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Gli orfani di Rino Nicolosi: «Visionario concreto che cambiò la Sicilia»

Ad Acireale docufilm fra memoria e riflessioni. «Alla Regione ancora i suoi segni. La sfida contro la mafia»

Di Redazione |

La dimensione della distanza – fra la chiara idea premonitrice della Sicilia e l’arrabattarsi per spicciare le faccende della misera quotidianità; fra un visionario di estrema concretezza e gli ominicchi politici che popolano il logorio dei tempi moderni – la danno già, quando in sala è appena calato il buio, i titoli iniziali. Ritmati con la macchina per scrivere, con caratteri netti nella loro imprecisione, rassicuranti e autorevoli. Diversi, maledettamente diversi, dal ticchettio dei polpastrelli sullo smartphone: parole scritte sulla sabbia della vacua frenesia di oggi.

No. Non è nostalgia. Perché Rino Nicolosi non c’è più, ma c’è ancora. «Quando sono stato presidente della Regione il riferimento con lui era una costante: aveva inaugurato una pagina nuova», ammette con onestà intellettuale il ministro Nello Musumeci, avversario, «da segretario provinciale del Msi», dello storico leader della Dc. E anche un altro ex inquilino di Palazzo d’Orléans, Totò Cuffaro, ammette che «i segni del governo Nicolosi li ho trovati ovunque su tutte le più grandi cose della Regione». “Il presidente dei siciliani”, come nel titolo del docu-film di Marcello Trovato proiettato ieri in anteprima al Margherita di Acireale. «Un modo per cominciare a ricomporre una narrazione, con il distacco della storia e senza l’affanno della cronaca», ammette Andrea Nicolosi, uno dei figli (gli altri sono Paola e Michele), in sala assieme alla madre Mavi, minuta e della stessa naturale eleganza di quand’era la first lady di Sicilia. A pochi posti da lei l’ex deputato montiano Andrea Vecchio: «Non ebbi la fortuna di frequentarlo, ma la sua lucidità non la dimenticherò mai». E il figlio Gaetano, che venerdì ha ricordato Nicolosi all’assemblea di Confindustria Catania con una sua citazione: «Noi siciliani riusciremo a trovare le energie per invertire la rotta».

E non c’è nemmeno la rabbia revanscistica di chi vorrebbe forzarla, quella vicenda politica e umana. Perché nessuno dimentica il coinvolgimento nella tangentopoli siciliana, né l’affannosa alba della Seconda Repubblica, fino alla grave malattia che portò Nicolosi alla morte nel 1998, pochi mesi dopo aver consegnato alla Procura di Catania un memoriale. Ed è un giovane magistrato di quei tempi, l’attuale aggiunto Sebastiano Ardita, in apertura di film, a rendergli l’onore postumo delle armi.E poi qui aleggia il suggestivo parallelismo con Piersanti Mattarella. «Rino – ricorda Francesco Attaguile – non era un sognatore, ma un uomo politico e di cultura assai concreto, che voleva trasformare la Sicilia, quando dopo lo shock dell’assassinio di Mattarella, un gruppo di giovani cattolici popolari e progressisti avviò sotto la sua guida un cambiamento epocale contro forze palesi e occulte ritenute intoccabili». Il notaio Carlo Zimbone nella pellicola ricorda il Nicolosi antimafia. «Per me è stato un grande onore aver dato una testimonianza diretta del coraggio nel suo impegno, in un periodo, quello precedente le stragi, in cui addirittura si negava l’esistenza del fenomeno a Catania».

Fra gli “attori” e nel pubblico ovviamente c’è Giovanni Burtone, uno dei più orgogliosi ex Rino-boys che ha continuato a fare politica. Cita Pablo Neruda – «Noi, quelli di allora, più non siamo gli stessi» – il deputato regionale del Pd. «Rino anticipò tante questioni che oggi sono irrisolte: la programmazione dei fondi extraregionali, le leggi su aree interne e metropolitane, i diritti del triangolo lavoro-salute-scuola».Ma con chi starebbe oggi Nicolosi? Cuffaro, ad Acireale assieme al suo assessore regionale Andrea Messina (che ha patrocinato l’opera) non ha alcun dubbio: «Ha fatto la storia della Dc. E starebbe sempre con il suo partito…». Burtone, invece, sussurra: «Non ho mai strumentalizzato la sua eredità politica, ma ritengo che tutte le mie scelte siano state sul solco di Rino, un democristiano di sinistra, credente e cattolico ma sostenitore della laicità dello Stato. Ricordando sempre quello che ci ripeteva: la palla, nei momenti difficili, non si deve alzare ma si passa».

Un gioco di sliding doors a cui non si sottrae il figlio Andrea: «La sua attuale collocazione? Difficile dirlo con certezza. Dopo la Dc era entrato nel Ppi, quindi magari sarebbe rimasto nel centrosinistra. Non si può però escludere che avrebbe creato un partito in un’area moderata. Ma mai un partito personale, come quelli che ci sono ora, perché lui credeva nella democrazia vera. Quella dell’alternanza e della rappresentanza, la più larga possibile».Sullo schermo Fulvio Frisone, testimonial della legge sulle opportunità ai disabili. «Una volta mi disse: la politica è la scienza dell’impossibile». Scorrono le foto delle missioni “africane” di Nicolosi. «La Sicilia come terra di pace, di protagonismo e di relazioni nel Mediterraneo è la più grande eredità che ci ha lasciato», certifica Andrea.

«Io Nicolosi non l’ho conosciuto, ma vivendo qui da dodici anni ne ho sempre sentito parlare, soprattutto con entusiasmo, ma talvolta anche in maniera critica», confessa il vescovo Nino Raspanti, presidente della Cesi. È possibile il perdono laico per quella generazione di politici finiti nella graticola di Tangentopoli? «Furono i ricostruttori dell’Italia, avevano identità e visione, molto più di chi c’è oggi. Poi, senza un consenso forte, la Dc fu costretta a scendere a compromessi con i piccoli e si evidenziò il ventre molle di quel sistema». E oggi, ad Acireale soprattutto, «manca una figura come quella di Nicolosi» in una città che «ha perso la sua identità e soffre evidentemente di una depressione».

In sala tantissimi acesi, ma, in un sabato di eventi e visite eccellenti, nessuno dei quattro candidati a sindaco. «Non reggono il confronto, come tutti gli altri che ci sono stati in questi anni. Manco l’acqua minerale, si sarebbe fatto portare da questi qui…», sbotta un nicolosiano tutt’ora praticante.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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