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Siccità, paura al Nord e la Sicilia avvia le verifiche sui laghi e sugli invasi

Al Nord la peggiore crisi da 70 anni a questa parte. Nell'Isola le riserve sono sufficienti

Di Redazione |

Il Nord vive l’emergenza siccità. E la Sicilia come sta? La Regione ha convocato un vertice tecnico per verificare eventuali criticità ed emergenze sul fronte dell'approvvigionamento idrico. La riunione è stata indetta dal presidente Nello Musumeci ed è in programma il 21 giugno a Palazzo Orléans, a Palermo. 

«La crisi idrica che allarma le regioni del Nord Italia – sottolinea il governatore – per fortuna non presenta gli stessi valori in Sicilia. Tuttavia, dobbiamo essere pronti a qualunque evenienza. Quello che abbiamo fatto in questi cinque anni per far fronte alla penuria d'acqua, nei centri urbani e nelle campagne, non ha precedenti in termini di iniziative e di risorse stanziate». 

All’incontro prenderanno parte i direttori dei dipartimenti regionali dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Acqua e dei rifiuti, il segretario generale dell'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, i vertici dei due Consorzi di bonifica, il direttore della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico e il capo della Protezione civile regionale.

Dunque lo scenario siciliano appare un po' come quello dell’estate del 2019 che andò in direzione opposta al periodo di maggior crisi del biennio precedente con i due anni 2017 e 2018 che avevano quasi ridotto all’osso le riserve degli invasi siciliani. Anche in questo caso l’attuale stagione comincia all’insegna di un’allerta sostenibile, di un’attenzione costante, ma anche di volumi complessivi di risorse idriche sufficienti.

Alla fine le rassicurazioni contenute nel report diffuso a dicembre scorso da Siciliacque sembrano più che fondate. Sulla base di quel documento infatti la crisi idrica sarebbe stata scongiurata dai numeri assicurati dalle principali dighe: dalla Garcia al lago Ancipa. Secondo la struttura che si occupa del servizio di sovrambito a dicembre erano già stati incassati i livelli di un’intera comune stagione invernale.

Tutto risolto quindi e niente patemi? Non è proprio così. L’occhio dei tecnici infatti rimane posato su ottimizzazione e razionalizzazione, l’interesse rimane costante e la Regione punta a non abbassare la guardia sulle manutenzioni delle dighe dove spesso svuotamenti (come nel caso della Diga Trinità) e paradossi si incrociano tra loro facendo lievitare considerevolmente il livello delle criticità.

Estate 2022 a parte rimane comunque immutata l’attenzione sul rischio “desertificazione” per l’Isola. Gli studi portati avanti negli ultimi anni, a partire da quelli che la Regione ha svolto con l’Autorità di Bacino idrografico, hanno evidenziato come il territorio siciliano mostri rilevanti segni rilevantissimi di vulnerabilità alla desertificazione. In particolare, le “aree critiche” rappresentano oltre la metà dell’intera regione (56,7 per cento) e un altro terzo (35,8 per cento) è classificato come “fragile”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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