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Per il Riesame Carmelo Raciti va arrestato per concorso esterno al clan Cappello – Carateddi

Accolto il ricorso della Procura, ma il provvedimento è sospeso

Di Laura Distefano |

Stessa sorte anche per il padre. Il Tribunale del Riesame di Catania ha ordinato la misura cautelare in carcere per Carmelo Raciti, noto imprenditore di lidi, discoteche e pizzerie e papà dell’ex presidente del consiglio comunale Francesca Raciti. Il collegio ha infatti accolto l’appello della procura etnea (aggiunto Ignazio Fonzo, pm Tiziana Laudani e Andrea Bonomo) per le contestazioni di concorso esterno al clan Cappello-Carateddi, dal 2008 al 2020, armi e ricettazione. Il provvedimento, anche questo, resta sospeso in attesa di un’impugnazione della difesa che dovrà arrivare entro i termini di legge. A quel punto si dovranno attendere gli esiti delle altre fasi di giudizio.

Le valutazioni del Riesame

Ma andiamo nel cuore delle valutazioni del Tribunale del Riesame. Nell’atto di appello sono finite pagine e pagine di verbali di collaboratori di giustizia per i suoi rapporti strettissimi con l’ergastolano Maurizio Zuccaro, esponente apicale del clan Santapaola-Ercolano. Ma per il Riesami in questo caso oltre ai contatti non sono dimostrati i legami economici.

Amici dei Cappello?

Tutt’altra storia per quanto riguarda i Cappello. «Analizzando la posizione di Raciti rispetto alla famiglia mafiosa» rientra nell’alveo del concorso esterno. «Le acquisizioni indiziario-probatorie – si legge nel decreto – hanno evidenziato come lo stesso sia stato stabilmente a disposizione della consorteria, fornendo un contributo consapevole e volontario, causalmente rilevante per il suo rafforzamento e l’attuazione degli scopi sociali». Per i giudici «Raciti» padre avrebbe instaurato con la cosca un rapporto di do ut des con reciproci vantaggi: da un lato il rafforzamento del potere criminale per il clan, dall’altro la garanzia della protezione nei vari locali. Sono state le dichiarazioni di Sebastiano Sardo, ‘detto Occhiolino, poi a permettere di avere un valido riscontro investigativo. Quando nel 2020 la guardia di finanza scava in un terreno vicino a Le Capannine e trova l’arsenale lì dove lo aveva indicato il narcotrafficante pentito qualsiasi dubbio sembra svanire. La difesa di Raciti, poi, non ha convinto il Tribunale del Riesame. Vedremo cosa accadrà in Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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