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Catania, primo bagno di folla per Pogliese: «Sentivo che il vento era cambiato»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA. «La ruota gira…». Si dice, tra i suoi collaboratori, che questa frase il neo sindaco Salvo Pogliese l’avrebbe pronunciata all’alba, nel momento in cui è apparsa ormai certa la sua schiacciante vittoria al primo turno alle comunali di Catania. Il neo primo cittadino l’avrebbe profferita, certamente, con un pensiero di soddisfazione rivolto al suo principale sfidante, il sindaco uscente Enzo Bianco, ex ministro dell’Interno e più volte primo cittadino dell’Elefante che dalla tornata è uscito sconfitto. Poi, nonostante la notte passata in “bianco”- e contro Bianco – il neo sindaco di un centrodestra che nell’isola si riscopre compatto, ha voluto fare una passeggiata in città, per stringere mani e dire che «il vento è cambiato». Si è, quindi, soffermato con la gente alla quale ha spiegato i primi obiettivi. Poi è andato in una pasticceria dove ha pregustato una tradizionale “minnuzza di S. Agata” per dimostrare soprattutto che un sindaco che vince deve stare tra la gente e lavorare per la gente non chiudersi in un “palazzo”.

Incontrandolo in mezzo alla gente la prima domanda non poteva che essere rivolta a conoscere i complimenti nazionali che gli sono arrivati dai big, a partire da Berlusconi: «Sì ieri mattina – ha esordito – tra i primi mi ha chiamato il presidente e mi ha esternato grande compiacimento e apprezzamento per questo risultato conseguito a Catania che ha rappresentato il Comune più importante in Italia in questa tornata».

Il dato che emerge è che al Sud, nonostante il “cappotto” alle politiche dei grillini, un centrodestra unito non teme rivali…. «Infatti e da Catania può ripartire un progetto di rilancio del centrodestra e di Fi. E’ finito il tempo del 61 a 0 e delle candidature calate dall’alto nei vari Comuni purché avessero la bandiera di Forza Italia. Oggi bisogna invece individuare persone credibili all’interno dei territori. E questo è accaduto a Gravina, con Giammusso, a Biancavilla, con Bonanno, e vi è anche una svolta generazionale che si è registrata all’interno di queste amministrative che ha permesso a persone che sono nate e cresciute nella mia comunità, oggi trentenni, di fare i sindaci di comuni importanti. Per me questo è motivo di grande orgoglio e nel mio duplice ruolo anche di sindaco Metropolitano sarò felice di collaborare con tutti i 57 comuni della provincia».

Dica la verità, si aspettava un successo così schiacciante? Lei ha doppiato il sindaco uscente. «Il risultato che abbiamo ottenuto anche al’’interno delle liste è eccezionale. I dati fino ad oggi parlano dell’11% di Fi e stessa percentuale per la lista Pogliese sindaco. Stiamo parlando per le tre liste a me collegate del 28% dei consensi. Ripartiremo da qui all’interno di una città che ha regalato grandissime soddisfazioni alla destra e al centrodestra e che si è ritrovata compatta attorno a un progetto e a un nome credibile».

Come si spiega il grande successo alla luce di quello che era stato il minimo storico della sua coalizione raggiunto 5 anni fa? «Abbiamo parlato con chiarezza agli elettori a differenza di qualche altro che si è mimetizzato annacquando la propria appartenenza. E credo che la chiarezza alla fine ci abbia ripagato».

Doppiare il sindaco rivale diretto è motivo d’orgoglio? «Devo innanzitutto dire che il risultato ottenuto è andato al di là della più rosea aspettativa. Con grande sincerità percepivo già per le strade che il vento era cambiato, ma ero convinto di vincere solo grazie a quella legge regionale che attribuisce la vittoria al primo turno a chi supera il 40%. Il 52% ottenuto, invece, è un risultato che non mi sarei sognato di raggiungere».

Secondo lei cos’è che ha spinto i catanesi a votare per Pogliese? «Ritengo che i fattori che hanno influenzato il consenso popolare siano stati una volontà di rinnovamento generalizzata in tutti i quartieri, dopo 30 anni (Bianco venne eletto per la prima volta sindaco nel luglio dell’88). E credo che dopo tutto questo tempo ci sia stata nella nostra città la voglia di cambiare musica. Poi il metro adottato: io sono andato in mezzo alla gente a parlare, in tutti i quartieri e i mercati . Bianco invece ha inaugurato anche centimetri quadrati di marciapiedi, semafori, “panchine trasferite” e poi la fontana mausoleo del tondo Gioeni, rimanendo trincerato all’interno del suo “fortino-Comune” e facendo un errore secondo me assolutamente enorme in termini di comunicazione».

In tre parole in cosa ha sbagliato Enzo Bianco? «Ha fallito amministrativamente negli ultimi 5 anni, ha avuto distanza dalla gente e anche una contestuale arroganza».

I temi più importanti che affronterà sin dai primi giorni di sindacatura? «Innanzitutto il tema delle finanze che cominceremo ad affrontare già già da qui a qualche ora. Poi la delicata questione dei rifiuti, per vedere come invertire il trend negativo di una differenziata al 9,5% e poi il Prg cominciando da un Piano cittadino».

Può dirci se ha già scelto un vicesindaco? «Ancora no. Ci confronteremo al più presto su questa questione. Il mio vice deve essere una persona di assoluta fiducia e soprattutto di alto livello e preparazione».

Nel caso di sua condanna per peculato, nell’ambito della Rimborsopoli alla Regione, il vicesindaco prenderà il suo posto per 18 mesi…. «Questo lo dicono i gufi…. Se non fossi stato sereno non mi sarei candidato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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