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Le ossa trovate in un campo sono di Santo Alario e per il presunto killer cambia tutto

Di Redazione |

I carabinieri dei Ris hanno confermato che i resti, ritrovati a giugno in contrada Gurgo, nelle campagne di Caccamo (Pa), apparterrebbero a Santo Alario, l’uomo di 42 anni scomparso da Capaci il 7 febbraio dell’anno scorso e che, secondo la Procura di Termini Imerese, sarebbe stato ucciso da Giovanni Guzzardo che, tuttavia, da questa accusa è stato assolto a luglio.

L’assoluzione era arrivata perché non era stato trovato il cadavere e l’arma. Adesso come scrive il Giornale di Sicilia anche le ossa e gli indumenti ritrovati vengono ritenuti compatibili dagli inquirenti con quelli della vittima. Alla luce di questi nuovi elementi la procura di Termini Imerese ha deciso di appellare la sentenza di primo grado. Il Dna delle ossa scoperte a Caccamo è stato comparato con quello della vittima trovato in alcuni capelli rimasti su una spazzola. E’ stato messo a confronto anche con quello della madre Maria Anna Musso, confermando, per il Ris, “un rapporto di parentela verticale (madre/figlio)». Secondo i carabinieri sarebbe «788 mila volte più probabile» che le ossa siano di Alario che non di un’altra persona, tanto che è possibile affermare – come scrivono – che le ossa in reperto sono relative ad Alario Santo». La compagna di Alario, Rosalia Sparacio, avrebbe riconosciuto alcuni indumenti ritrovati nelle campagne di Caccamo. Le indagini dei carabinieri proseguono per scoprire chi abbia ucciso l’uomo. 

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