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Caltagirone, sull’ambulanza non solo ossigeno e barella ma anche munizioni

Di Redazione |

Sull’ambulanza nascondeva anche munizioni per armi da fuoco. I Carabinieri della Compagnia di Caltagirone nel quadro delle indagini che lo scorso 25 maggio hanno portato ad una serie di provvedimenti cautelari nell’ambito dell’operazione “Requiem”, hanno aggiunto ulteriori elementi di responsabilità per il 46enne Massimiliano Indigeno.

L’uomo infatti, capo e cassiere dell’organizzazione che mirava a gestire il controllo dei degenti non deambulanti attraverso l’Onlus a lui riconducibile, deteneva senza averne alcun titolo munizioni per armi da fuoco occultandole non solo all’interno della propria abitazione ma, addirittura, all’interno di una delle ambulanze della Onlus che era adibita al trasporto dei pazienti. Particolare curiosità ha suscitato ai militari l’atipicità delle 35 cartucce rinvenute, aventi calibro 6,5×52 e 7,92×57, destinato quindi ad un utilizzo su un’arma lunga. All’arrestato, il gip del Tribunale di Caltagirone ha contestato la minaccia e violenza a pubblico ufficiale, perché responsabile di gravi minacce e di un’aggressione fisica ad un caposala del pronto soccorso dell’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone che in un’occasione, vista la pandemia, aveva soltanto chiesto a Indigeno di uscire dall’ospedale.

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