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Ecco “secchioni” e “fannulloni” dell’Ars

Ecco “secchioni” e “fannulloni” dell’Ars le pagelle alla produttività dei deputati

Classifiche e curiosità del dossier “#OpenArs” / VEDI IL REPORT

Di Mario Barresi |

CATANIA – Per lui non è una novità. Ma la cosa gli fa piacere, lo lusinga. Al netto dei convenevoli: «Sono uno che non si risparmia. Ci penso anche la notte, alle cose da fare. E seguo tutto ciò che succede nel mio territorio, anche nel più piccolo paesino». Enzo Vinciullo è di gran lunga il più attivo dell’Assemblea regionale siciliana che riprende oggi l’attività. Con un “indicatore di produttività” di 557, il siracusano di Ncd surclassa gli altri colleghi (al secondo posto Stefano Zito del M5S con 164; medaglia di bronzo a Marco Falcone di Forza Italia con 123) e si fregia del titolo di deputato regionale più attivo dall’inizio della 16ª legislatura fino alla ripresa di ieri. Il risvolto della medaglia? I meno produttivi, altrimenti detti “fannulloni”. Escludendo il presidente Giovanni Ardizzone (che per il suo ruolo super partes non ha attività da deputato “normale”) e i surrogati&subentranti con pochi mesi di anzianità, la maglia nera va a Valeria Sudano (Articolo 4), con un indicatore di produttività pari a 3; assieme a lei, dietro la lavagna, Nicola D’Agostino (Udc) e Giuseppe Laccoto (Pd), entrambi a quota 3.   La classifica è frutto della seconda edizione del report “#OpenArs – Analisi dell’attività parlamentare dei deputati siciliani”, realizzata da dirittodiaccesso. eu con il coordinamento di Angelo Alù, presidente dell’associazione “Generazione Y”. In pratica il report ha raccolto l’attività dei 90 deputati dell’Ars, isolando gli atti in cui il singolo è primo firmatario, per poi sommare i risultati nell’indicatore di produttività. Che, ovviamente, non tiene conto del peso specifico del singolo atto parlamentare: si può essere protagonista del ddl della Finanziaria o di un odg sul rilancio dell’elicicoltura nell’entroterra, ma il valore attribuito all’attività è sempre di un punto; così come, essendo basata soltanto sui dati pubblici dell’Ars, l’analisi non considera come variabili le presenze nei lavori d’aula e in commissione, né dal punto di vista quantitativo né da quello qualitativo.   E allora prendiamola come vanno prese queste classifiche: come una fotografia dei deputati dell’era Crocetta, non ad altissima risoluzione; come un gioco sotto l’ombrellone, vista l’afa che accoglie la riapertura dell’Ars; come un foglietto di dati da leggere con leggerezza sui banchi nel giorno di riapertura della “scuola” per poi farne un aeroplanino di carta e vederlo librarsi fra gli affreschi di Sala d’Ercole. Con la giusta attenzione, ma anche con un po’ di sana ironia. La stessa, tagliente, alla base del commento di un deputato etneo (che ci chiede l’anonimato, pena l’embargo futuro di notizie) al quale abbiamo anticipato ieri pomeriggio l’ultima e la prima posizione: «Facile, avete già il titolo: “La pupa e il secchione”… ».   Ma andiamo ai dati più significativi. Partendo dalla produttività media dei gruppi dell’Ars, calcolata dividendo la somma degli indici di ogni deputato per il numero di componenti. Trascinato dall’ “effetto V”, il primo gruppo è l’Ncd con 108,4. A seguire il Movimento 5 Stelle con 68,5, Lista Musumeci (50,3) e Forza Italia con 48,8. Il che dimostra come in questo contesto le opposizioni, per tradizione autrici di interrogazioni e interpellanze al governo regionale, hanno una maggiore attività parlamentare. Il resto dei gruppi, in ordine di classifica: Mpa (31,2), Pd (30,8), Pid-Grande Sud (29,6), Gruppo misto (22,2), Udc (21,7), Articolo 4 (17,4) e Megafono (13). All’ultimo posto i Drs con 12,8. Se si isolano le tipologie di atto, emerge qualcosa di diverso. Rosario Crocetta, ad esempio, se considerato come deputato, è in testa per numero di ddl presentati come primo firmatario (in tutto 71), attività legata ovviamente al suo ruolo di governatore; a seguire Mimmo Turano dell’Udc, con 60. Vinciullo e Zito si dividono le “vittorie di tappa” nelle altre categorie: il grillino primeggia in interpellanze (22, a pari merito con la collega di gruppo Valentina Palmeri) e in mozioni (30). Ma tutti i 5 Stelle si caratterizzano per un alto tasso di produttività, seppur con numeri che, escludendo l’iperattivo Zito, vanno dal 29 di Gianina Ciancio al 79 di Angela Foti.   