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Ambelia, grandeur e oblio del sito nel cuore di Musumeci

Oltre 10 milioni investiti ma per il dossier dell’Agricoltura è «un’incompiuta»

Di Mario Barresi |

Doveva diventare la capitale meridionale dell’ippica. Nonostante l’assenza di una tradizione di gare prestigiose (che invece la Favorita di Palermo ha da circa un trentennio) e l’oggettiva difficoltà nel raggiungere il sito.

Ascesa, grandeur e oblio di Ambelia. La tenuta di contrada Albanazzo, a cavallo fra Militello e Scordia, affidata alla gestione dell’Istituto per l’incremento ippico, nello scorso quinquennio è diventata una specie di tormentone politico. L’ex governatore Nello Musumeci ha investito molto su Ambelia: soldi (più di 10 milioni fra interventi diretti della Regione e lavori affidati al Genio civile tramite l’assessorato alle Infrastrutture), oltre che tempo e risorse umane.

La task force

Agli atti della scorsa legislatura c’è anche l’istituzione di una sorta di “task-force” regionale: tutti i dipartimenti interessati (soprattutto Agricoltura e Turismo, ma anche Attività produttive), il Corpo forestale, la Protezione civile coinvolti e obbligati a sedere allo stesso tavolo per risolvere, velocemente, ogni questione relativa alla tenuta. E le opposizioni dell’Ars hanno spesso attaccato Musumeci, ironizzando sul pallino per quel sito, a due passi dal suo buen retiro militellese. C’è poi un capitolo dell’inchiesta “Gomme lisce” dei pm di Palermo sui vertici dell’Ast intitolato “Le richieste del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci”: intercettazioni e sms in cui il governatore chiede all’allora presidente della partecipata, Gaetano Tafuri, degli autobus speciali da Scordia ad Ambelia.

Gli interventi della Regione

Numerosi sono stati gli interventi diretti del governo regionale. Con le delibere di giunta 286 e 333 del 31 maggio e del 28 giugno 2022, ad esempio, si finanziano: 1,5 milioni per la «pavimentazione con basolato in pietra lavica e acciottolato della strada interna» per circa 1.500 metri per collegarsi con gli ingressi del sito; altri 1,5 milioni per la cosiddetta “area ristoro”, un edificio di 750 metri quadri che ospiti «le attività aggregative» e «la zona risto-bar»; 2,5 milioni per un mega-parcheggio «per 1.150 posti-auto con alberi ogni tre stalli, opere di rafforzamento degli argini del fossato. due ponticelli di legno in collegamento alla zona di gara, nuova illuminazione, staccionata e muro di recinzione n ella strada interpoderale». Altri lavori sono per la messa in sicurezza del baglio (da trasformare in una struttura ricettiva), per la creazione di due campi di salto a ostacoli e altrettanti campi prova (630.000 euro), per l’illuminazione del campo di gara (547.000 euro), per la realizzazione di 128 box fissi per il ricovero dei cavalli in occasione delle manifestazioni (1,1 milioni), per la copertura della scuderia ginepro e la mitigazione del rischio idrogeologico (servizi acque piovane e ripristino strade e canali di raccolta). Un notevole investimento, a cui bisogna aggiungere il tesoretto affidato dalle Infrastutture al Genio civile di Catania: oltre 5 milioni, come confermato dall’ex assessore al ramo Marco Falcone.

Cosa resta?

Cosa resta di tutto ciò? Un sito ancora incompleto, secondo il dossier recentemente realizzato dai tecnici dell’Istituto per l’incremento ippico finito sul tavolo dell’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino. «Nonostante le ingenti somme utilizzate per la valorizzazione del sito di Ambelia – si legge nel documento di sintesi – abbiamo riscontrato, a seguito di diversi sopralluoghi, alcune problematiche attuali e irrisolte». Qualche esempio? La «centrale elettrica non collaudata»; «risorse idriche insufficienti a causa di un divieto di trivellazione imposto dall’assessorato su indicazione del Genio civile, decenni addietro»; «non idoneità alle competizioni agonistiche di uno dei due campi di salto a ostacoli». E poi le due grandi incompiute: l’area risto-bar «con carenze logistiche e tecniche dovute a una progettazione discutibile per la location e le finalità» e il baglio che doveva essere destinato ad hotel-foresteria, per il quale «gli interventi, effettuati dalla Sovtrintendenza, di recupero e conversione in struttura alberghiera si sono limitati alla messa in sicurezza dell’immobile e a un primo, ma altamente insufficiente, intervento di riqualificazione».

Ambelia oggi

Ecco cos’è Ambelia oggi. E cosa rischia di diventare, senza più l’attenzione di Palazzo d’Orléans. Una cattedrale nel deserto, quest’anno tagliata fuori dagli eventi ospitati nel recente passato: Coppa degli Assi e Fiera mediterranea del cavallo, spostate alla Favorita. Il new deal dell’assessorato e dell’istituto che gestisce la tenuta è di profilo molto più basso: nei circa 50 ettari, in origine appartenuti ai principi Branciforte, continuerà l’attività di «riproduzione e allevamento degli equidi, rivolta principalmente al mantenimento delle razze Purosangue Orientale, Anglo-Orientale, dell’asino Ragusano e Pantesco», con una maggiore apertura al mondo delle scuole, dello sport dilettantistico e dei disabili. Ma di grandi eventi (e di maxi-finanziamenti) non se ne parlerà più. Uno spreco di quanto già investito o un ravvedimento operoso rispetto a una linea sbagliata? Sarà il tempo a rispondere a questa domanda.m.barresi@lasicilia.it

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