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Gestione dello Stabile, i vertici del Cda

Gestione dello Stabile, i vertici del Cda a muso duro contro i consiglieri comunali

”Ecco le cifre, il nostro bilancio è stato chiuso in positivo”

Di Redazione |

Accuse e smentite, repliche e controrepliche. La “guerra” scoppiata in seno al Teatro Stabile non lascia intravedere spiragli di tregua nonostante gli appelli di quanti, considerata la delicatezza del momento, invitano a mettere da parte le polemiche per individuare un percorso comune che consenta di superare il momento di crisi. L’ultimo atto della vicenda ha visto il Consiglio di amministrazione del Teatro, rappresentato dal presidente Nino Milazzo e dal vicepresidente Jacopo Torrisi, presentare, nel corso di un incontro a Palazzo degli Elefanti, al sindaco Enzo Bianco e agli assessori al Bilancio, Girlando, e alla Cultura, Licandro, un documento contenente una risposta a tutte le questioni sollevate dai consiglieri comunali Nicolò Notarbartolo, Carmelo Nicotra, Agatino Tringale, Salvatore Giuffrida, Enzo Parisi, firmatari nei giorni scorsi di una lettera indirizzata al presidente Milazzo.

E’ stata preliminarmente chiarita l’obiezione con la quale i cinque consiglieri lamentavano il presunto ritardo con cui il Teatro avrebbe inoltrato alla Commissione il bilancio 2013. I consiglieri sostenevano addirittura di averlo ricevuto solo pochi giorni fa. «Circostanza sorprendente – spiega il Cda – dato che il bilancio era stato consegnato il 16 giugno 2014, con lettera di accompagnamento n. 999: dunque, oltre dieci mesi or sono! » Altro punto è quello degli incassi di botteghino. Chiedevano i consiglieri, rivolgendosi a Milazzo: «Ritiene che sia una performance accettabile e che riveli una gestione virtuosa ed efficiente il risultato di un Teatro che sopporta costi per oltre 5 milioni e 800mila euro e riesce a produrre incassi del botteghino per soli 319 mila euro? ». Questa la risposta: «A pagina 10 della nota integrativa del bilancio 2013 risulta chiaramente che gli incassi da botteghino ammontano complessivamente a 1.645.323 euro così ripartiti: incassi prodotti dagli spettacoli di produzione in sede per 319.557 euro; incassi prodotti dagli spettacoli di ospitalità per 659.880 euro; incassi prodotti dagli spettacoli in tournée per 666.186 euro. L’insieme di questi dati rivela che lo Stabile di Catania riesce ad autofinanziarsi nella misura del 35,4%. Si tratta di una percentuale di non poco significato, certo lontana dal primato del 60% spettante al Piccolo, il quale opera in un contesto metropolitano come Milano, ma nettamente superiore, per fare un confronto territorialmente appropriato, a quella del “Biondo” di Palermo (18%). Più in generale, poi, bisogna rilevare che il dato riportato nella lettera dei consiglieri non corrisponde a ciò che è scritto in bilancio. Nei suoi totali, infatti, il conto economico 2013 presenta un ammontare di 5.501.168 euro in conto costi gestionali (costi della produzione) a fronte di 5.829.98 euro in conto ricavi gestionali (valore della produzione): quindi, siamo in presenza di un notevole avanzo di gestione. Ne consegue, insomma, che la gestione è stata produttiva». «Sui presunti avanzamenti di carriera – viene precisato nel documento presentato all’amministrazione comunale – è stato fatto un unico, necessario aumento di livello previsto dal contratto nazionale dei lavoratori dello spettacolo, in quanto il dipendente in questione ricopriva già da tempo mansioni di superiore responsabilità. Da rilevare, peraltro, che lo stesso dipendente ha rinunciato a un elemento di indennità integrativa sulla retribuzione, facendo, di fatto, risparmiare l’Ente». Nella nota viene inoltre evidenziato come «il bilancio, a dimostrazione della sua assoluta regolarità, venga sempre vagliato e approvato, oltre che dal Collegio dei revisori dei conti, anche dai soci dell’Ente, tra i quali il socio Comune, i quali, confermando il bilancio proposto dal CdA, evidentemente mettono un sigillo di consenso al suo operato». Il documento così conclude: «L’occasione è propizia per reiterare l’impegno, mai disatteso, dei dirigenti del Teatro a un atteggiamento e a una gestione improntati a chiarezza, trasparenza e oculatezza. Diciamo che c’è bisogno di un forte spirito di collaborazione. Quello spirito, per citare il caso più recente, del quale si è fatto esemplare portatore il prefetto Romano, il quale, prima di lasciare l’incarico di commissario della Provincia, ha dimostrato il suo amore per il Teatro, concedendogli l’uso di alcune importanti strutture del complesso “Le Ciminiere”, e precisamente una sala di 600 posti, l’anfiteatro all’aperto e i locali che ospitano già gli uffici amministrativi, ciò che ha consentito allo Stabile di eliminare l’onere dell’affitto». «Infine – scrive ancora il Cda – si ribadisce come il Teatro Stabile, continuando sulla scia di continui successi di critica e pubblico che ha raccolto nei maggiori teatri italiani con due apprezzate produzioni quali Otello con Luigi Lo Cascio ed “Erano tutti miei figli”, con Mariano Rigillo, è appena ritornato dalla sua partecipazione a Mosca, con la Scuola Umberto Spadaro, al festival internazionale del teatro “Na Strastnom” con un successo registrato e conclamato da 12 minuti di applausi. E si appresta, fra appena due mesi, a partecipare, unico teatro di prosa in Sicilia, insieme alla Regione Siciliana, all’Expo 2015 a Milano, con due produzioni di grande riscontro. Certo, è doloroso e frustrante assistere impotenti alle sofferenze del personale, causate dai pesanti ritardi dei contributi, situazione, questa, che si somma, purtroppo, alle negatività provocate dal progressivo impoverimento delle fonti di finanziamento consumatosi negli ultimi anni. Cui si aggiunge la inarrestabile linea dei tagli ai contributi che ha segnato, solo da parte della Regione Siciliana, un trend che tocca la impressionate cifra di oltre il -58%».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA