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«”Resto al Sud”, il bando è ancora inaccessibile»

Di Flavio Guzzone |

Enna – «Nella sola provincia di Enna quasi il 40% delle attività commerciali e artigiane non riescono a pagare né contributi né dipendenti. Il 4 settembre è partito il nuovo contratto di ricollocazione che prevede un bonus agli enti che aiuteranno i disoccupati, dai 18 ai 67 anni, a trovare un lavoro. Ci chiediamo in che modo sarà attuato l’inserimento lavorativo dei disoccupati se le imprese siciliane sono in crisi. Se non si investe sulle medie e piccole imprese e si riparte un pochino di economia non sarà possibile creare occupazione. A dichiararlo Salvatore Puglisi, presidente provinciale Unimpresa, commentando il contratto di ricollocazione in Sicilia. “Ribadiamo che fino a quando lo Stato non investirà realmente sul paese, – prosegue il presidente – non potrà esserci nessuna ripresa. E in questo caso, mi riferisco al sisma bonus, una detrazione fiscale riconosciuta a tutti i proprietari di immobili, compresi i condomini, destinata a interventi di adeguamento sismico delle case. La normativa prevede che coloro i quali non possono portarsi in detrazione 96 mila euro in 5 anni, possono cedere il bonus a terzi. Il problema è che lo Stato non ha messo un euro in bilancio. Ancora una volta, un’opportunità che potrebbe fare ripartire il settore dell’edilizia si dimostra l’ennesimo bluff”.

«Qui, – denuncia Puglisi – si vuole accontentare il popolo siciliano e giocare con il suo futuro. E che dire dei bandi comunitari previsti per il 2014 che sono usciti solo dopo tre anni? Come associazione avremo voluto bandi attivati in tempo ma burocraticamente più snelli ed efficienti. È il caso del nuovo incentivo “Resto al Sud”, varato il 20 giugno 2017 con decreto legge n. 91, rivolto agli imprenditori under 35 del Mezzogiorno ma che è inaccessibile in attesa delle norme attuative». Intanto, cresce l’area di disagio sociale. «La disoccupazione giovanile – conclude Puglisi – sfiora nella sola provincia di Enna il 50% , mentre aumentano i cittadini che fanno i conti con l’assenza di posti di lavoro. Su una popolazione di 174 mila abitanti sono circa 3 mila gli indigenti. Secondo Unimpresa, siamo la provincia siciliana con il Pil più basso che si aggira intorno ai 100 milioni di euro».

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