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Giornata contro la violenza sulle donne

Giordana, Laura, Jenny, Stefania, Valentina: nomi e storie di vittime catanesi da non dimenticare

Erano mamme, studentesse, figlie, ex compagne: tutte uccise da uomini che non conoscevano la parola amore 

Di Laura Distefano |

I nomi rimbombano nelle orecchie. E sono tanti. Troppi. Valentina, Deborah, Jenny, Ida, Vanessa, Giordana, Stefania, Laura e ancora Valentina. Sono solo alcune delle ultime donne uccise da mariti, padri, figli a Catania e provincia. Uomini che hanno deciso con violenta arroganza – e senza alcun diritto – di poter togliere la vita. Non facciamo l’errore di dare delle definizioni: amore malato o amore criminale. L’amore non ha connotazioni violente. Quindi usiamo le parole giuste soprattutto oggi che si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Anche se questi nomi, forse li dovremmo tenere a mente non solo il 25 novembre. 

Deborah Pagano è stata ammazzata in un weekend della scorsa estate nella sua casa a Macchia di Giarre. Il marito Lorenzo Fresta – che è stato poi fermato – ha chiamato i soccorsi solo due giorni dopo che la donna è morta. I sanitari del 118 hanno trovato il corpo freddo e pieno di ecchimosi. Immediata è stata la chiamata  ai carabinieri.  L’indagato ha parlato di «choc» in merito al ritardo nel chiedere aiuto, ma per la Procura è stato lui ad ammazzarla. Una bimba di 7 anni è rimasta orfana di madre. 

Una fredda sera di dicembre 2021, la giovane mamma Jenny Cantarero stava uscendo dal panificio dove lavorava a Lineri, frazione di Misterbianco, quando ha sentito si è sentita chiamare dal suo ex  – Sebastiano Spampinato – che ha estratto la pistola e le ha sparato alla testa. Alcuni giorni dopo l’omicida è stato trovato morto suicida in una villetta al Campo di Mare alla plaja.

Una dinamica che ha riportato alla mente – per tante assonanze – il femminicidio di Vanessa Zappalà, uccisa dal suo ex fidanzato Antonino Sciuto con diverse pistolettate in testa una notte di agosto dello scorso anno nel borgo di Acitrezza. Anche lui si è suicidato. Per questi due casi infatti non ci saranno processi e udienze. Nonostante questo l’esercizio della memoria non si deve fermare. 

Sta già affrontando il processo invece Filippo Asero che ha uccisola moglie Ida Rotini – con cui si stavano separando – con una serie di coltellate la mattina dell’8 settembre 2021 a Bronte.  

C’è stata, già, invece una sentenza definitiva (a 30 anni) per Luca Priolo che il 6 ottobre 2015 ha ucciso a Nicolosi la sua ex fidanzata Giordana Di Stefano, di 20 anni, dalla quale aveva avuto anche una figlia. La giovane donna fu massacrata con oltre 40 coltellate. La mamma di Giordana Vera Squadrito ha lottato per ottenere giustizia per la figlia, ma parallelamente ha cominciato una grande battaglia contro la violenza sulle donne partecipando a convegni e a incontri soprattutto nelle scuole. Molte volte accanto a lei Giovanna Zizzo, mamma di Laura (detta Lalla) ammazzata dal padre Roberto Russo nel lettone della loro camera da letto. Aveva solo 11 anni. Era un maledetto agosto del 2014 a San Giovanni La Punta. 

C’è ancora tanta commozione – anche se di femminicidio tecnicamente non si può definire – per l’assassinio della piccola Elena Del Pozzo. Uccisa – per sua stessa ammissione – dalla madre Martina Patti. L’ha sepolta mezza viva in un terreno a Mascalucia, a pochi passi dalla casa dove viveva con la bambina.  Mamme che uccidono i figli e figlio che uccidono le madri. È accaduto qualche mese fa a San Cristoforo: Valentina Giunta è stata colpita dal primogenito – appena quindicenne – più volte. Anche questa volta con un coltello.    E non si può dimenticare Valentina Salamone uccisa, inscenando un suicidio, dal suo amante Nicola Mancuso in una villetta di Adrano nel 2010.  Solo l’anno scorso è arrivato il verdetto finale della Cassazione che ha condannato definitivamente all’ergastolo l’adranita.

Stefania Noce è stata uccisa nel 2011 a Licodia Eubea dal fidanzato Loris Giuliano. Il termine  femminicidio  è stato usato  una delle prime volte dai giudici proprio nelle motivazioni della sentenza della Noce. Questi alcuni nomi di vittime. La speranza è che il prossimo 25 novembre questo elenco resterà fermo.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA