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Il boss alla processione, l’Arcidiocesi di Palermo: «Chiesa estranea»

Di Alfredo Zermo |

PALERMO – «La Confraternita “Sant’Antonio di Padova all’Arenella” ha pienamente recepito le linee guida della chiesa palermitana sull’inconciliabilità di chi si affilia alle organizzazioni mafiose, anche attraverso il costante rapporto con la parrocchia del quartiere, impegnata in progetti di utilità sociale finanziati con i fondi dell’8 per mille; un impegno che nei mesi è costata alla parrocchia una quindicina di scritte offensive e intimidatorie sui muri delle strade». Così l’arcidiocesi di Palermo, che difende la confraternita e il parroco dell’Arenella e li definisce estranei alla vicenda che riguarda la presenza di otto persone ritenute organiche alla mafia, ai festeggiamenti del patrono.

I festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Padova a cui fa riferimento la Dia, sono quelli del giugno 2016. Secondo l’arcidiocesi, la presenza del boss Gaetano Scotto a bordo dell’imbarcazione privata che trasportava la statua del santo, «non è riconducibile in alcun modo né alla confraternita né alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova». Sarà… Fatto sta che il boss era a bordo del peschereccio che portava il Santo in processione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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