente in sella esercitando il potere con il pugno di ferro.

Tra le persone più vicine al presidente quella più visibile è la sorella minore, anche perché la sua presenza è andata crescendo e non sembra essere stata messa in discussione più di tanto – se non con un temporaneo allontanamento dopo il fallimento del vertice di Hanoi dello scorso anno – come è invece accaduto, in modo più o meno chiaro, ad altri esponenti di spicco del regime, tra i quali lo zio di Kim.

Nel 2018 ha rappresentato Kim alle Olimpiadi invernali a Pyeonchang, in Corea del sud e il mese scorso ha criticato pubblicamente Seul per la sua reazione negativa e di rincrescimento di fronte ad un’esercitazione militare condotta nel Nord – “Siamo noi che dobbiamo esprimere rincrescimento per un modo così incoerente ed imbecille di pensare”, aveva detto alludendo alla presidenza sudcoreana – e a marzo ha lodato il presidente americano per aver inviato al fratello una lettera in cui si auspicava il mantenimento di buone relazioni tra i due Paesi e si offrivano aiuti per contrastare la diffusione del Coronavirus. Per gli analisti citati dal Guardian, un chiaro segnale del fatto che Kim sta autorizzando la sorella – con la quale ha condiviso molto, a partire dagli studi in Svizzera – a “diventare il suo alter ego”. Ufficialmente è vicedirettore del Comitato centrale del Partito unico e dietro le quinte capo dello staff del presidente. E’ uno dei membri a rotazione del potente Politburo del Comitato centrale del partito dei lavoratori.

Come altri funzionari della Corea del Nord, è stata inserita nella lista nera dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nel 2017 per “gravi violazioni dei diritti umani”. Yo Jong ha la reputazione di spingere in modo aggressivo la propaganda della Corea del Nord ed è stato tra i funzionari che hanno lavorato per attuare “rigide politiche di censura e nascondere il suo comportamento disumano e opprimente”, ha detto il dipartimento all’epoca.

Yo Jong potrebbe dover lottare con il suo altro fratello, Kim Jong Chol per il potere, anche se pare difficile visto che, pur essendo maggiore di Kim Jong Un è già stato messo da parte.

Assieme alla 31enne Kim altre figure che sono state messe avanti sulla scena internazionale sono quella di Choe Ryong Hae, nominato alla carica simbolica di presidente del presidium della suprema assemblea del popolo, di fatto il capo dello Stato. Ha servito per decenni la dinastia Kim all’interno del partito rivestendo tra l’altro l’influente ruolo di capo politico della struttura militare. Assieme a Pak Pong Ju, membro del Politburo ed ex premier che ha supervisionato l’adozione di misure di rilancio dell’economia potrebbe svolgere un ruolo di primo piano ai vertici di un’eventuale leadership collegiale, se se ne presentasse la necessità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA