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Crotone, l’affondo dell’arcivescovo Lorefice: «Le parole di Piantedosi? Il culmine»

Il vicepresidente della Cesi: «Il naufragio migranti non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche italiane ed europee di questi anni».

Di Redazione |

«Il naufragio migranti non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche italiane ed europee di questi anni».

Lo ha scritto l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che è anche vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana con la delega alle migrazioni.

«Il ministro Matteo Piantedosi ha ribaltato la colpa sulle vittime – aggiunge il presule – i 63 morti, fratelli e sorelle sfiniti dalla sofferenza della fuga da una patria martoriata e ingoiati dalle onde del nostro mare, hanno tentato fino all’ultima bracciata, di toccare terra in un luogo capace di salvarli e di accoglierli. La speranza di una terra diversa da quella che tragicamente avevano dovuto abbandonare perché incapace di assicurare il diritto alla vita e alla sicurezza dell’umanità».

Per Lorefice non c’è spazio oggi per i qualunquismi: «La responsabilità è nostra – aggiunge – quel che è avvenuto a Cutro non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche e del modo in cui noi cittadini, noi cristiani, malgrado il continuo appello di Papa Francesco, non abbiamo levato la nostra voce. Il culmine simbolico di tutto ciò è stata la dichiarazione resa dal ministro Piantedosi, un uomo delle istituzioni che ha prestato il proprio giuramento sulla Costituzione che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, il quale ha ribaltato la colpa sulle vittime».

Il vescovo ritiene necessario rispondere ai tanti interrogativi ancora aperti sul naufragio. «Deve essere dissipato ogni equivoco sulla gravissima responsabilità di chi non soccorre i naufraghi lasciandoli morire in mare. Si aprano una volta per tutte i tanto attesi corridoi umanitari, si agisca sul diritto di asilo, si lavori sull’integrazione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA