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Il paradosso

Se Agrigento “ripudia” il convegno su Pirandello

Il paradosso. Quattrocento studenti e studiosi riuniti ma a Palermo: «Non ci danno fondi e strutture». Ma il sindaco: «Nel 2024 tornate»

Di Fabio Russello |

Cosa c’è di più pirandelliano di un convegno internazionale su Luigi Pirandello che anziché farsi ad Agrigento, la sua città natale, si fa altrove perché dalle parti del Caos tra diffidenze, inefficienze, antipatie e sciatteria le Istituzioni non mettono a disposizione fondi, mezzi e strutture?

Emigrato a Palermo

Probabilmente nulla, con l’aggravante che si sta avvicinando il 2025, quando Agrigento sarà la capitale italiana della cultura e dunque separare le sorti della città che ha dato i natali al Nobel per la letteratura dall’appuntamento culturale più importante che abbia come tema portante l’opera del forse più celebre autore teatrale del Novecento grida vendetta. Il sessantesimo convegno internazionale di studi pirandelliani si è infatti appena concluso a Isola delle Femmine con una manifestazione finale al Politeama di Palermo, con oltre 400 tra studenti e letterati provenienti da tutto il mondo. Stefano Milioto, professore tra i massimi esperti dell’opera di Pirandello, proprio nelle ore del convegno a chi gli chiedeva il perché si stesse svolgendo a Palermo e non ad Agrigento ha risposto serafico: «Perché Agrigento non ci dà aiuti, mezzi e contributi, Palermo invece ci accoglie e braccia aperte. Non è una scelta nostra ma una scelta obbligata». Le parole di Milioto hanno ovviamente fatto discutere e il problema è che nonostante il tema sia di natura pubblica contano molto probabilmente le antipatie personali e la burocrazia incompatibile con la programmazione. Dal Centro internazionale di studi pirandelliani spiegano che il convegno – che si svolge a dicembre in concomitanza con l’anniversario della morte del drammaturgo e della consegna del Nobel del 1934 – prende vita a marzo, con la pubblicazione degli atti, gli inviti agli studiosi, la scelta del tema. E quindi servono certezze. «E noi ci abbiamo provato – spiegano – senza successo, mentre Palermo invece ci ha dato i fondi e ci ha messo a disposizione il Politeama».

Servono certezze

Il 2025 però si avvicina e Nino Lauretta, figlio del compianto Enzo fondatore del centro internazionale di studi pirandelliani apre la porta al ritorno: «Noi siamo aperti al ritorno ad Agrigento ma servono certezze e non estemporaneità». Significa anche un piano pluriennale che abbia non solo la certezza dei fondi ma anche la disponibilità del Teatro Pirandello e del Palazzo dei Congressi. Tutti passaggi burocratici che sembrano scontati e che invece non lo sono, tanto è vero, ad esempio, che l’Ente Parco Archeologico che dovrebbe cofinanziare il convegno ha di recente “istituzionalizzato” la collaborazione con l’Accademia di studi mediterranei, ma non quella con il Centro internazionale di studi pirandelliani. Dimenticanza si dirà.

lo zampino della politica

E invece qui all’ombra dei templi contano tante altre cose, con la politica che ci mette sempre lo zampino, soprattutto in questi mesi dove con l’avvicinarsi dell’appuntamento del 2025 Agrigento è destinata a ricevere fondi ordinari e straordinari. E contano anche le antipatie che travalicano il “pubblico” confondendo rapporti personali e fatti istituzionali. Ma il paradosso è stato talmente spudorato che stavolta le Istituzioni locali hanno capito che tenere ancora lontano da Agrigento il convegno internazionale che più di ogni altro celebra la personalità forse più famosa della storia della città sarebbe un autogol che metterebbe alla berlina il progetto Agrigento capitale italiana della cultura 2025. E quindi dal sindaco di Agrigento Franco Miccichè e dal direttore dell’Ente Parco Roberto Sciarratta ci sono parole di apertura totale anche se si sente il retrogusto dei rapporti personali non esattamente da amici di infanzia.

Il sindaco apre

«Per il 2021 – spiega subito Micciché – non si sono accordati perché la nostra disponibilità economica a loro è sembrata insufficiente. Ho ottimi rapporti sia con Stefano Milioto che con la presidente Carmela Pace. Quando ci fu l’inaugurazione del restauro della casa natale di Pirandello fui io ad andare a prendere con la mia auto il prof. Milioto a casa sua e a farlo parlare con l’allora presidente della Regione Nello Musumeci. Poi il giorno dopo lessi le sue accuse. Ma vi garantisco che il prossimo convegno sarà fatto ad Agrigento. Non è vero che mi sono tirato indietro. Basta che mi chiamino e ne parliamo. Per Agrigento sarebbe assurdo non far svolgere qui il convegno internazionale. Ma insisto – ha aggiunto il sindaco insistendo per davvero e facendo riemergere il “retrogusto” di sopra – la prima volta ci hanno detto che 17mila euro erano pochi e poi ci hanno detto a marzo che era troppo tardi. Ora abbiamo uomini e fondi disponibili, parliamone».

Il Parco pronto

Un concetto – quello dei fondi ritenuti dal centro studi insufficienti – ribadito anche da Roberto Sciarratta, direttore del Parco: «Io sono qui, hanno i miei numeri. Sono pronto a cercare con le nostre risorse di riportare ad Agrigento il convegno tanto più che da qualche giorno sono tornati sotto la giurisdizione dell’Ente Parco sia la casa natale di Luigi Pirandello che la biblioteca museo. E al di là delle incomprensioni è arrivato il momento di gettare le basi per il 2024».Quindi pare – anzi, “Così è, se vi pare” – che la questione sia legata a chi farà il primo “passo”. Chi la farà dunque questa benedetta prima telefonata?

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