Tornando a Vinciullo: è primo per ordini del giorno (in tutto 23, seguito da Falcone con 17 e Zito con 14), ma soprattutto per interrogazioni parlamentari. La sua specialità: ben 485, a distanza siderale dai soliti Zito (82) e Falcone (78). Un legittimo sospetto: ma non è che il deputato siracusano dell’Ncd passi il tempo ad autointerrogarsi per poi interrogare il governo su tutto lo scibile siculo? «Non è così – ribatte il diretto interessato – perché ho sempre avuto riscontro dal presidente e dagli assessori su argomenti molto sentiti». Con annesso rifiuto dell’etichetta di “iperattivo”: «Faccio il mio dovere di rappresentante del popolo siciliano, in un ruolo di minoranza ispirato a come lo interpretava Cavour: si può essere più importanti della maggioranza, se si lavora su due fronti diversi, quello del controllo rigoroso ma anche del miglioramento delle leggi». Un deputato modello, che potrebbe far gola alla traballante maggioranza di Crocetta. Tanto più in una fase in cui si chiacchiera di un ipotetico sostegno di Ncd. «Nessun salto della quaglia: ognuno resta dov’è. Solo che io continuo a fare il mio lavoro senza guardare il colore degli atti. Spesso i colleghi di opposizione mi accusano di essere “collaborazionista”, dall’altra parte Crocetta sul mio no al testo della Finanziaria mi ha accusato di essere “affamatore del popolo”. La verità, magari, sta in mezzo».   Valeria Sudano non ci sta. Rifiuta l’etichetta di “fannullona” dell’Ars. E contesta i criteri di “OpenArs”, il report pubblicato ieri dal nostro giornale, che la vede come ultima per “indicatore di produttività”. «Dopo aver letto la classifica mi sono fermata a fare un esame di coscienza e di numeri. E mi sono chiesta se 16 disegni di legge e una cinquantina fra interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno potessero essere considerati una produzione scarsa. Poi però mi sono soffermata sulle parole “primi firmatari”. Che parametro sarebbe? Articolo 4 porta avanti le propria attività in modo compatto e coordinato. Le firme sugli atti sono in democratico ordine alfabetico. E chiamandomi Sudano… ». Per il deputato etneo «i dati presi ad esempio utilizzano un parametro improprio». Ma, se anche fossero corretti, «sarebbe giusto valutare un deputato solo in base al fatto che la sua firma sta in testa a un provvedimento? ». La prova: «Chi mi conosce sa che fin da quando ero consigliere a Catania il mio modo di fare politica è stato incentrato sulla presenza continua in consiglio e commissioni. E anche all’Ars ho sempre partecipato a tutte le attività parlamentari senza assentarmi neanche in occasioni importanti per la mia famiglia. Una valutazione delle presenze in aula e in commissione potrebbe darne facilmente atto. Dato che chi ha redatto lo studio dovrebbe ben conoscere essendosi trovato, in giovanissima età, a passare più volte per la mia segreteria alla ricerca della propria strada». Sudano sostiene che «questa mania moderna di redigere classifiche impone anche altre riflessioni». Esempio: «Una mia interrogazione di oltre un anno fa ha ricevuto solo in questi giorni annuncio di risposta scritta senza dibattito d’aula. In pratica una questione posta 12 mesi fa non verrà trattata. Se una questione è urgente, come può un deputato affrontarla con un atto che resterà un anno in un cassetto? Il mio stile è diverso. Preferisco alzare il telefono o rivolgermi agli apparati burocratici competenti, all’assessore o al presidente per porre una legittima questione e cercare una soluzione. Attività nell’interesse dei cittadini ma che non troverà mai spazio in una classifica, men che meno dei primi firmatari».   Difesa d’ufficio anche del leader di Articolo 4, Lino Leanza: «L’indice è solo indicativo, perché non distingue il peso specifico dei diversi atti, così come non considera le presenze in aula e il lavoro in commissione». Ma, dopo la carota, il bastone alle sue deputate, altre due delle quali (Luisa Lantieri e Alice Anselmo) sono agli ultimi posti della classifica. «Glielo dico sempre: ragazze, qui bisogna lavorare sodo, rappresentare al meglio le istanze dei singoli territori». Insomma, le lunghe vacanze sono finite. Da ieri sono cominciati gli esami di riparazione. C’è tempo fino al 2017. A meno che la “classe” non si sciolga prima… twitter: @MarioBarresi

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