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Taiwan: media, visita di Pelosi 4 agosto da base Filippine

Speaker Camera Usa inizia oggi da Singapore la missione in Asia

Di Redazione |

PECHINO, 01 AGO – La visita a Taiwan della Speaker della Camera americana Nancy Pelosi sarebbe in programma il 4 agosto: lo riporta il sito web in mandarino di Radio France Internationale che cita fonti anonime, secondo cui il passaggio sull’isola avverrà dalla Clark Air Base, nelle Filippine, Paese peraltro non citato nel suo tour asiatico. In programma a Taipei ci sarebbe l’incontro con la presidente Tsai Ing-wen, prima di dirigersi verso la base aerea di Yokota, alle porte di Tokyo, nel pomeriggio del 5 agosto per incontrare il premier nipponico Fumio Kishida. Domenica Pelosi ha annunciato l’itinerario della missione in Asia, confermando le tappe in Giappone, Corea del Sud, Singapore e Malaysia, senza menzionare Taiwan, al centro di un duro braccio di ferro con la Cina che rivendica l’isola come parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare con la forza, se necessario. La delegazione del Congresso guidata da Pelosi, intanto, sarà oggi e domani a Singapore dove vedrà la presidente Halimah Yacob e il premier Lee Hsien Loong. Anche i media statali cinesi credono allo scalo a Taipei, verosimilmente proprio il 4 agosto, con la motivazione di uno scalo tecnico. “Se l’aereo di Pelosi ha davvero problemi di emergenza e deve atterrare da qualche parte durante il suo volo in Cina, i caccia dell’Esercito popolare di liberazione nella regione forniranno la sua protezione – ha scritto il Global Times -. Porteranno la delegazione negli aeroporti della Cina continentale per fornire un servizio e un’assistenza di livello mondiale, purché stia lontana dall’intoccabile linea rossa dello sbarco a Taiwan”. Pechino ha emesso avvertimenti e minacce crescenti, di natura militare ed economica, sull’arrivo a Taipei di Pelosi. Sabato, Hu Xijin, ex direttore e attuale commentatore del Global Times, ha ventilato su Twitter l’abbattimento dei caccia Usa nel caso scortino l’aereo della terza carica istituzionale americana, rimuovendo il post solo dopo che il social media americano aveva bloccato il suo account.

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