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La lettera del ministro Nunzia Catalfo: «Da siciliana ai siciliani, siate responsabili»

Di Nunzia Catalfo* |

Gentile Direttore,

sono giorni difficili per l’Italia. Il nostro Paese è messo a dura prova da un nemico invisibile, il Coronavirus, piombato nelle nostre vite all’improvviso. Un nemico che, vista la sua rapida espansione, ci ha costretti da un giorno all’altro a cambiare quelle abitudini consolidate che ci danno sicurezza e stabilità. Le decisioni che come Governo abbiamo preso nelle ultime settimane non sono state semplici, me ne rendo, ce ne rendiamo conto. Però sono assolutamente necessarie se vogliamo centrare l’obiettivo che ci siamo prefissati, cioè sconfiggere il virus nel più breve tempo possibile.

Prima di andare avanti mi permetta di ringraziare, a nome mio e di tutto l’Esecutivo, i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che da Nord a Sud stanno facendo un lavoro incommensurabile. È innanzitutto per loro che i cittadini devono rispettare le regole. Tutti, nessuno escluso. Purtroppo però, noto con estremo rammarico, questo non sempre sta avvenendo. Anche in Sicilia.

Proprio mentre sto scrivendo queste righe, al termine di un Consiglio dei Ministri che ha licenziato un decreto importantissimo grazie al quale lavoratori, famiglie e imprese potranno fronteggiare le settimane a venire, apprendo dalle agenzie di stampa di un uomo denunciato dopo essere stato sorpreso a bordo di un calesse mentre faceva passeggiare il suo cavallo fuori dal Comune di residenza. Altri due, padre e figlio, sono stati segnalati mentre si stavano recando a raccogliere asparagi. Comportamenti che ci dimostrano come non tutti abbiano compreso appieno la serietà del momento. Stando ai dati aggiornati alle 12 di ieri, in Sicilia il numero di contagiati dal virus ha raggiunto quota 213, di cui 95 ricoverati (20 in terapia intensiva). Ed è proprio la mia città, Catania, a registrare la quota più alta di casi nella Regione: 96.

Nei giorni scorsi, le cronache di provincia ci hanno consegnato storie come quella di due coniugi che, per festeggiare il compleanno di lei, hanno riunito ventidue persone – tra le quali anziani e bambini – nella loro tavernetta; o quella di quattro persone che, incuranti del pericolo, sono state trovate abusivamente all’interno di una struttura sportiva (chiusa al pubblico) mentre giocavano un doppio a tennis. Per tutti è scattata la denuncia.

Mai come in questo momento dobbiamo evitare comportamenti simili, per noi stessi e per gli altri. Da cittadina siciliana, prima che da Ministro della Repubblica, mi permetto, Direttore, di utilizzare le colonne del Suo giornale per rivolgere un appello a tutti i siciliani: siate responsabili, restate a casa. Aiutiamoci e aiutateci a fare in modo che il Coronavirus diventi a breve solo un ricordo, fate in modo che i vostri cari, amici, conoscenti seguano le regole.

Come Governo, lo ribadisco, faremo tutto ciò che è necessario per non lasciare nessuno indietro. E anche a livello locale, come dimostra l’impegno delle Prefetture e dei Sindaci, ognuno sta facendo la sua parte. Altrettanto impegno ci aspettiamo da ognuno di voi. Uniti ce la faremo.

* Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

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