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Pietro Bartolo, il medico dei migranti: «Il razzismo? È la reazione di chi è stato terrorizzato»

Di Pinella Leocata |

Pietro Bartolo, il medico che soccorre i migranti approdati a Lampedusa, il buon Samaritano del mare, è impegnato ad accudire i somali arrivati con il più recente sbarco. Ha poco tempo per le interviste, ma se l’argomento è il crescente razzismo, allora lo trova, e diventa un fiume in piena, perché contrastarlo, per lui, è un imperativo categorico, come salvare vite umane.

In Italia siamo costretti a registrare un rigurgito di xenofobia. Che succede? Stiamo diventando razzisti? E perché?

«Io dico che chi semina odio odio raccoglie. È stata fatta una campagna di rancore, di panico. La gente si è spaventata, ha paura e quindi reagisce nel modo sbagliato. Io non ce l’ho con la povera gente, con quelli che reagiscono in questo modo, che è sbagliato, ma ce l’ho con chi ha consentito tutto questo che è frutto di una campagna di terrore e di odio. Se alla gente ripeti, con un bombardamento continuo, che queste persone sono terroristi, che vengono a rubare il lavoro, che sono prostitute, ladri… È tutto basato su delle menzogne, e potremmo smentirle tutte, e la menzogna più grande è quella di dire che c’è un’invasione, un’invasione epocale. Un aggettivo usato per fare spaventare la gente, quanto, per una volta, i numeri – che io odio perché parliamo di persone – servono. L’altra notte abbiamo avuto uno sbarco di somali con bambini piccoli. Sono persone, non alieni, non mostri da ributtare a mare. Sono persone che cercano solo un poco di serenità. Una mamma con due bambini che si mette nel mare, nel buio, senza sapere dove arrivare… Ma stiamo scherzando? Ma di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di essere umani, eppure ce li hanno fatti vedere così, soprattutto alcuni pseudogiornalisti – li definisco così perché infangano la categoria dei giornalisti – e politici che non hanno fatto altro che seminare odio dicendoci tutte queste bugie. E la bugia più grande è quella di dire che c’è un’invasione epocale per fare spaventare la gente. Ma dov’è questa invasione? Dove l’hanno vista? Stiamo parlando di numeri ridicoli, eppure ci hanno fatto capire che c’è un’invasione, che ci stanno aggredendo, che ci stanno spodestando. Nel 2016, l’anno in cui c’è stato il massimo degli arrivi, sono arrivate 180mila persone. Ma facciamo ridere i polli! 180mila persone sulla popolazione italiana e se poi la rapportiamo a quella europea… Questo è un fenomeno, non un problema. Attenzione: è un fenomeno che deve essere affrontato non solo dall’Italia, ma da tutta l’Europa. Purtroppo noi abbiamo dato il fianco a chi ha fatto molto peggio di noi, perché noi abbiamo fatto grandi cose nel tempo. Siamo stati bravissimi nell’accoglienza, mentre nell’integrazione non siamo tanto bravi. Ma nell’accoglienza siamo stati campioni del mondo, fino a qualche tempo fa. Poi qualcuno ha pensato di andare a fare a botte con la Libia. Ha iniziato il governo precedente, per fermarli. Dicono che noi non abbiamo mai messo un muro in Italia. È vero: l’abbiamo messo in Libia. Peggio ancora. Perché in Libia sappiamo cosa succede, sappiamo che ci sono i campi di concentramento, non di calcio o centri di accoglienza di grande qualità, perché da noi arrivano persone che sono pelle e ossa e non credo che vengono dalla luna. Vengono dalla Libia e quindi sappiamo di cosa stiamo parlando».

Secondo lei in questa situazione come hanno inciso le scelte politiche del ministro dell’Interno Salvini?

«Per loro il problema principale è il fenomeno dell’immigrazione. Stanno enfatizzando la questione perché devono coprire la loro inefficienza, la loro incapacità. In pratica non stanno facendo nulla di quello che hanno detto perché non è possibile abrogare la legge Fornero, fare la flat tax, etc. Per coprire tutto questo stanno buttando fumo come se l’unico problema che ha l’Italia è l’immigrazione che, invece, forse è l’ultimo problema. I migranti fino ad adesso hanno portato benessere. Pensiamo che il presidente dell’Inps Boeri, che adesso stanno cacciando via, ha detto che i migranti che lavorano, e che nel 2016 hanno versato 8 miliardi di euro, hanno permesso all’Inps di pagare le pensioni ai nostri anziani. Io dico di più. È grazie a loro se ci sono ancora i punti nascita aperti, i figli li fanno solo loro e sotto i 500 parti l’anno, per legge, i punti nascita vanno chiusi. Grazie a loro molte scuole sono aperte, molti asili nido sono aperti, e molti ospedali sono aperti. Queste persone non sono un problema o un pericolo, ma una ricchezza. Per quanto mi riguarda credo che sia così. Portano la loro cultura, le loro tradizioni, le loro braccia e vengono da noi a fare i lavori più umili, dunque non vengono a rubare il lavoro a nessuno. Hanno fatto capire che vengono a rubare lavoro, ma quale lavoro diamo a loro? Il lavoro da schiavi, fanno i lavori più umili. I posti di lavoro non si perdono perché ci sono i migranti. E lo sappiamo. Hanno fatto fallire centinaia di migliaia di piccole e medie aziende, che sono la colonna vertebrale dell’economia italiana, grazie ad una politica idiota di pressione fiscale impressionate. Quelle più grandi sono state più furbe, sono andate all’estero. La delocalizzazione, come dicono. Ecco come si perdono i posti di lavoro e come siamo arrivati a 5 milioni di poveri. Non per i migranti. Non dicono che è stata fatta una politica idiota che ha costretto l’Italia a fallire».

Secondo lei come incidono le parole? Quanto pesano?

«Pesano tantissimo. La gente quando sente certe parole si spaventa. Poi c’è chi si permette di dire “tanti nemici tanto onore”. Mi sembra di ritornare a qualcosa di pregresso. La gente ha paura e ovviamente reagisce nel modo sbagliato. Gli italiani di fondo non sono razzisti, noi stiamo facendo di tutto perché lo diventino. E questo è qualcosa di molto brutto e di pericoloso».

Cosa si può fare per contrastare questo andazzo?

«Il popolo che non conosce bene i fatti si fa influenzare. Attenzione, non sono scemi, ma conoscono poco la situazione. Io me la prendo con chi sa discernere la verità, sa qual è la verità, e parliamo della gente di cultura, quelli che stanno nascosti e non reagiscono. Questo è molto grave. Non reagiscono, non prendono posizione e stanno dietro le quinte perché hanno paura perché c’è chi dice “chi non è con me è contro di me”. Io li critico più di quelli che stanno dall’altra parte».

Come facciamo a rimanere umani?

«Stiamo parlando di essere umani, di persone. Dobbiamo essere umani perché queste persone potremmo essere noi. Loro hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata, ma la parte sbagliata l’abbiamo fatta diventare noi sbagliata. Loro vivono in Paesi ricchissimi eppure sono le persone più povere del mondo grazie a noi, il resto del mondo, l’Europa, l’America, la Cina. Tutti abbiamo succhiato il sangue di quel continente provocando guerre e fame costringendoli alla fine ad andare via, a lasciare tutto quello che hanno per cercare un po’ di serenità dalle nostri parti. E poi non li vogliamo. Li consideriamo dei mostri, degli alieni. Ma non è così. Abbiamo l’obbligo, il dovere e la responsabilità di accoglierli anche perché approfittiamo, tra virgolette, di queste persone che vogliono lavorare, vogliono inserirsi, aiutarci. Arriveremo al punto che dovremo cercare il loro aiuto. Il nostro è un Paese molto vecchio. Continuando così tra vent’anni chi ci dovrebbe andare a lavorare? A raccogliere i pomodori, le cipolle, a pascolare le vacche? Queste cose non si fanno on line. Queste persone ci vogliono, ci servono. Bisogna sapere gestire il fenomeno e fare in modo che si possa vivere insieme tranquillamente. Queste persone vogliono solo un poco di serenità. Persone costrette a scappare. È successo anche a noi nel passato e potrebbe succedere ancora. Pensiamo alle famiglie intere e ai bambini che muoiono nel Mediterraneo. Ma che colpa hanno? Che cosa hanno fatto da dovere morire così? Non possiamo accettare tutto questo. L’Italia è un popolo di grande civiltà, basti pensare che il Mediterraneo è la culla della cultura e questo è dovuto agli incontri che nei millenni abbiamo avuto tra tutti i popoli che ci hanno fatto diventare grandi. E ora stiamo buttando all’aria tutto questo? Ma stiamo scherzando? Ma che importanza ha il colore? Bianco, rosso, giallo, nero. Dove sono andati a finire i valori che danno ricchezza alla nostra vita, quelli che ci danno lo status di essere umani? Sono l’accoglienza, la fratellanza, l’amore. Se togliamo questi valori che cosa resta di noi? Cosa siamo? Abbiamo 10, 20, 30 anni di potere e dopo di che te ne vai dall’altra parte e non ti porti niente. Ma almeno portiamoci un po’ di dignità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA