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Siani: «Io e De Sica siamo una strana coppia, ma sul palco…»

Di Ombretta Grasso |

Il suo Principe abusivo, film del 2013, è diventato uno spettacolo teatrale di successo che il 7, l’8 e il 9 aprile farà tappa al Metropolitan di Catania con Cristian De Sica nel ruolo del ciambellano così come sul grande schermo. Una Cenerentola al maschile aggiornata all’era del gossip: la principessa in cerca di popolarità sulle copertine dei giornali rosa decide di frequentare il disoccupato Antonio che invece si innamora e per conquistarla cerca di imparare il bon ton dal ciambellano Anastasio, cui a sua volta insegnerà come far breccia nel cuore di Jessica, la cugina napoletana. In scena con Elena Cucci, Luis Molteni, Stefania De Francesco, Ciro Salatino, Antonio Fiorillo e Raffaele Musella, musiche di Umberto Scipione, coreografie di Marcello Sacchetta, costumi di Eleonora Rella.

«È stata una tournée esaltante, siamo partiti da Napoli con un boom di 30mila spettatori, poi il Sistina, quindi un mega evento al Forum di Assago che ancora mi tremano le gambe. C’è da ringraziare gli spettatori, uno alla volta. È il sogno che si realizza per un bambino che vuole fare questo lavoro-passione», racconta al telefono con voce febbricitante e tanti sorrisi. La versione teatrale ha molte scene nuove, «non aspettatevi il film», premette, momenti musicali e  «una scenografia realizzata da un piccolo genietto, Roberto Crea, che è riuscito a far convivere arredi e grafiche tridimensionali».

Quasi una favola in musical, ma Siani precisa: «La parola musical viene usata con grande rispetto da me e De Sica, questa è una commedia con momenti musicali, la risata la fa da padrona». Anche perché rispetto al film Siani esce dal copione e si diverte a fare il comico, a improvvisare.  «Se fai ridere qualcuno sul set devi rifare la scena, mentre  dal vivo far ridere è fondamentale. Io gioco, mi diverto a scherzare col pubblico». Con De Sica sono ormai una strana coppia, anzi, un duo affiatato dai cinepanettoni al palcoscenico. «È  un grande maestro. Avere  un mostro sacro sul palco che riesce  a cantare, ballare, recitare, fare tutto in modo strepitoso non capita ogni giorno. Siamo molto diversi: a me piace improvvisare, lui è più disciplinato ma quando andiamo sul palco ci divertiamo e si crea un’energia contagiosa che possiamo dare al pubblico. Questo ci dà  carica e adrenalina incredibile. Mi auguro di continuare a fare altre cose con lui».

Mister felicità, il suo film di Natale, ha guadagnato fino a ora 13,5 milioni. «Sono contento di condividere con Ficarra e Picone  questo momento importante, il cinema è complesso, i film americani invadono le sale». Per Cattleya Lab produce il film del duo comico palermitano I Soldi spicci che uscirà in autunno. «Sono strepitosi, hanno una marcia in più – commenta – con grande eleganza riescono a dire cose semplici che arrivano al cuore della gente. Avevano un bel seguito in teatro e sul web, poi li ho visti a Roma ed è stato bellissimo, sono molto, molto forti dal vivo». 

Di cosa ride Siani? «Ridere non è semplice,  mentre per piangere basta una bolletta del telefono. La politica? Quella  ci fa piangere storicamente». Per lui, che fa 15 milioni di incasso a ogni film, la svolta è arrivata in due tappe: «Lo spettacolo Per tutti al San Paolo di Napoli  dove c’erano 25 mila spettatori e  Benvenuti al Sud nel 2010. Ancora oggi ci sono  persone che quando mi incontrano mi raccontano le battute». Al San Paolo tornerà forse con Diego Maradona, «deciderà lui, fosse per me andrei anche in un campo di calcetto», per riproporre lo spettacolo Tre volte 10 lo scorso gennaio presentato al Teatro San Carlo, tempio partenopeo della lirica, con qualche polemica. «Vuol dire che la città è viva, quando c’è un grandissimo evento come il ritorno di Maradona è giusto che ci siano pensieri diversi».

Tifosissimo del Napoli, ma niente calcetto, «dopo aver incontrato Maradona, se devo toccare una palla ci penso due volte. Lui ci ha dato il dono della vittoria. Se ancora oggi ci auguriamo di conquistare lo scudetto è perché l’abbiamo vinto. Maradona ci ha dato la possibilità di sognare».

Nel Principe abusivo non ha numeri musicali. «Come per Maradona – ride – dopo aver incontrato De Sica ho pensato che non fosse il caso di cantare e ballare». La cosa che più gli piace è una scena inedita. «Ambientata in aereo, un mix tra comicità e la grafica. Uno dei momenti più apprezzati». Ogni tanto ad Alessandro Siani viene rimproverato di ispirarsi troppo a Troisi. «Massimo è inimitabile, di uno spessore artistico irraggiungibile, l’importante è che io abbia la coscienza di dirlo, continuo a fare le mie cose da puro artigiano. Totò e Troisi rimangono miti per tutti».

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