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Alitalia taglia le tratte dal Nord al Sud

Alitalia taglia le tratte dal Nord al Sud Insorge Bianco: «Si spezza il Paese in due»

Critiche alla decisione della Compagnia di «rivedere» il servizio

Di Redazione |

Alitalia ha deciso di tagliare i voli da Torino Caselle per il Sud e per le isole: dal primo ottobre infatti non ci saranno più i collegamenti con Alghero, Bari, Catania, Lamezia, Reggio Calabria e Palermo. C’è già chi ha chiesto al governo di garantire con altre compagnie aeree i collegamenti cancellati. Tra le ipotesi in campo quella di una base a Torino di Ryanair, formulata dallo stesso vettore low cost nei mesi scorsi. Da Torino è insorto il sindaco Fassino, che ha chiesto l’intervento del premier Matteo Renzi e del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi e ha anche fissato un incontro con l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio. Ma il taglio dei voli deciso da Alitalia dopo l’accordo con l’araba Etihad non interessa solo Torino – come spiegano dalla Sagat, la società che gestisce lo scalo torinese – ma tutti gli scali del Nord, ad eccezione di Milano per il quale è previsto comunque un ridimensionamento. Sagat ha anche contestato la presunta «non redditività delle tratte» coinvolte dalle «drastiche e repentine scelte della compagnia. Le rotte da Torino verso il Sud registrano infatti altissimi coefficienti di riempimento dei voli e rappresentano una potenzialità per altri vettori. Comunque Volotea, la compagnia low cost spagnola, ha già annunciato l’aumento dell’offerta sulle rotte dismesse da Air One a partire da Palermo. Intanto è arrivato il durissimo commento del sindaco di Catania Enzo Bianco: «Non si può pensare di spezzare in due il Paese. La pessima situazione delle ferrovie nel Sud a causa di scelte che continuano a penalizzare il Meridione rendono ancor più grave la decisione dell’ex compagnia di bandiera. Lo sviluppo del Mezzogiorno passa anche dai collegamenti aerei e lo stesso premier Matteo Renzi ha recentemente ribadito che il rilancio dell’Italia passa dal rilancio del Sud. Tra l’altro non si riesce davvero a comprendere quali vantaggi economici possano esserci nel rinunciare alle tratte sud nord più frequentate e produttive».

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