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Epifania: Federalberghi, ‘tiene’ solo la montagnia, città d’arte al minimo

Di Redazione |

Roma, 5 gen. – In un periodo festivo scandito dalla variante omicron che ha provocato la quarta ondata dei contagi “era difficile potersi aspettare un boom di partenze tra gli italiani nel fine settimana dell’Epifania”: nonostante la possibilità di un ponte – il 6 gennaio cade di giovedì – “non vi sarà quel gran pienone che in altra occasione ci si sarebbe potuti aspettare”. E’ il commento di Federalberghi davanti a una situazione difficile in cui “qualcosa si muove, ma senza alcun record di presenze”. A salvare leggermente la stagione è solo la montagna che ‘resiste’ sino al 9 gennaio (con un tasso di occupazione mediamente del 60%) “ma per i periodi successivi ci sono pochissime prenotazioni e nssuna località annuncia il ‘tutto esaurito’ “, spiega l’associazione.

Quanto alle città d’arte “sono al minimo storico, mediamente sotto il 30%” con un “turismo straniero pressoché assente e i prezzi in calo” osserva Federalberghi, sottolineando come al mare e ai laghi, molte delle strutture che solitamente venivano tenute aperte per le festività, sono state chiuse dopo Capodanno o addirittura non hanno aperto per nulla. E in questo scenario Federalberghi ricorda che “molte strutture sono chiuse e molte torneranno a chiudere, anche in considerazione dell’aumento considerevole dei costi di gestione (in primis gas ed energia elettrica)”.

“La situazione è drammatica – afferma Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – Il comparto non vive solo delle festività natalizie, un periodo peraltro che, già di suo, non ha potuto offrire grandi performance. Gli imprenditori del ricettivo sono estremamente allarmati per lo scenario che si presenterà da metà gennaio in poi. Oppressi dalle difficoltà causate dalla pandemia e dalle ulteriori misure restrittive imposte dal Governo che fanno da deterrente agli arrivi del turismo straniero, fanno fatica a vedere la luce in fondo al tunnel, essendo l’Italia un paese il cui turismo produce normalmente il 13% del pil e vivendo per oltre il 50% di turismo proveniente dall’estero”. “La domanda dall’estero è ai minimi – prosegue Bocca – e la situazione si è aggravata in seguito all’impossibilità di accogliere in albergo coloro che sono stati vaccinati con un vaccino non riconosciuto dalla Ema. Inoltre, la totale assenza di prenotazioni per i prossimi mesi rende impossibile qualunque programmazione per le attività aziendali: così abbiamo il buio davanti a noi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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