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Distretti industriali in salute, fatturato +20% rispetto al pre-Covid

Di Redazione |

MILANO (ITALPRESS) – Nel 2023 il fatturato delle imprese distrettuali é stimato in crescita dello 0,8% a prezzi correnti, in aumento di oltre il 20% rispetto ai livelli pre-covid del 2019. La crescita prevista per le imprese distrettuali é dell’1,1% nel 2024 e del 2% nel 2025. Sono alcuni dei numeri che emergono dal sedicesimo rapporto annuale “Economia e finanza dei distretti industriali: le sfide green e digitale’ presentato a Milano da Intesa Sanpaolo. Il Rapporto, illustrato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, dal Chief Economist Gregorio De Felice e dalla Responsabile della Ricerca Industry & Local Economies Stefania Trenti, offre una fotografia aggiornata della situazione economico-reddituale delle imprese distrettuali. Ne emerge un quadro confortante sullo stato di salute delle imprese, tutt’altro che scontato visto il periodo di forte turbolenza e incertezza che ha caratterizzato gli ultimi anni. A partire dal 2020 le imprese si sono trovate ad affrontare un susseguirsi ravvicinato di eventi avversi. Le analisi contenute in questo Rapporto mostrano che le imprese distrettuali hanno saputo superare, rafforzandosi, dapprima il Covid, con il blocco delle produzioni e le difficoltá di approvvigionamento che ne sono conseguite, e successivamente la guerra in Ucraina che ha portato in Europa forti rincari energetici e criticitá nelle forniture di alcune materie prime importate dai paesi interessati dal conflitto. Il quadro geo-politico si é ulteriormente deteriorato sul finire del 2023, quando, sempre alle porte dell’Europa, é iniziata una nuova guerra tra Israele e Hamas che, al pari di quella in Ucraina, é tuttora in corso. Tra gli elementi di incertezza che caratterizzano l’attuale scenario vi sono anche le prossime elezioni in Europa e negli Stati Uniti. Ciononostante, il tessuto produttivo italiano ha le risorse per affrontare questa fase complessa, grazie soprattutto a un poderoso processo di riposizionamento strategico che ha visto crescere gli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e ICT del 29,3% tra il 2016 e il 2023 a prezzi costanti e, al contempo, salire significativamente il grado di patrimonializzazione delle imprese. Ció ci consente di guardare con ottimismo alla ripresa che ci attendiamo partire nella seconda parte del 2024 e intensificarsi nel corso del 2025 quando si saranno dispiegati gli effetti del rientro dell’inflazione, del taglio dei tassi di interesse e della spinta dei fondi del PNRR. Sono stati analizzati i bilanci di circa 20.800 imprese localizzate nei distretti industriali. Il fatturato, dopo il balzo registrato nel biennio 2021-22, é stimato aver mostrato un lieve incremento nel 2023 (+0,8% a prezzi correnti), collocandosi abbondantemente sopra i livelli del 2019 (+20% circa a prezzi correnti). Si tratta di una performance decisamente positiva e superiore a quella delle imprese non distrettuali. Tutti i settori mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del 2019. Spiccano, in particolare, i distretti specializzati nella meccanica e nell’agro-alimentare che anche nel 2023 hanno registrato una buona crescita del fatturato, grazie alle performance ottenute sui mercati internazionali (+7,9% e +4,5% rispettivamente la crescita dell’export). Nel 2023 l’export distrettuale é rimasto sostanzialmente stabile, confermando i livelli record toccati nel 2022 quando per la prima volta si era superata di slancio la quota dei 150 miliardi di euro esportati. I distretti hanno saputo superare la debolezza del mercato tedesco cogliendo le opportunitá di crescita presenti in altri mercati, come ad esempio, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, il Messico, l’Arabia Saudita, la Cina. Si tratta di un’ulteriore conferma della straordinaria capacitá e velocitá di adattamento delle imprese distrettuali che spiccano nel panorama italiano per propensione all’export e capacitá di creare valore nel territorio. Nel 2023, infatti, l’avanzo commerciale dei distretti é salito di altri 4,4 miliardi di euro (+4,8%), toccando la quota record di 94,3 miliardi di euro. Le attese per il biennio in corso sono positive: é previsto un aumento del fatturato a prezzi correnti delle imprese distrettuali pari all’1,1% nel 2024 e del +2% nel 2025. Ancora in evidenza agro-alimentare e meccanica. Il primo settore potrá contare su un potenziale di crescita inespresso sui mercati internazionali. Il secondo beneficerá della maggior domanda di beni di investimento attivata dalla transizione digitale e green. Indicazioni positive vengono anche dagli indicatori di redditivitá che hanno mostrato una buona tenuta nonostante la crisi energetica. A fronte di un lieve ridimensionamento dell’EBITDA margin, il ROI delle imprese distrettuali si é rafforzato, grazie a un utilizzo piú efficiente del capitale investito. Sul fronte reddituale sono state premiate le imprese con impianti di autoproduzione di energia. Il 16,6% delle imprese ad alta marginalitá sia nel 2019 sia nel 2022 é dotato di un impianto di energia rinnovabile, cinque punti percentuali in piú rispetto alle altre imprese. Queste differenze sono significative in ogni dimensione aziendale e settore e sono particolarmente pronunciate tra le medie imprese, nel sistema moda e nella filiera dei metalli. È proseguito il processo di rafforzamento patrimoniale delle imprese distrettuali: il patrimonio netto in percentuale del passivo é salito sopra la soglia del 30% nei distretti, leggermente superiore ai valori osservati al di fuori dei distretti. Un’originale analisi di lungo periodo sui bilanci aziendali mostra come questa percentuale si sia raddoppiata in vent’anni (era di poco sotto il 16% nel triennio 1998-2000). Il confronto tra imprese distrettuali attive da piú di vent’anni e imprese cessate dopo il 2001 evidenzia poi come le differenze maggiori si osservino soprattutto in termini di grado di patrimonializzazione che, nel quadriennio 1998-2001, nelle prime era salito al 22,2%, circa il doppio rispetto alle seconde. I divari erano invece piú contenuti in termini di redditivitá, liquiditá e crescita, anche a paritá di dimensione e settore. Ció significa che l’accresciuta patrimonializzazione delle imprese rappresenta un’importante protezione contro i rischi geo- politici e le turbolenze presenti nell’attuale scenario macroeconomico. Sono in crescita gli investimenti delle imprese distrettuali diretti a efficientare i processi produttivi e a potenziare l’autoproduzione di energia. È questa l’evidenza che emerge dall’indagine condotta a novembre-dicembre sulla rete di gestori di Intesa Sanpaolo. Resta dunque alta l’attenzione ai costi energetici, anche perchê, nonostante il rientro parziale delle quotazioni, il quadro resta caratterizzato da incertezza e volatilitá. L’analisi delle bollette energetiche evidenzia che un quarto delle imprese distrettuali tra il 2019 e il 2023 é riuscito a contenere al 4% l’aumento dei pagamenti alle utility energetiche; si tratta molto probabilmente delle aziende piú attive sul fronte delle rinnovabili e dell’efficientamento dei processi produttivi. Sempre secondo i gestori, la doppia transizione green e digitale é, e sará, il principale driver degli investimenti in Italia e nei distretti industriali; una spinta importante potrá venire dagli incentivi a favore di Transizione 5.0, che complessivamente prevedono circa 13 miliardi di euro di crediti d’imposta. Una maggiore diffusione del digitale nel sistema produttivo si puó tradurre in un aumento del tasso di crescita potenziale del nostro PIL. Le imprese con investimenti 4.0 ottengono, infatti, vantaggi importanti in termini sia di crescita (+32,5% l’aumento del fatturato tra il 2019 e il 2022, una percentuale doppia rispetto a quelle non 4.0) sia di produttivitá (pari nel 2022 a 76 mila euro vs 60 mila euro). È questa l’evidenza che emerge dall’analisi effettuata su piú di 200 imprese localizzate in Emilia-Romagna e nelle Marche e attive anche in settori ad alta intensitá distrettuale. Nei prossimi anni potrá dunque proseguire il processo di rilancio competitivo del tessuto distrettuale italiano. Tecnologia e capitale umano continueranno a essere le prioritá. Il cambiamento climatico in corso imporrá poi una gestione piú consapevole ed efficiente della risorsa idrica, oltrechê un’attenzione particolare ai rischi idrogeologici. Secondo le nostre stime, il 15% delle imprese distrettuali é esposto a un rischio alluvione medio o elevato. Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, la diffusione di alcune tecnologie nei settori ad alta intensitá distrettuale é ancora bassa. Se, infatti, é alta la quota di imprese manifatturiere italiane che utilizzano servizi di cloud computing (siamo al 61,2% vs il 46,3% nella media dell’Unione Europea), non altrettanto si puó dire per l’analisi dei dati (24,3% vs 27,4%), l’e- commerce (15,2% vs 20,8%) e l’intelligenza artificiale (4,9% vs 6,8%). Tra i settori ad alta intensitá distrettuale, spicca soprattutto il settore alimentare e bevande che evidenzia un posizionamento migliore rispetto alla media europea per analisi dati e intelligenza artificiale e un divario contenuto sull’e-commerce. Ritardi maggiori emergono, invece, per il sistema moda italiano. Il cambiamento climatico imporrá una crescente attenzione all’ambiente, rendendo sempre piú prioritaria la transizione green, da portare avanti con un mix articolato di strategie, dall’autoproduzione di energia all’efficientamento energetico, dalla riduzione dell’uso di materie prime all’utilizzo di materie prime seconde, dal risparmio idrico al riciclo-riutilizzo di acqua, dalla riduzione di emissioni atmosferiche al minor utilizzo di trasporti, dal design for recycling al life cycle assessment. È ancora contenuta la quota di imprese evolute su questi temi. Tuttavia, l’operativitá in distretti industriali potrá rappresentare un vantaggio. Si pensi ad esempio alla presenza di esternalitá positive nella gestione della risorsa idrica nella fase di approvvigionamento, in quella di raccolta e depurazione dei reflui industriali e nelle pratiche di riutilizzo. L’omogeneitá delle produzioni e delle tecnologie rappresenta, infatti, un elemento che tende a semplificare la gestione aggregata dei servizi. Un contributo potrá poi venire dai rapporti di filiera. Proprio nei distretti é piú alta la ricerca di fornitori che riducono l’impatto ambientale, soprattutto da parte delle imprese medio-grandi, che spesso svolgono funzione di ‘capofila’ e possono, quindi, generare un effetto ‘a cascata’ verso le imprese piú piccole, che saranno maggiormente indotte a effettuare investimenti in questa direzione per continuare a essere partner strategici. Le sfide digitale e green possono essere vinte solo se affrontate con forza lavoro qualificata. Soprattutto nei distretti, le difficoltá di reperimento della manodopera sono elevate. Queste criticitá vanno superate, anche attraverso il potenziamento degli ITS e l’avvicinamento delle Universitá al tessuto produttivo. I giovani italiani conoscono ancora poco le opportunitá offerte dalle tante eccellenze aziendali presenti sul territorio. Anche per questo scelgono molto spesso di emigrare, attratti dalla possibilitá di veder valorizzato il merito, fare carriera e percepire alte remunerazioni. Sono queste le principali evidenze emerse da una nostra indagine ad hoc, condotta lo scorso anno, su circa 140 giovani laureati o laureandi emigrati all’estero. – foto Italpress – (ITALPRESS). fsc/com 15-Apr-24 15:07

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