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La pensione è ormai un miraggio per i giovani

Un ventiduenne che comincia a lavorare oggi in Italia potrà ritirarsi all’età di 71 anni

Di Alessia Tagliacozzo |

L’accesso alla pensione sarà un miraggio per i giovani italiani, mentre gli anziani attuali sono stati favoriti da regole vantaggiose per il ritiro: chi comincia a lavorare ora, certifica l’Ocse nel report “Pensions at a Glance” appena pubblicato, riuscirà a ritirarsi a 71 anni, l’età più alta nell’area dei Paesi più sviluppati dopo la Danimarca, per la quale si prevedono 74 anni.La stretta sulla previdenza con il collegamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita è anche la conseguenza di scelte che negli anni hanno favorito il pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia senza penalizzazioni.

La stima Ocse

Ma gli italiani, andando in pensione tardi e pagando la quota di contributi sulla retribuzione più alta tra i Paesi Ocse (il 33% contro la media del 18,2%) potranno, però, contare in futuro su assegni più sostanziosi rispetto agli anziani degli altri Paesi. Per chi comincia a lavorare ora intorno ai 22 anni e si ritirerà a 71 anni si prevede che si abbia un importo della pensione rispetto allo stipendio al momento del ritiro di circa l’83%, a fronte del 61% medio dell’Ocse.«Per chi entra ora nel mercato del lavoro – scrive l’Ocse – l’età pensionabile normale raggiungerebbe i 70 anni nei Paesi Bassi e in Svezia, 71 anni in Estonia e Italia e anche 74 anni in Danimarca. Nel 2023, l’età pensionabile legale in Italia è di 67 anni, in forte aumento dopo le riforme attuate durante la crisi finanziaria globale». Ma l’Italia garantisce ancora «un ampio accesso al pensionamento anticipato, spesso senza una penalità».

Il livello della contribuzione

Sul livello della contribuzione, al top tra i Paesi Ocse, l’organizzazione segnala che è vero che garantisce prestazioni più alte, ma c’è il rischio di «danneggiare la competitività del dell’economia e una riduzione dell’occupazione totale» con l’aumento del lavoro informale.In attesa che aumentino gli anni necessari all’accesso alla pensione, l’Italia arriverà nel 2025 ad avere una spesa per le pensioni del 16,2% del Pil, al top dell’area Ocse (9,3% in media). Secondo le previsioni dell’Ocse, la spesa in percentuale del Pil in Italia salirà fino al 17,9% nel 2035 per poi ripiegare.Al momento il reddito medio delle persone di età superiore ai 65 anni in Italia «è leggermente superiore a quella della popolazione totale» (al 103%), mentre è in media inferiore del 12% rispetto alla popolazione complessiva nell’area Ocse (all’88%).

La povertà relativa

La povertà relativa tra gli over 65 in Italia è al 10%, mentre è in media al 14% nell’area Ocse. Al momento il tasso di occupazione nella fascia tra i 60 e i 64 anni in Italia, pur essendo cresciuto in modo rilevante negli ultimi anni, è al 41% a fronte del 54% nell’area Ocse.Secondo il rapporto, con l’invecchiamento della popolazione mondiale sta diventando «sempre più necessario promuovere» l’impiego dei lavoratori più anziani per fare fronte a una carenza di manodopera.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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