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L'intervento

I giudici, la politica, la gazzarra e il diritto

L'opinione di Felice Lima sul caso Apostolico di Catania

Di Felice Lima |

La violenta aggressione del Governo alla collega Apostolico dimostra che in questo Paese le questioni non si affrontano ma si mistificano e si usano per l’unica cosa che interessa al potere: mantenere cittadini ignoranti dentro un finto derby (che fa da arma di distrazione di massa) fra pseudo destra e pseudo sinistra.

I problemi da affrontare sarebbero due. Il primo, la tesi che sarebbe inaccettabile che un magistrato manifesti opinioni politiche. Nessuno dei mille “giornalisti” embedded pagati per fare spudoratamente da sguatteri a questo e quel partito informa il popolo che Sottosegretario di Stato del Governo Meloni è il dott. Alfredo Mantovano, di cui Wikipedia dice che «è un politico e magistrato italiano». Non c’è qui lo spazio per elencare i ruoli politici svolti da Mantovano insieme a quelli giudiziari (da ultimo giudice penale in Cassazione), ma basta leggere la sua scheda su Wikipedia. E vedere quanti altri magistrati fanno politica attiva per partiti di ogni colore (altro che partecipare a una manifestazione!). Emiliano, presidente della Regione Puglia (Pd), Centaro (Forza Italia), Violante (Pd), Finocchiaro (Pd), Nitto Palma (Forza Italia), Chinnici (prima Pd e ora Forza Italia, per dire quanto sia vero il derby destra/sinistra), Parenti (Forza Italia), Ferranti (dieci anni come deputata Pd, coinvolta nelle chat di Palamara, e da lì incredibilmente a giudice della Cassazione) e decine di altri. Ciliegina sulla torta, il ministro della Giustizia, magistrato che da sempre ha vantato pubblicamente la sua simpatia per Berlusconi e il berlusconismo. Tanti magistrati auspichiamo da decenni che si metta fine ai rapporti fra politica e magistratura, ma nessun partito lo vuole.

In questo quadro è intellettualmente e moralmente onesto aizzare la folla in una finta gazzarra elettorale, dicendo di credere che sia scandaloso andare a una manifestazione pacifica in difesa di valori costituzionali? L’altro problema è il cd “decreto Cutro”. La Costituzione impone che ogni provvedimento giudiziario abbia una motivazione. La correttezza e l’imparzialità di un magistrato sono definiti con assoluta chiarezza dalla motivazione dei suoi provvedimenti. Io potrei essere un santo o un depravato, leggere i salmi o assumere cocaina, ma questo nulla consentirebbe di dire sulla giustezza o no dei miei provvedimenti, perché quella emerge solo dalla loro motivazione. Che è pubblica e può essere letta e giudicata da tutti. E serve proprio a consentire il controllo del popolo sulla correttezza della giurisdizione. In questo, la giustizia, con i suoi immensi difetti, è l’amministrazione più trasparente. Il Governo ha centinaia di ottimi avvocati e tantissimi altri avvocati fanno a gara su Facebook a dirsi verginalmente turbati dal video della collega Apostolico. Ma non è vergognoso che nessuno di questi abbia detto una sola parola una per spiegare al popolo perché l’ordinanza della dott. Apostolico è, in ipotesi, giuridicamente sbagliata? Non è profondamente disonesto che un Paese che crede di essere una democrazia invece di discutere il merito delle questioni nasconda quel merito dietro falsi pretesti e vergognose menzogne?

Io non intendo prendere posizione sull’andare o no alle manifestazioni e sulla legittimità o no del “decreto Cutro”, perché non ho qui lo spazio per farlo. Mi limito a segnalare che il Consiglio di Stato (e non Iolanda Apostolico), già nel 2016, con la sentenza n. 4487 che ognuno può leggere in rete, ha statuito che «deve essere disapplicata, per effetto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 2.9.2015, in C-309/14, la disposizione del (…) D.Lvo 286/1998, nella misura in cui fissa gli importi dei contributi richiesti per tutti i permessi di soggiorno da un minimo di € 80 ad un massimo di € 200, in quanto costituenti nel loro complesso un ostacolo, per il loro importo eccessivamente elevato, ai diritti conferiti ai cittadini stranieri richiedenti i permessi Ue (…), con conseguente illegittimità del Dm». Figuriamoci gli € 5.000 del “decreto Cutro”!

  • Sostituto Procuratore Generale di Messina
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