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Budapest, respinti i domiciliari per Ilaria Salis. Schlein: «Schiaffo irricevibile, Meloni reagisca»

La trentanovenne in carcere da 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra apparsa ancora in aula al guinzaglio e con catene ai polsi e ai piedi

Di Redazione |

Un tribunale di Budapest ha “respinto la richiesta di Ilaria Salis” degli arresti domiciliari perché “ritiene giustificato il mantenimento della custodia cautelare”. La nuova udienza si terrà il prossimo 24 maggio. Il giornale aggiunge che secondo il ragionamento del giudice “non possono dirsi eccessivi” 13 mesi di detenzione “nel caso di un reato di questa gravità”.

Il giudice ha anche affermato che “negli ultimi due mesi le sue condizioni personali in carcere sono migliorate”, riporta ancora il giornale conservatore. La 39enne italiana è stata arrestata nel febbraio del 2023 con l’accusa di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest.

Il sito hvg.hu riporta una lunga cronaca dell’udienza, sottolineando come l’aula del tribunale di Budapest fosse affollata di “amici e parenti di Salis”. Inoltre ha riportato che l’avvocato della difesa ha chiesto al giudice che consentisse il rientro in Italia di Salis “sotto il controllo penale europeo” o “altrimenti la sospensione delle misure detentive, in cambio di una cauzione di 16 milioni di fiorini”.

Il pubblico ministero – prosegue il sito – si è opposto ai domiciliari affermando che vi sarebbe “rischio di fuga”. “Il giudice ha infine respinto l’istanza dell’avvocato di Ilaria Salis”, specificando che “a maggio si valuterà se Salis debba essere ancora detenuta”.

Il padre

La decisione di respingere i domiciliari per Ilaria Salis è stata «l’ennesima prova di forza del governo Orban”: così ha detto Roberto Salis, il padre della donna in carcere da oltre un anno in Ungheria. «Un pò me lo aspettavo – ha aggiunto – Ilaria qui è considerata un grande pericolo».

Le polemiche sulle catene

Anche oggi Ilaria Salis è apparsa in aula con catene ai polsi e ai piedi. «I nostri ministri non hannofatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza», ha detto ancora Roberto Salis «Le catene non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mia figlia non sia trattata come un cane».

Che il caso Salis sia diventato anche un caso politico lo dimostrano anche le parole della segretaria del Pd Elly Schlein: «Ilaria Salis resterà in carcere a Budapest. Dopo essere stata portata ancora una volta in Aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari. Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA