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Andrea fuori dalla famiglia, la decisione di Carlo e William

I media inglesi rivelano il retroscena: i due eredi al trono hanno esortato regina, "per far sopravvivere la monarchia", a revocare i titoli del duca di York coinvolto nello scandalo sessuale 

Di Redazione |

 Il principe Carlo e il figlio William hanno fortemente esortato la regina Elisabetta a privare il principe Andrea dei suoi patrocini reali e dei titoli militari, in aggiunta alla perdita di ogni incarico di rappresentanza a nome della Royal Family, durante un incontro di un’ora al castello di Windsor. E’ il retroscena rivelato dai media del Regno Unito sulla decisione della sovrana annunciata ieri da Buckingham Palace che ha anche revocato al terzogenito di Sua Maestà il diritto a essere chiamato «Altezza Reale» per il coinvolgimento nello scandalo del giro di giovani prede sessuali messe a suo tempo a disposizione di amici ricchi e potenti dal faccendiere americano Jeffrey Epstein, morto in cella a New York nel 2019. 

 William in particolare si sarebbe prodigato per convincere la nonna della gravità della situazione e della necessità di difendere la monarchia con una ormai inevitabile 'messa al bando' del duca di York. Secondo il Sun, i due futuri re si sono detti «furibondi» per il confine superato da Andrea, dopo la decisione della giustizia Usa di non archiviare la causa civile intentata nei suoi riguardi da Veronica Giuffre, una delle vittime di Epstein, che lo accusa di aver abusato di lei tre volte nel 2001 quando era ancora minorenne. 

 Il principe rischia anche di perdere il diritto alla scorta di Stato e di doversi trasferire dalla Royal Lodge, residenza vicino al castello di Windsor che attualmente occupa, verso un’altra proprietà reale come il cottage di Frogmore, lasciato libero da Harry e Meghan.

 È improbabile che Virginia Giuffre accetti un «accordo puramente finanziario» per porre fine alla sua causa civile per aggressione sessuale da lei intentata negli Usa contro il principe Andrea, ha detto David Boies, legale della 38enne che accusa il duca di York di averla sessualmente abusata tre volte nel 2001, quando a 17 anni gli fu presentata dal defunto finanziere Jeffrey Esptein e dalla sua fidanzata Ghislaine Maxwell. 

Una delle opzioni di Andrea per evitare l’incombente processo sarebbe quella di tentare la carta dell’accordo extragiudiziale. Ma Boies ha precisato: «Penso che sia molto importante per Virginia Giuffre che la questione venga risolta in un modo che dia ragione a lei e alle altre vittime». Giuffre, molestata da piccola, poi entrata nel giro di minorenni di Epstein e Maxwell , diventò poi "reclutatrice", aiutando  Ghislaine a procurare ragazze giovanissime per soddisfare le perversioni della coppia.

Andrea è rimasto coinvolto grazie alla sua amicizia pericolosa con Epstein e Maxwell, che lo aveva già messo in difficoltà dopo l’arresto del finanziere, suicidatosi in cella mentre attendeva il processo per traffico sessuale di minorenni. Reato per il quale è stata recentemente giudicata colpevole la sua ex fidanzata, accusata di reclutare e manipolare le vittime, come racconta in modo agghiacciante anche una serie ben documentata su Netflix (Jeffrey Epstein: Filthy Rich).

Furono loro a presentargli la Giuffre nel 2001, andando tutti insieme al Tramp nightclub di Londra, dove Maxwell le disse – secondo la versione dell’accusatrice – che doveva «fare per Andrea quello che facevo per Jeffrey», prima di venire abusata da lui nella casa della socialite britannica a Belgravia. Giuffre ricorda che quella sera al nightclub il principe ballava sudandole copiosamente addosso.

In una rovinosa intervista alla Bbc il duca ha negato, non ricordando di averla incontrata e fornendo due alibi: il primo è che nel tardo pomeriggio accompagnò la figlia Beatrice ad un pizza party e poi tornò a casa restandoci tutta la notte con i figli; il secondo che non è in grado di sudare per una overdose di adrenalina quando fu ferito nella guerra delle Falklands. Tutte circostanze che la difesa della Giuffre ha chiesto di documentare.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA