Notizie Locali


SEZIONI
Catania 23°

Buttafuoco: «Non sarò candidato con Salvini ma basta sicilianuzzi dal baffo furbo»

Buttafuoco: «Non sarò candidato con Salvini ma basta sicilianuzzi dal baffo furbo»

Parla l’autore del bestseller «Buttanissima Sicilia»

Di Ottavio Cappellani |

Matteo Salvini, a Palermo, in visita ai sostenitori del movimento “Noi con Salvini”, ha detto esplicitamente di essere vicino alle posizioni di Pietrangelo Buttafuoco, espresse nel recentissimo bestseller “Buttanissima Sicilia” (edizione Bompiani), e nello spettacolo-evento tratto dal libro per la regia di Peppino Sottile. Già si ipotizza che la dichiarazione di Salvini sia una vera e propria “volata” tirata a favore della candidatura di Buttafuoco a prossimo governatore della Sicilia. Chi scrive è convinto del contrario, ossia che sia stato Buttafuoco a tirare la volata a Salvini nell’isola. C’è una larga parte della società siciliana che non si è mai identificata con la sinistra, trovando al contempo il centrodestra siculo “becero”, che guarda con interesse alla nuova formazione politica. Si sta ripetendo quello che accadde agli esordi della Lega, quando la società “colta” puntò l’attenzione, più che al movimento naif di Umberto Bossi, alla mente che c’era dietro, ossia a Gianfranco Miglio, al quale si deve (insieme a Roberto Calasso, direttore di Adelphi) la conoscenza in Italia di quel gigante del pensiero occidentale che fu Carl Schmitt. «C’è una mobilitazione numerosa – dice Buttafuoco a La Sicilia – di una ottima borghesia che vuole mettere fine a un radicalismo pittoresco, e di destra, e di sinistra e dell’antipolitica, e che soprattutto vuole mettere fine al sistema clientelare, al ricatto del consenso». Mi piacerebbe che tu rispondessi subito a chi critica il tuo essere stato vicino all’Mpa, e che adesso ti accusa di voltagabbanismo. Io vedo invece coerenza. La “teoria” dell’Mpa non era diversa da quella della Lega, teoria che ha ascendenze nel pensiero politico di Miglio, di Schmitt… «E di Bobby Sands – continua Pietrangelo -. Sì, la teoria è quella, ma devo dire con rammarico che un cambio di rotta nel mio pensiero c’è stato, ed è riguardo all’autonomia. La Sicilia non può consentirsela, negli ultimi anni abbiamo assistito a una discesa agli inferi. C’è una una classe dirigente da riformare, l’autonomia non è cosa per certi personaggi moralmente volgari. La teoria dell’Mpa l’ho verificata, altro che. Non sono mai stato vicino, alla regionali votavo per mio compare Salvatore Spinello, Lista Fiamma Tricolore, ma tutta l’apertura di credito fatta, perfino un’intervista al Corriere della Sera, m’è tornata indietro sotto forma di controprova. Neppure qualche mese fa ho incontrato Alfio Caruso che avvisava a suo tempo i siciliani sulla malapolitica di questi figuri, io c’ero caduto con tutte le scarpe – pensavo fossero persone perbene come perbene è Nuccio Molino, invece no, sono il peggio del peggio. E ho chiesto scusa a Caruso: aveva ragione lui. Come ha sempre avuto ragione Peppino Sottile che non ha mai creduto un istante a questi sicilianuzzi dal baffo furbo». Sgombriamo il campo sulla questione candidatura. «No, nessuna candidatura. Sono consapevole dei miei limiti. Se ho un compito è quello di interpretazione, di lettura, di battaglia negli spazi propri della libera circolazione delle idee. Io ho un’identità, non un’appartenenza”. Se parliamo di questo allora vado dritto al punto. La posizione geopolitica della Sicilia. La vicinanza espressa da Salvini nei confronti di Putin, e la presenza militare americana in Sicilia. Dà fastidio Salvini? «Altroché. Questa è la scommessa e anche il punto nevralgico. La Sicilia ha una lunga storia che ne fa il centro della politica europea, penso a Enrico Mattei, penso a Bettino Craxi, penso anche a Silvio Berlusconi. C’è una presenza in Sicilia portatrice di interessi planetari. Ma qui si tratta di alzare la posta e di correre un rischio enorme. Si tratta di scontrarsi con gente che non la manda a dire, che sa bene come usare le armi per criminalizzare o ridicolizzare il nemico. Sono abituati a gettare fango e hanno cominciato. Invito i siciliani a riflettere: avere aderito alle misure sanzionatorie e di embargo contro Putin ha portato a una diminuzione del sessantatrè per cento di export. Conviene? O si tratta soltanto dell’ennesima espressione di subalternità? ».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: