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Formazione, i vescovi di Sicilia

Formazione, i vescovi di Sicilia no a licenziamenti e chiusura enti

I prelati chiedono alla politica garanzia per i lavoratori e i giovani

Di Redazione |

PALERMO – I vescovi di Sicilia «ancora una volta si fanno interpreti del disagio dei 1.500 operatori della Formazione professionale nell’Isola che non ricevono da oltre un anno gli stipendi, pur continuando a svolgere il loro compito educativo e sociale». È quanto si legge nel documento conclusivo della sessione autunnale della Conferenza episcopale siciliana (Cesi), in questi giorni riunita a Baida alle porte di Palermo.

«A oggi 2.500 minori in obbligo di istruzione, iscritti ai percorsi di formazione per l’anno 2014/2015, non hanno alcuna garanzia in merito alla prosecuzione del loro percorso scolastico – proseguono i vescovi – Inoltre oltre 3.500 allievi minori iscritti alle terze annualità dell’anno scolastico 2013/2014 non sono ancora in aula dopo oltre un anno dal naturale avvio delle attività, non possono fruire del loro diritto e di fatto hanno perduto un anno della loro vita, trovandosi in dispersione scolastica e fuori da ogni circuito didattico, facili prede di tutte le mafie».

«I vescovi auspicano la definizione di una politica della formazione professionale che progetti e programmi a garanzia dei ragazzi, dei giovani, dei lavoratori, del bene comune e dello sviluppo economico-professionale della nostra Sicilia – conclude il documento – auspicano inoltre che vengano sbloccati i pagamenti pregressi per evitare la chiusura degli enti e il licenziamento del personale con le conseguenti condizioni di emergenza sociale per le famiglie coinvolte: una situazione che la Sicilia non può permettersi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA