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Catania, un freno alla babele di rumori: arriva il “Piano acustico strategico”

Di Cesare La Marca |

Il costo sociale è altissimo, per una serie di patologie legate all’equilibrio psicofisico causate da rumori troppo elevati e persistenti, che nella giungla di Catania mettono a dura prova la salute pubblica, e in particolare quella dei soggetti più fragili. E salatissime sono pure le sanzioni e le extra multe giornaliere derivanti dalla relativa infrazione comunitaria, per non aver ottemperato alle norme Ue, che il Comune difficilmente potrà pagare – al termine di una tortuosa vicenda burocratica tra ritardi e rimpalli di competenze con la Regione – e che magari dovrà dolorosamente scomputare dai fondi attesi per le prossime annualità. Questo si vedrà, intanto c’è un atto ufficiale, che dovrà integrare il regolamento acustico già vigente, che mette un punto fermo verso l’approvazione del “Piano acustico strategico dell’agglomerato urbano di Catania”, elaborato dal Comune col supporto dei tecnici dell’Arpa, che tra 45 giorni – periodo in cui sarà aperto alle osservazioni di cittadini e associazioni – sarà tra le prime questioni di estremo rilievo, ambientale e anche sociale, all’attenzione del prossimo Consiglio comunale.

Ieri mattina nel corso della seduta di Giunta è stata approvata la delibera che di fatto rappresenta la proposta dell’Amministrazione, il punto di partenza per prevenire, contrastare e se il caso reprimere quell’ampia gamma di rumori oltre la soglia di decibel consentiti, 65 dalle 6 alle 22 e 55 dalle 22 alle 6, in sintesi, con una serie di limiti in zone densamente abitate e nelle vicinanze di ospedali e scuole. Una giungla, quella dei decibel, fatta soprattutto di motori rombanti, clacson a tutto spiano anche per salutare gli amici, scarico merci a motore acceso (diesel e super inquinante, tremendo mix tra decibel e biossido di azoto) anche per mezz’ora magari vicino a finestre e balconi, e poi trapani, ruspe, martelli pneumatici e musica fuori dalle regole nei locali del centro. 

«La questione ha effetti sulla salute pubblica – spiega il Rup e progettista Carmelo Oliveri – per questo il Piano mira ad attuare una serie di misure utili per far passare 13 mila catanesi che attualmente risultano esposti in una fascia acustica inferiore, con altri 80 mila che dovranno gradatamente essere garantiti. Il fattore di rischio più rilevante è quello legato al traffico cittadino, per chi risiede e lavora vicino a strade ad elevato scorrimento, dove le auto che passano a velocità possono far registrare anche più di 75 decibel, a fronte del limite di 65, per questo tra le misure previste ci sono limitazioni come “Zone 30”, tutela e ampliamento della Ztl, strisce rialzate e dossi artificiali nel rispetto del codice stradale, asfalto fonoassorbente, che ha un costo di cinque euro a metro quadrato in più rispetto a quello normale, nei tratti di strada più esposti».

Il costo complessivo del Piano si aggira sui 4,4 milioni, tenendo conto che una serie di interventi potranno rientrare nelle spese di manutenzione. Nel “Prg dei rumori” sono stati pianificati interventi di mobilità sostenibile, dall’ammodernamento del parco bus con una riduzione dell’impatto acustico, all’estensione della metro, dalla mobilità condivisa con car e bike sharing all’incremento di parcheggi scambiatori, delle linee di Brt e della ridotta rete di piste ciclabili. Previsti anche “interventi di riqualificazione edilizia e nuove edificazioni con miglioramento delle caratteristiche termoacustiche dei fabbricati, e miglioramento dei teleservizi resi tramite fibra ottica con conseguente riduzione degli spostamenti”.

Per l’elaborazione del Piano acustico strategico la città è stata considerata nell’insieme delle sue caratteristiche principali, dall’estensione su una superficie di circa 180 chilometri quadrati, alla popolazione di circa 300mila abitanti, fino alla densità abitativa della parte settentrionale, mentre l’area sud è prevalentemente zona industriale, aeroportuale ed agricola. Di conseguenza, limitato risulta l’impatto acustico dell’aeroporto, mentre altre sorgenti di rumore considerate dai tecnici sono state la rete stradale e autostradale, quest’ultima costituita dall’autostrada A18 che collega Catania a nord con Messina e a sud con Siracusa e dall’autostrada A19 per Palermo. Tutte le autostrade sono tra loro interconnesse mediante la Tangenziale, per un’estensione complessiva in area urbana di 540 chilometri. Il Piano tiene conto anche della stazione di Catania Centrale, da cui si snodano le linee per Messina e Siracusa, della Ferrovia Circumetnea col servizio di bus extraurbani e le tratte di metro in città, e il porto al centro di un radicale progetto di trasformazione, tutte infrastrutture e aziende strategiche per un equilibrato sviluppo del territorio e per i suoi standard di vivibilità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA