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Il leader degli industriali a Palermo stuzzica Salvini: «Serve coerenza»

Di Redazione |

PALERMO – «Il governo conosce le criticità e le proposte del mondo dell’economia tutta in chiave trasversale, quindi oltre alla disponibilità al dialogo, che va sempre bene, ci vuole la disponibilità alla coerenza chiaramente, non solo all’ascolto. Apprezziamo comunque questo cambio di guardia almeno da parte del ministro Salvini». Così il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, rispondendo ai cronisti a Palermo dove si trova per partecipare ad un incontro su infrastrutture e turismo organizzato dagli industriali siciliani. 

«Il ministro Salvini dice che incontra molti imprenditori – ha detto ancora Boccia –  voglio solo segnalare che ieri a Torino c’erano associazioni che rappresentano tre milioni di imprese: penso che sia un campione cosiddetto statisticamente valido rispetto agli imprenditori che incontra il ministro, che sono in numero sicuramente inferiore ai nostri». 

Boccia aggiunge: «Siccome all’interno di questo governo c’è una idea che la crescita è un fondamentale della sostenibilità della manovra economica, le parti sociali, che sono protagoniste dell’economia italiana, stanno chiedendo a questo governo di occuparsi del “Sì Tav”, “Sì infrastrutture” che riguarda anche il Mezzogiorno, “Sì alla crescita”. Su queste tre direttrici ci sono una serie di proposte ufficiali che abbiamo fatto noi insieme ad altre categorie e su questo occorre una risposta più che un dialogo. Comunque se Salvini prepara 12 caffè ci andiamo».

Il leader degli industriali italiani ha parlato anche del rischio recessione. «Potenzialmente c’è, per il combinato tra rallentamento dell’economia globale e  rallentamento della Germania. Dobbiamo avere una manovra economica che reagisce e compensi questi effetti esterni».

Per il leader di Confindustria «non è colpa di questo governo: purtroppo il rallentamento dell’economia globale e il rallentamento della Germania accelera le premure del mondo economico tutto, riduce la potenzialità dell’export italiano e questo comporta il fatto di rivedere la manovra in chiave cosiddetta anti-ciclica».

«Pensare alle ragioni dello sviluppo e non solo alle ragioni del consenso legate ai tre grandi fini che il governo si è dato: pensioni, flat tax per gli autonomi e reddito di cittadinanza». E conclude: «Depotenziare strumenti come l’industria 4.0, ridurre della metà il credito d’imposta ricerca e investimenti, ridurre la piattaforma credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e addirittura dibattere sulla chiusura di alcuni cantieri non ci sembra che vada nella direzione auspicata dallo stesso governo della crescita».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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