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Vincono il concorso, ma il posto non c’è: in Sicilia più di 500 “cattedre fantasma”

Di Daniele Ditta |

Anziché gioire per l’agognata assunzione, la maggior parte dei vincitori di concorso ancora una cattedra non ce l’ha. Attendere, prego.

La storia è pirandelliana e torna alla ribalta nella solita estate calda per gli insegnanti, dove nei mesi che precedono l’inizio della scuola si presenta sempre quel bivio tra precarietà e stabilità. Proteste, interrogazioni, richieste d’aiuto alle istituzioni (gli ultimi in ordine di tempo il presidente della Regione Nello Musumeci e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti) non sono bastate a risolvere l’inghippo. Il perché di questi ritardi nell’immissione in ruolo prova a spiegarlo Giovanni Portuesi, vicepresidente Anief Sicilia: «Sostanzialmente il Miur ha bandito un concorso senza tenere conto della reale disponibilità dei posti, che nell’Isola erano inferiori rispetto a quelli messi a bando». Semplice errore o c’è dell’altro? La risposta di Portuesi è tranchant: «Il concorso 2016 per la scuola Primaria è stato bandito per motivi propagandistico-elettorali». Con critica implicita alla “Buona Scuola”, al governo Renzi, politici e burocrati.

Va precisato però che l’immissione in ruolo può essere completata nell’arco del triennio. Due anni sono già passati e siamo alle porte del terzo: ad agosto 2017 il contingente degli assunti contava 83 docenti vincitori di concorso; secondo le stime dell’Anief per il 2018 «in Sicilia le immissioni in ruolo saranno un centinaio». Qualche posto insomma salterà fuori, ma poca roba. E ciò nonostante sia saltato il “tappo” sui pensionamenti previsti dalla legge Fornero. «I numeri dei pensionati – sottolinea Portuesi – non sono tali da garantire l’assunzione a tutti i vincitori del concorso 2016».

Sulla vicenda, dall’Ufficio scolastico regionale allargano le braccia: «I posti non ci sono – taglia corto la direttrice Maria Luisa Altomonte –. Non possiamo nominare docenti su posti virtuali, previsti erroneamente. Le disponibilità che abbiamo le diamo al concorso, ma dobbiamo fare i conti con la realtà: vale a dire un calo della popolazione scolastica che si aggira sui 14mila alunni. Meno alunni uguale meno classi e quindi posti in meno per gli insegnanti.

I margini sono risicati. «Non si tratta di “inciampi” burocratici – ribadisce la direttrice dell’Usr – è la matematica a non consentirci l’immissione in ruolo di tutti i vincitori di concorso».

Più il tempo passa, più si prospetta la via giudiziaria per ottenere un diritto acquisito. Per l’Anief i ricorsi saranno inevitabili, «a meno che – dice Portuesi – nella prossima legge finanziaria non si inserisca una clausola di proroga della graduatoria in scadenza. È già successo altre volte. Il posto però ai vincitori di concorso gli spetta, non ci sono discussioni». Intanto, chi tra questi docenti non ancora assunti è nelle Gae (Graduatorie ad esaurimento) continuerà a lavorare con le supplenze annuali; chi invece non ancora varcato la soglia di una scuola si ritrova fuori anche dalla precarietà, ovvero a spasso. In tutti i casi sarà un’altra estate di speranza e di rabbia. Ad attendere.

È invece un’attesa meno amara quella dei docenti siciliani assunti e trasferiti al Nord con la “Buona Scuola” destinati, seppur temporaneamente (un solo anno scolastico), a ritornare in Sicilia per insegnare sostegno agli studenti disabili. Sull’Isola sono circa 6.500 i posti da assegnare in deroga. Per tornare a casa occorrerà aver insegnato sostegno per almeno un anno oppure essere in procinto di concludere il percorso di specializzazione. In base all’accordo sulle assegnazioni provvisorie raggiunto da sindacati e ministero dell’Istruzione, le operazioni di trasferimento dovrebbero chiudersi entro il 31 agosto, per consentire un avvio regolare del nuovo anno scolastico a docenti e alunni disabili.

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