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Biossido di azoto a 50 mg A Catania polveri sottili nella norma

Di Cesare La Marca |

Questo lo scenario complessivo in città, alla vigilia della stagione che tornerà ad avere un impatto elevato sull’inquinamento atmosferico, il grande traffico dell’autunno in una Catania ancora schiava dell’automobile, questo mentre il Comune tra un paio di settimane aggiudicherà per i prossimi due anni il servizio in scadenza per la manutenzione “chiavi in mano” delle centraline antismog di piazza Aldo Moro, viale Vittorio Veneto quasi all’incrocio con corso Italia (questa cabina riporta i livelli di inquinamento più critici raggiunti in città) e parco Gioeni. Si tratta di strutture che dovranno in seguito essere gestite dall’Arpa, ma in attesa dell’appalto che continua a tardare per la nuova rete regionale di rilevamento dell’inquinamento atmosferico, è il Comune che deve farsi carico della manutenzione, sia delle proprie apparecchiature tecniche che di quelle di proprietà dell’Agenzia regionale per l’Ambiente, che si trovano all’interno delle cabine. Questo perché l’ente di Palazzo degli Elefanti ha necessità di conoscere in tempo reale dati da cui possono scaturire, in casi di particolare allarme, provvedimenti di limitazione al traffico per ridurre la concentrazione di polveri sottili o gas inquinanti nell’atmosfera.

E se l’attenzione deve restare alta, si tratta di livelli che la città non raggiunge, perché per quanto caotica e penalizzata da un parco auto che rimane tra i più vetusti d’Italia – con un rapporto del tutto negativo di una settantina di veicoli ogni cento abitanti – continua rispetto ad altre realtà a giovarsi dell’effetto brezza marina che spazza polveri e gas, e del minimo impatto di industrie e impianti di riscaldamento. Pur tuttavia, resta moltissimo da fare per ampliare le Zone a traffico limitato, in funzione di una mobilità sostenibile più efficiente e di un trasporto pubblico da risollevare dalla sua profonda crisi.

«La media giornaliera delle polveri sottili in città oscilla tra i 25 e i 27 microgrammi al metro³ nei rilevamenti della centralina antismog del viale Vittorio Veneto», spiega il dott. Carmelo Oliveri, responsabile della rete di monitoraggio ambientale del Comune. «Si tratta di dati ampiamente al di sotto del livello di allarme, e anche la concentrazione di biossido di azoto è stata contenuta entro i cinquanta microgrammi al metro cubo, mentre in passato era arrivata a sessanta, ma il nostro obiettivo resta rientrare nel limite previsto dalla norma, ovvero quaranta microgrammi».

Il biossido di azoto, in particolare, è un gas causato in gran parte dal traffico e derivante dalla reazione tra il monossido dei motori diesel e l’ozono, di conseguenza bisognerà rendere più efficace l’azione per limitare la circolazione in città di questi veicoli, sempre più vetusti e sempre più inquinanti, soprattutto quando si tratta di mezzi pesanti.

Se da una parte c’è da registrare il miglioramento sul dato che ultimamente aveva destato più allarme, quello appunto relativo al biossido di azoto, resta il fatto che Catania sta per tornare quotidianamente sotto pressione a causa dell’elevatissimo numero di automobili con cui continuiamo a spostarci per raggiungere i luoghi di studio o di lavoro, con una alta percentuale di vecchi motori ad di sotto di “euro tre”, e tra questi troppi diesel, che lasciano nell’atmosfera il segno velenoso e irrespirabile del loro passaggio.

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