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Raddoppio della Ss 640, sequestrato tratto

Raddoppio della Ss 640, sequestrato tratto appaltato alla Tecnis: usati materiali scadenti

Dodici indagati, c'è anche il manager dell'impresa etnea Bosco

Di Redazione |

CALTANISSETTA – Ancora guai per l’azienda catanese Tecnis e per i tanti appalti pubblici che l’impresa etnea si è aggiudicata in Sicilia e non solo. Nella mattinata odierna militari del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Caltanissetta hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica – DDA nissena, riferito ad alcune opere realizzate nell’ambito dei lavori di ammodernamento e raddoppio della SS 640 Agrigento-Caltanissetta, nel tratto ricadente nella provincia di Caltanissetta. Il provvedimento recepisce le risultanze investigative acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo attraverso attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche e ambientali) e tradizionale (osservazione a distanza, pedinamenti, analisi documentale, ispezioni sui luoghi con personale specializzato), svolte nell’ambito di un procedimento penale iscritto a carico di 12 indagati per “concorso in frode in pubbliche forniture”. In particolare gli interessati, cui è stata contestualmente notificata l’informazione di garanzia”, sono accusati, a vario titolo, di aver:

  • utilizzato calcestruzzo non conforme alle previsioni contrattuali;
  • utilizzato gabbie in acciaio per la realizzazione di pali ed altre strutture di misure e/o caratteristiche tecniche non conformi al capitolato;
  • occultato alla Direzione dei Lavori difficoltà tecniche ed irregolarità dei materiali;
  • omesso di segnalare alla Direzione dei Lavori irregolarità riscontrate, impedendo l’apertura della procedura contrattuale di non conformità  e la successiva risoluzione delle irregolarità esecutive.

Le investigazioni si sono protratte per circa un biennio, nel corso del quale Procura Distrettuale e Carabinieri hanno mantenuto costantemente il monitoraggio dell’opera avendo cura di non sospendere la progressione dei lavori, anche in presenza di irregolarità accertate, potendosi avvalere della collaborazione tecnica della Direzione Lavori (non coinvolta nelle indagini ad eccezione di un soggetto) che, di volta in volta, è intervenuta per il ripristino delle strutture non realizzate secondo le previsioni contrattuali.

Il raddoppio della SS 640 è un’opera pubblica da 740 milioni di euro aggiudicata alla società consortile “Empedocle 2”, già partecipata dalla catanese Tecnis spa, recentemente colpita da interdittiva antimafia ed in liquidazione in seguito all’arresto dei vertici, e dalla CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti), con sede in Ravenna Il sequestro non comporterà ripercussioni sulla circolazione ordinaria poiché le opere interessate ricadono in aree del cantiere ancora in lavorazione e precluse al traffico veicolare.

Gli indagati sono dirigenti di società, professionisti, tecnici ed imprenditori impegnati nella costruzione dell’opera: tra essi figura Concetto Bosco Lo Giudice, già ai vertici di TECNIS (colosso imprenditoriale del Sud Italia), tratto in arresto lo scorso ottobre dalla Guardia di Finanza di Roma nell’ambito della nota inchiesta sugli appalti “ANAS”. Nel dettaglio, il Gip ha accolto la richiesta della Procura disponendo il sequestro alcune parti del viadotto Salso e della galleria naturale “Caltanissetta” (lato autostrada  A19).

Anas in una nota informa che “sta collaborando attivamente da circa un anno con le autorità inquirenti per quanto concerne le indagini nell’ambito dei lavori di ammodernamento e raddoppio della Strada Statale 640 Agrigento-Caltanissetta, nel tratto relativo alla provincia di Caltanissetta, dal km 44,400 al km 74,300″. “I lavori di realizzazione dell’itinerario della Agrigento-Caltanissetta sono stati consegnati nell’ottobre 2012 al contraente generale Empedocle 2, – prosegue – che in base alla legge obiettivo ha nominato la direzione lavori, che sovrintende ai controlli dell’esecuzione delle opere”. Anas, tramite la sua struttura di alta sorveglianza, ha disposto “in ogni caso in questi mesi vari controlli sulla qualità dei materiali impiegati nell’esecuzione dei lavori, rilevando numerose non conformità e chiedendo al contraente generale di provvedere a sanarle”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA