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E Siculiana rischia di esaurirsi nel giro di quattro anni

E Siculiana rischia di esaurirsi nel giro di quattro anni

Di Fabio Russello |

L’armistizio è stato firmato ieri sera quando, alla fine di una lunga riunione, la Catanzaro Costruzioni, messa con le spalle al muro, ha dovuto ingoiare il rospo e dire sì all’ordinanza del presidente della Regione che autorizza a conferire nella discarica di Siculiana 1300 tonnellate al giorno. Ma l’impressione è che la Sicilia sia, in materia di rifiuti, una specie di Tir in discesa con i freni non esattamente efficienti che, o prima o dopo, andrà a sbattere. Si naviga insomma a vista tanto è vero che la Catanzaro Costruzioni pur avendo detto sì alle 1300 tonnellate al giorno ha strappato la promessa dall’assessore Vania Contrafatto di una conferenza di servizi, che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni, allo scopo di valutare le condizioni dell’impianto e la capacità di ricezione dei conferimenti.

Fino a due giorni fa la Catanzaro Costruzioni ha spiegato che a Siculiana oltre alle 800 tonnellate al giorno non si possono conferire, perché questo è il limite che Asp, Arpa e ex Provincia di Agrigento avevano indicato per evitare problemi di carattere ambientale (e igienico sanitario) e anche di sicurezza. Ora una nuova verifica potrebbe innalzare quel limite. Ma intanto – sulle 1300 tonnellate al giorno – pure il Comune di Siculiana è pronto a fare le barricate. Al momenL’ to c’è solo una diffida. Ma si tratta sempre di ordinanze che tappano un buco per aprire però una voragine. Perché, senza soluzioni definitive, la discarica di Siciliana è destinata ad esaurirsi nel giro di tre anni (stima relativa a conferimenti da 800 tonnellate al giorno). C’è chi dice che potrebbe anche durare quattro anni. Ma se dovesse perdurare a lungo la quota delle 1300 tonnellate è del tutto evidente che tra due, massimo tre anni, a Siculiana non si potrà abbancare nemmeno un chilo di spazzatura.

E con la situazione delle altre discariche siciliane, alcune sotto l’attenzione della magistrature, alcune delle quali pure in procinto di esaurirsi, il futuro appare davvero inmcerto. Al momento però l’obiettivo principale era disinnescare la «bomba» dei 48 Comuni del Palermitano i cui autocompattatori, da stamattina, potranno conferire a Siculiana aggiundosi alla cinquantina di altri comuni, dell’Agrigentino e del Nisseno che già scaricano i loro rifiuti nell’impianto di contrada Matarana. La solita teoria di mezzi che farà la fila all’ingresso del sito per scaricare. Bellolampo invece resta aperta solo per raccogliere i rifiuti di Palermo e Ustica e, per via dei lavori in corso, con una capacità ridotta di mille tonnellate al giorno anziché le 1500 quando l’impianto è a regime.

La Rap, la società che gestisce la discarica palermitana, aveva detto «no» all’ordinanza del presidente della Regione Crocetto all’utilizzo del sito per altri Comuni (esclusi Palermo e Ustica) e dunque è stato necessario ampliare la «quota» di rifiuti per ogni singola discarica. Da qui il no della Catanzaro e l’emergenza nel Palermitano. «La riunione ha avuto un esito positivo – ha detto l’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto – e di questo non possiamo che essere soddisfatti, indiremo entro una decina di giorni una conferenza di servizi con gli organi di controllo per valutare le condizioni dell’impianto e la capacità di ricezione dei conferimenti».

I Catanzaro mantengono un profilo basso ed evitano di entrare direttamente nel dibattito. Ma la polemica politica, come era prevedibile, è divampata. L’ufficio di presidenza dell’AnciSicilia ha per esempio chiesto al Governo nazionale di promuovere un incontro urgente tra Regione e Comuni siciliani per affrontare «una volta per tutte un’emergenza che dura da troppo tempo e che rischia di mettere a repentaglio la salute dei nostri concittadini». «È inaccettabile – ha detto il presidente di AnciSicilia, nonché sindaco di Palermo Leoluca Orlando – che le imprese private, che in Sicilia gestiscono le discariche, continuino a tenere in scacco i Comuni, condizionando negativamente la vita dei nostri concittadini». Critiche aspre anche dal M5S secondo cui le ordinanze sui rifiuti puntano al caos per poi giustificare l’ok agli inceneritori. «La verità – scrive il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale siciliana – è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori». «Il rischio concreto – ha detto Valentina Palmeri – è che le poche discariche attive per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l’esportazione in altre regioni o all’estero, sul modello Napoli».

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