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«Troppe connivenze dentro e fuori gli ospedali», la Sanità ai piedi di Messina Denaro: caccia a chi lo ha aiutato

Le parole del gip di Palermo che ha firmato le misure cautelari per tre presunti fiancheggiatori

Di Redazione |

«L’attuale ruolo pubblico ricoperto da Massimo Gentile oltre a destare particolarmente allarme sulla capacità di Cosa nostra di espandersi anche all’interno dei centri di spesa pubblici, determina un innalzamento ai massimi livelli delle esigenze cautelari». Lo scrive nella misura cautelare il gip di Palermo Alfredo Montalto parlando della figura dell’architetto 51enne, responsabile dei Lavori pubblici del Comune di Limbiate, che ha anche la gestione dei fondi del pnrr, arrestato con l’accusa di essere un fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro.

Il gip va anche oltre: «Il quadro di connivenze in favore del latitante, fuori e dentro le strutture sanitarie, sta assumendo dimensioni allarmanti e imporrà a quest’ufficio ulteriori approfondimenti che saranno svolti |n un contesto che fino ad ora, come già detto in premessa, non ha mostrato alcuno spirito collaborativo» .

Secondo il giudice che ha firmato le misure cautelari Matteo Messina Denaro continua a essere «venerato e protetto anche dopo la sua morte. Il gravissimo grado di complicità con il capo riconosciuto dalla mafia trapanese – scrive il gip – venerato e protetto anche dopo la sua morte, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte dei medesimi indagati di ulteriori persone, dinamiche attinenti alla sfera più riservata e delicata della latitanza di Messina Denaro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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