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Europee, il piano di Cateno De Luca “federatore”: ecco i compagni d’avventura

Sud chiama Nord esentato dalla raccolta firme. E così "Scateno" attrae gli "spaiati" a livello nazionale

Di Mario Barresi |

Chiamiamoli, per sintetica semplicità, gli “spaiati”. Ovvero: i capi e capetti che non stanno dentro i grandi partiti. E che dunque alle Europee dovranno correre sulle proprie gambe. Chi avrà l’incombenza di raccogliere le firme è azzoppato in partenza: ce ne vogliono fra 30mila e 35mila in ciascuna delle cinque circoscrizioni e almeno 3mila per ognuna delle regioni che le compongono. Per intenderci: per ambire a un seggio a Bruxelles, con lo sbarramento nazionale del 4%, serve raccogliere oltre 150mila firme, di cui almeno 3mila anche in Val d’Aosta o in Molise.

Spazio per molti (ma non per tutti)

Qualcuno, in Italia, ci sta provando. Ma è una montagna quasi insormontabile. E allora, sovrapponendo affinità politiche e convenienze elettorali, la Sicilia diventa l’approdo ideale per i naufraghi dei moduli di sottoscrizione. Degli “spaiati”, appunto. L’esempio lampante è Cateno De Luca. Che da Taormina, all’assemblea nazionale del suo movimento, ha ufficializzato la scelta solitaria per le Europee: in lizza col proprio simbolo, senza farsi ospitare da alcun partito. Ma non significa che “Scateno” sarà solo. Sud chiama Nord, avendo eletto due parlamentari alle ultime Politiche, è esentato dalla raccolta firme. E ciò rappresenta un forte appeal per chi vuole entrare dentro il contenitore di “Libertà”. Non a caso, nello svelare il logo, De Luca ha mostrato una bozza di simbolo con cinque cerchi vuoti accanto a “De Luca Sindaco d’ Italia-Sud chiama Nord” che serve a saltare la fila delle firme. Come a voler dire: c’è spazio. Per molti, ma non per tutti.

Caccia ai leghisti delusi da Salvini

Certo, ci sono sentieri aperti già da un pezzo. Come quello che porta al ventre molle dei leghisti ortodossi delusi da Matteo Salvini. Nella lunga estate calda da candidato al seggio berlusconiano di Monza-Brianza, De Luca ha seminato rapporti che vanno ben al di là del misero 1,76% (2.313 voti) alle urne. La spedizione dei cannoli, al “Festival dei Popoli del Nord” di Ponti sul Mincio, accolto dal padrone di casa, l’ex ministro leghista Roberto Castelli. E poi la visita, lo scorso 22 settembre a Gemonio, chez Umberto Bossi. «Mi ha fatto un complimento: per la prima volta un meridionale che ha la forza di organizzarsi in autonomia», racconta De Luca. Da qui ad arrivare al cuore dei leghisti che rimpiangono il Senatùr ce ne passa, ma nel quartier generale di ScN sono convinti di una contingenza: «Molti loro elettori del Nord, che per punire Salvini non voteranno Lega aspettando Zaia, alle Europee anziché astenersi potranno sostenerci». Le prime novità, su questo versante, potrebbero arrivare giovedì in conferenza stampa alla Camera.

I contatti con Alemanno, Rizzo e ItalExit

Ma, se si fermasse a questo gemellaggio vetero-leghista con qualche altro voto rastrellato dalla rete civica e autonomista soprattutto al Sud, il progetto di De Luca avrebbe il fiato corto. Con prospettive molto al di sotto del 5/7% di bacino potenziale vaticinato dal sondaggio di Nicola Piepoli. E qui entrano in gioco gli “spaiati”. Che corrispondono all’identikit tracciato dal sindaco di Taormina nel suo appello «ai movimenti civici e alle forze politiche che si oppongono alle attuali politiche nazionali ed europee e che rimettano al centro l’Italia, con il comune denominatore: meno Europa, più Italia, più autonomia e più equità». Ovvero: Indipendenza!, il movimento di Gianni Alemanno che a sua volta aveva flirtato con il comunista Marco Rizzo, il quale però con la sua Democrazia Sovrana Popolare sta provando a raccogliere le firme per una propria lista; ma anche il mondo anti-europeista di ItalExit orfano dell’ex grillino Gianluigi Paragone.Sono soprattutto loro, gli “spaiati”, ad avere bisogno di Cateno per competere per Bruxelles senza firme. Ma anche lui ha bisogno di loro per scongiurare un euro-flop che lo ridimensionerebbe nella partita per Palazzo d’Orléans. Per questo “Libertà” nascerebbe come un patto politico fra movimenti anti-sistema con una spruzzata di autonomismo e sovranismo.

Ma sarebbe soprattutto un cartello elettorale: mettiamoci assieme per raggiungere il 4% almeno in qualche circoscrizione (e quella delle Isole sarebbe la più probabile) e poi si vedrà. «Il senso è: vi ospitiamo, vi diamo la possibilità di non raccogliere le firme acquisendo anche i requisiti per il futuro, di avere visibilità in campagna elettorale e di fare diventare uno dei vostri eurodeputato. Poi, se non ci troviamo bene assieme – ragiona De Luca – potete pure uscire dal progetto». Amici come prima, senza impegno. Ma funzionerà?

m.barresi@lasicilia.it

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