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Riaperture in Sicilia, c’è l’ordinanza di Musumeci: ecco le nuove regole, ma manca ancora la firma

Di Mario Barresi |

CATANIA – A mezzanotte la luce dell’ufficio presidenziale al PalaRegione di Catania era ancora accesa. E lo è rimasta ancora per diverse ore. Perché il braccio di ferro fra i governatori e Palazzo Chigi si è concluso poco prima dell’alba.

Nello Musumeci, in tarda serata, si concesso una pausa social di qualche istante nella maratona assieme a Ruggero Razza. Per esprimere su Facebook, al netto del garbo, la rabbia per i ritardi del governo nazionale. E per rassicurare, comunque, i siciliani. «Il governo nazionale non ha ancora trasmesso (alle 22.30) a noi presidenti di Regione il decreto necessario per disciplinare le riaperture. La mia ordinanza è comunque pronta per la firma ed estende – come avevo promesso – il più possibile l’esercizio delle attività, forti delle attuali condizioni sanitarie nella nostra Isola. Su questo punto, Roma ha dovuto ascoltarci. Per evitare spiacevoli sorprese (fidarsi è bene ma…) aspettiamo comunque di confrontarci con le disposizioni nazionali, che dovrebbero arrivare in nottata. La Sicilia è pronta alla ripartenza, nella responsabilità di ognuno». 

Gran parte del dell’ordinanza che da domani disciplinerà la vita dei siciliani  ricalca le linee guida fissate dalla Conferenza delle Regioni. Questi i settori interessati: ristorazione; attività turistiche; strutture ricettive; servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti); commercio al dettaglio; commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, fiere e mercatini degli hobbisti); uffici aperti al pubblico; piscine; palestre; manutenzione del verde; musei, archivi e biblioteche.  Ma il governatore pensa di aggiungere alcune regole più restrittive. «Ulteriori ed eventuali indicazioni di ordine generale per lo svolgimento delle attività economiche e produttive non previste dal documento adottato dalla Conferenza delle Regioni sono disciplinate con autonomo provvedimento della Regione Siciliana, previo parere del Comitato Tecnico Scientifico».

Il mancato rispetto delle regole (linee guida più misure specifiche regionali) comporta, al netto delle sanzioni penali e amministrative previste dal decreto nazionale,  la sospensione delle attività fino al «ripristino delle condizioni di sicurezza».

Bar e ristoranti

Da domani, come annunciato, riaprono anche in Sicilia «le attività di somministrazione di alimenti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, self-service, bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e similari». In tutti questi locali pubblici  «potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura di 37,5 °C» e sarà previsto «un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti», mentre «laddove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro)». Divieto tassativo di buffet, obbligo di mascherina fissa per il personale, ma anche i clienti dovranno indossarla «tutte le volte che non si è seduti al tavolo».

L’ordinanza di Musumeci prevede  il via libera, dal 3 giugno, per le attività di catering, autorizzate ai lavori propedeutici all’apertura, compreso l’incontro con i clienti sempre nel rispetto del distanziamento.

Parrucchieri ed estetisti

E domani, nonostante sia un lunedì solitamente di chiusura, è il grande giorno anche per parrucchieri e centri estetici, autorizzati anche a domicilio. Consentita  «la permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo indispensabile all’erogazione del servizio o trattamento», sempre con l’obbligo di «assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti».

E ancora: «L’operatore e il cliente, per tutto il tempo in cui, per l’espletamento della prestazione, devono mantenere una distanza inferiore a 1 metro devono indossare, compatibilmente con lo specifico servizio, una mascherina a protezione delle vie aeree (fatti salvi, per l’operatore, eventuali dispositivi di protezione individuale ad hoc come la mascherina Ffp2 o la visiera protettiva, i guanti, il grembiule monouso, etc., associati a rischi specifici propri della mansione). E in particolare per i servizi di estetica, «nell’erogazione della prestazione che richiede una distanza ravvicinata, l’operatore deve indossare la visiera protettiva e mascherina Ffp2 senza valvola». È nvece inibito, «dove presenti, l’uso della sauna, il bagno turco e le vasche idromassaggio».

Negozi e uffici

Ripartono da domani tutte le attività di vendita al dettaglio, compresi i centri commerciali, ma anche le attività artigianali, le scuole guida e le agenzie di viaggio.

Nei locali  bisognerà «prevedere regole di accesso, in base alle caratteristiche dei singoli esercizi, in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti» e per quelli di abbigliamento in particolare «dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere in autonomia, toccandola, la merce» e «i clienti devono sempre indossare la mascherina, così come i lavoratori in tutte le occasioni di interazione con i clienti». Per i mercati e le fiere all’esterno prescritto l’«utilizzo di mascherine sia da parte degli operatori che da parte dei clienti, ove non sia possibile assicurata il distanziamento interpersonale di almeno un metro», e obbligo di mettere a disposizione guanti monouso per le bancarelle di abbigliamento. Sui mercatini  i sindaci potranno adottare misure restrittive, fino alla sospensione.

