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Effetto Ferragni agli Uffizi di Firenze, e se invitassimo l’influencer nei musei siciliani?

Di Francesco Pira * |

Viene proprio voglia di invitare Chiara Ferragni a visitare i musei siciliani. Magari scoppia qualche polemica. Magari i leoni da tastiera si mettono in moto. E magari aumentiamo i visitatori nei nostri musei. Ma procediamo con ordine.

In questi giorni sta facendo molto discutere la visita notturna, alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, di Chiara Ferragni. La fashion influencer è stata protagonista di un servizio fotografico notturno per Vogue che ha avuto come location il museo fiorentino e si è anche concessa un tour tra le opere e i capolavori degli Uffizi, guidata dal direttore Eike Schmidt.

L’imprenditrice- influencer pare abbia apprezzato in particolare i dipinti di Botticelli: non solo la meravigliosa Venere, con la quale ha voluto fotografarsi, ma soprattutto Le storie di Giuditta, e L’adorazione dei Magi con autoritratto dell’artista.

La visita non è passata inosservata alla rete. Alcuni utenti hanno polemizzato sul tour privato, mentre altri hanno sollevato non pochi dubbi e critiche sotto il post pubblicato sul profilo Instagram degli Uffizi in cui si racconta come sono cambiati nel corso dei secoli i canoni estetici. «L’ideale femminile della donna con i capelli biondi e la pelle diafana è un tipico ideale in voga nel Rinascimento. Magistralmente espresso dalla fine del ’400 da Sandro Botticelli» si legge nel post. «Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni, nata a Cremona, incarna un mito per milioni di follower, una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social – prosegue il post – Il mito di Chiara Ferragni diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’istantanea del nostro tempo».

Un confronto, quello tra la Venere e l’imprenditrice digitale, che ha diviso il popolo del web. Una battaglia senza pari tra i fans e gli haters della Ferragni. Un intero weekend a suon di post e commenti, dove persino il marito, il rapper Fedez, è intervenuto in difesa della moglie con un post su Twitter. La Ferragni e suo marito Fedez avevano visitato, qualche giorno prima, i Musei Vaticani e la Cappella Sistina, come tanti altri turisti che prenotano e pagano il biglietto. Purtroppo, anche durante quella visita, ci sono state critiche per la foto che hanno pubblicato sui loro canali social. Agli odiatori seriali non importa se per la prima volta nella storia dei Musei Vaticani e degli Uffizi i loro profili Twitter sono in top trend.

Il sindaco Dario Nardella ha commentato su Twitter: «C’è gente che riesce a criticare Chiara Ferragni anche se visita un museo. Ma stiamo scherzando? Per noi sarà sempre benvenuta. E anzi, in un momento così difficile, ben venga chiunque voglia supportare la nostra cultura e condividere con il resto del mondo i tesori di Firenze!», ha scritto il sindaco.

I musei italiani sono in difficoltà nella comunicazione sui social network e questo, oggi, rappresenta un grosso problema. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali (dati 2016) il 52% dei musei possiede un account sui social network ma solo il 13% è presente nei tre più diffusi; il 51% ha una pagina Facebook, il 31% un account Twitter e solo il 15% uno su Instagram. Mentre i musei cercano di ripartire, se la Ferragni o altre persone famose mettono a disposizione la loro notorietà per stimolare in qualche modo l’interesse per il patrimonio culturale, soprattutto in quelle fette di collettività contemporanea che non hanno nessun rapporto o quasi con i luoghi della cultura. Questo non dovrebbe provocare alcuno scandalo ma anzi andrebbe salutato con interesse, e magari ben indirizzato e ben orientato. Chiara Ferragni, viene attaccata perché il suo ruolo di fashion influencer non viene accettato da una parte della società troppo legata al passato oppure viene vista come una donna che desidera apparire, e mettersi in vetrina, solo per guadagnare soldi. In realtà è un’imprenditrice che dimostra nel suo campo una grande professionalità, sapendo conquistare il suo pubblico grazie ad un grande appeal. La cosa può non piacere, ma i dati, e le percentuali, parlano chiaro. I suoi profili social raggiungono milioni di follower, basti pensare che su Instagram è seguita da 20,5 milioni di persone e le sue aziende fatturano milioni di euro.

Uno dei problemi attuali per i musei consiste nel raggiungere quella parte di pubblico che difficilmente riesce ad essere coinvolta e per questo vanno utilizzati strumenti, spazi e linguaggi nuovi. Credo sia necessario che la Ferragni e Fedez, e quanti hanno grande seguito tra i giovani, visitino non solo Uffizi e i Musei Vaticani, ma anche i tanti musei e siti archeologici meno conosciuti di cui il nostro Paese è straordinariamente ricco. Ogni tanto bisognerebbe tacere e osservare il lato buono delle iniziative così come ha commentato il direttore della Galleria Uffizi, Eike Schmid: «Non solo siamo schizzati alle stelle sui nostri canali social, ma per giunta quest’ultimo fine settimana abbiamo registrato fino al 27% di giovani, sotto ai 25 anni, in più al museo. Questa grande spinta ci consentirà di far rientrare alcune persone che ora sono in cassa integrazione. Quindi benvenuta Chiara, ne è valsa la pena». Quindi una strategia di marketing culturale degli Uffizi che ha funzionato e ha ottenuto il suo scopo. Il sociologo Zygmunt Bauman ha scritto: «È proprio dal passato che dobbiamo prendere l’insegnamento: il patrimonio dell’esperienza e la competenza storica su cui occorre costruire il futuro». I musei, e tutto il patrimonio artistico e architettonico, cosi come quello paesaggistico, meritano di essere valorizzati. In essi troviamo e possiamo rivivere la nostra storia e le nostre radici . Io inviterei Chiara Ferragni in Sicilia.

* Professore di Comunicazione e Giornalismo Università degli Studi di MessinaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA