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Non versava tassa di soggiorno: sequestrati beni ad albergatore

Di Redazione |

PALERMO – La Guardia di finanza di Palermo ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti del titolare di una struttura alberghiera del capoluogo siciliano, accusato di peculato. Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo, si sono concentrate sugli adempimenti connessi al versamento dell’imposta di soggiorno e hanno consentito di accertare che il titolare dell’albergo non ha provveduto al versamento delle somme riscosse dai suoi clienti nel quinquennio 2014-2018, appropriandosi indebitamente di circa 17.500 euro, somma oggetto del sequestro. Le Fiamme Gialle hanno in corso “serrati accertamenti nel comune di Palermo per arginare la vastità del fenomeno evasivo in materia di imposta di soggiorno”. 

Le Fiamme Gialle hanno in corso serrati accertamenti nel comune di Palermo per arginare la vastità del fenomeno evasivo in materia di imposta di soggiorno. Le irregolarità in quest’ambito sono connesse alla mancata dichiarazione trimestrale dell’ammontare raccolto, o che doveva raccogliersi, per conto del Comune e/o all’omissione del versamento delle predette somme, e sono suscettibili di essere poste all’attenzione sia della Procura della Repubblica ordinaria che della Corte dei conti.

«L’evasione della “tassa di soggiorno”, infatti, per via del suo regime particolare, che ai fini dell’esazione prevede che gli enti comunali si avvalgano delle strutture ricettive operanti nelle circoscrizioni dei predetti enti locali (alberghi e bed and breakfast, etc.), è suscettibile di dare luogo, da un lato, a violazione penale, dall’altro, a danno erariale», dicono le Fiamme gialle. Ciò in quanto i titolari di alberghi o di bed and breakfast assumono, con riguardo all’obbligo di esigere le somme dovute dai turisti, la duplice veste di “incaricati di pubblico servizio”, a cui sono potenzialmente ascrivibili una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione, e di “agenti contabili”, in quanto gestiscono denaro pubblico per conto dei Comuni, soggiacendo pertanto a responsabilità per danno erariale.

Il mancato versamento delle somme riscosse a titolo di imposta di soggiorno, dunque, dà luogo ad appropriazione indebita di denaro pubblico da parte di soggetti incaricati di pubblico servizio, integrando così la fattispecie di peculato, e, allo stesso tempo, legittima la Corte dei conti a richiedere loro di colmare l’ammanco di denaro creatosi per via dell’inesatta gestione rispetto a quanto prescritto dalla normativa nazionale di settore e dai relativi regolamenti comunali.

La Guardia di Finanza, al fine di contrastare il fenomeno dell’evasione dell’imposta di soggiorno nell’ambito del Comune di Palermo, «proseguirà in maniera massiva i controlli nei confronti delle strutture ricettive, informando le autorità giudiziarie competenti delle irregolarità riscontrate».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA