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EMERGENZA EDUCATIVA

La figlia usata come “corriere” della droga e tutti quei bimbi a perdere

I risvolti dell’inchiesta di Caltanissetta riaccendono i riflettori sull’infanzia negata

Di Laura Mendola |

La leggerezza di una bambina chiamata a spazzolare le Barbie, a sognare ad occhi aperti un mondo migliore, viene infranta da una madre che invece di tenerla lontana da certi ambienti la trasforma in “corriere” della droga per soddisfare, irresponsabilmente, i propri piaceri. Bambini che nel Nisseno non sono, al momento, “Liberi di scegliere” tra l’abbraccio di un genitore e quel percorso di vita lontani da certi ambienti inquinati da droga e malaffare. È nell’ambito di questa zona grigia a livello educativo, dove il rischio della recidiva in età adulta è elevato, che si inserisce l’ennesimo malcostume tra spacciatori e consumatori. È ben noto, così come è emerso in diverse inchieste giudiziarie, che i bambini vengono utilizzati per trasportare la droga (spesso la si nasconde all’interno dei pannolini o tra i giochini dell’infanzia) o per rappresentare la normalità di una donna tra le vie della città. Mai però si sarebbe potuto immaginare che una bambina venisse utilizzata come corriere della droga per soddisfare le esigenze di famiglia.

La storia di Maria (nome di fantasia) si intreccia con quella di Federica, la sua mamma. Quest’ultima ha il vizietto della droga, fuma gli spinelli e di tanto in tanto vuole qualcosa di “pesante”. Una dose di cocaina “cruda” per conquistare la felicità negata dagli eventi di tutti i giorni, da una vita turbolenta fatta di amori infranti e di vicissitudini occupazionali. La piccola però non sa che è diventata lo strumento di perdizione.Lei ascolta la mamma, i suoi inviti a recarsi dall’uno o dall’altro amico «che ti deve dare una cosa per me».

Così la piccola Maria, nella sua innocenza, corre verso quell’uomo pronto a sorriderle, a darle una carezza e un fazzolettino da portare alla madre. Non sa cosa ci sia all’interno, per fortuna non ha neanche la curiosità di aprirlo e come spesso può accadere in casi simili anche di assaggiarlo. È una bambina con gli occhi grandi che sogna la notte, che vuole essere coccolata dai genitori. Invece è già cresciuta e sa che non può minimamente sbagliare perché poi in casa per lei sono guai. Sono botte da parte di quella madre che dovrebbe segnarle il percorso della vita lontana da quell’ambiente dello spaccio.

La scena

La scena della cessione di droga alla bambina è stata immortalata dalle telecamere della Squadra mobile di Caltanissetta piazzate per smantellare un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli investigatori e i sostituti procuratori che hanno coordinato le indagine non hanno creduto ai loro occhi. Quella piccola innocente con disinvoltura si è mossa in quel contesto, cupo e poco educativo. Si sarebbe potuta fare del male per colpa di chi, contravvenendo alla responsabilità genitoriale verso la sua bambina, l’ha lanciata in quel contesto criminale fatto di malaffare e sballo. Nelle carte dell’inchiesta un intero capitolo è stato dedicato a questo atteggiamento della donna, tanto che la gip Graziella Luparello ha stigmatizzato il suo comportamento.

Ora Maria ha voglia di sognare un mondo migliore, ma c’è stato chi quel desiderio lo ha infranto in una sera d’estate di due anni fa quando la spontaneità della piccola ha conosciuto quel sorriso beffardo dell’uomo che le ha dato la dose da far consumare alla sua mamma.

I richiami

Da tempo i magistrati della procura per i minori richiamano all’emergenza educativa nel Nisseno e nella zona dell’Ennese. Rimproveri alla responsabilità genitoriale ma anche della classe dirigente spesso distratta dalle mille vicende burocratiche. Così i bambini diventano strumento, inconsapevole, nelle mani dei genitori anche irresponsabili.

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