Negli uffici aperti al pubblico «ad alto afflusso di clienti», oltre alla  distanza di un metro,  l’attività di sportello «può essere svolta esclusivamente nelle postazioni dedicate e dotate di vetri o pareti di protezione».

Lidi balneari e hotel

È la vittoria più significativa del fronte dei governatori, che strappa misure meno restrittive di quelle ipotizzate dal governo. Lo spazio per ogni singolo ombrellone scende a 10 metri quadri «indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia», anziché i 20 chiesti da Roma. E inoltre «tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri». Fra i clienti «assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione». Non c’è  ancora la data di riapertura dei lidi: nei prossimi giorni è previsto un incontro fra il governatore e i sindacati dei balneari.

E poi gli alberghi. Mai formalmente chiusi ma ora obbligati al  «rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni», favorendo «la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita». Negli spazi comuni «gli ospiti devono sempre indossare la mascherina, mentre il personale dipendente è tenuto all’utilizzo della mascherina sempre quando in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro».

Le aperture del 25 maggio

Dal 25 maggio riaprono anche nell’Isola i siti culturali (musei, parchi archeologici,  archivi storici e biblioteche), ma anche piscine e palestre.

La cultura sarà a numero chiuso. Perché i gestori sono tenuti a «redigere un programma degli accessi pianificato (es. con prenotazione online o telefonica) che preveda il numero massimo di visitatori presenti e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazione».

Regole speciali per le piscine.  «La densità di affollamento nelle aree solarium e verdi è calcolata con un indice di non meno di 7 mq di superficie di calpestio a persona. La densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona». Per le palestre  il distanziamento ipotizzato è «almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica» e «almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa)». E inoltre «dopo l’utilizzo da parte di ogni singolo soggetto, il responsabile della struttura assicura la disinfezione della macchina o degli attrezzi usati», con l’obbligo per cui «gli attrezzi e le macchine che non possono essere disinfettati non devono essere usati».

Le restrizioni siciliane

Fin qui il contenuto di regole condivise con le altre regioni. Ma Musumeci, nella sua ordinanza, aggiungerà alcune misure ad hoc per la Sicilia. Più restrittive delle linee guida generali e dunque non suscettibili di impugnazione da parte del governo centrale.

La regola più significativa a cui pensa il presidente della Regione è l’uso obbligatorio delle mascherine «in tutti i casi di uscita dalla proprietà privata» e dunque anche nei luoghi pubblici all’aperto. Esentati i bambini sotto i sei anni e gli sportivi impegnati in «attività motoria intensa».

L’altra significativa norma siciliana dovrebbe essere la conferma della chiusura domenicale dei negozi, uno dei cavalli di battaglia del lockdown del governatore. Le eccezioni previste: farmacie di turno, edicole e attività di bar e ristorazione, con l’autorizzazione al servizio di asporto e domicilio.

E infine la “chiusura” dell’Isola all’esterno. Da domani (e presumibilmente fino al 3 giugno, data del via libera alla mobilità interregionale) in Sicilia è confermato l’obbligo di quarantena per chi arriva da altre regioni, registrandosi al portale siciliacoronavirus.it. Il governatore pensa anche di introdurre delle regole speciali per le Isole minori, da applicare con un successivo decreto dell’assessorato alla Salute: misure restrittive per l’accesso, che potrebbero pure prevedere certificazioni o test sierologici.

Infine, il trasporto pubblico. Nella bozza di ordinanza di Musumeci sarebbe previsto un servizio compreso fra il 30 e il 50% del contratto con la Regione per i concessionari di linee extraurbane, mentre per le aziende di trasporto urbano l’idea è di garantire almeno il 50% delle corse stabilite con in Comune nella fascia oraria 6-21. In entrambi i casi, i posti negli autobus non potranno superare il 40% di quelli omologati.

La trattativa notturna

Musumeci ha pronto il testo. E mentre il suo staff lima alcune parti, il governatore partecipa alla maratona notturna in videoconferenza con Palazzo Chigi e con tutte le altre Regioni.

Il governo, nella riunione cominciata all’una di notte, presenta una riformulazione del Dpcm, inserendo nelle premesse un riferimento alle linee guida unitarie delle Regioni.

Ma il testo riformulato, come trapela dall’incontro, «non risolve il problema e genera solo caos». Dunque dalle Regioni, il passo compiuto dal governo non è considerato risolutivo per salvare l’intesa siglata nella tarda serata di ieri. Il confronto va avanti e si tratta ancora per cercare una soluzione. E Musumeci aggiorna la situazione su Facebook: «Con tutti i presidenti di Regione italiani siamo tornati a riunirci adesso, a tarda notte, con il presidente del Consiglio Conte. Rivendichiamo il diritto di fare ripartire le attività economiche e iniziare il graduale ritorno alla normalità. Serve responsabilità. E chiediamo al governo centrale di recepire le nostre linee guida adottate da tutte le Regioni italiane». E conclude: «La mia ordinanza è già predisposta. Nessuno vuole fare strappi, ma la gente inizia a non capire»

Twitter: @Mario Barresi

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