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Il campo progressista

La “triplice” giallorosso-scatenata: «Esperimento di valore regionale»

Verso il voto. Pd, M5S e Sud chiama Nord alleati con candidati unitari a Carlentini, Licata e Modica Di Paola: «Terreno condiviso». De Luca: «Iniziative comuni in Ars». Barbagallo: «Idea Provinciali»

Di Mario Barresi |

Non è un’irreversibile scelta di campo. Anche perché condizionata da dinamiche locali. Eppure l’esito dell’esperimento è molto atteso. Non solo per vedere l’effetto che fa.Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Cateno De Luca: tutti assieme (più o meno) appassionatamente. Succede in tre dei 15 comuni siciliani al voto col sistema proporzionale: a Carlentini, Licata e Modica. Le opposizioni al governo di Renato Schifani, separate e sconfitte dal centrodestra alle Regionali, hanno trovato dei candidati sindaci condivisi. Con matrici, caratteristiche e possibilità di vittoria diverse. Ma accomunati da quello che Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5S, definisce «un terreno condiviso in cui coltivare l’alternativa al disastro che si consuma alla Regione».

La Triplice Alleanza

La “triplice alleanza” giallorosso-scatenata come alternativa alla corazzata del centrodestra? Le maggiori speranze, sentendo gli umori dei vertici regionali, sono riposte nella sfida di Carlentini. Anche perché Giuseppe Stefio è l’uscente. Eletto cinque anni fa come civico, è entrato nel Pd a fine 2021. E nel frattempo ha rotto con il suo big sponsor, il sempre influente ex sindaco Pippo Basso, perdendo la maggioranza in consiglio. Adesso Stefio, dirigente comunale in aspettativa, tenta il bis. Sostenuto da due civiche, dal Pd, dal M5S e da entrambi i movimenti di De Luca: Nord chiama Sud e Sicilia Vera, con il noto chef augustano Marco Bertone, già candidato all’Ars, come referente. Anche sui tre assessori designati c’è par condicio: la grillina Sandra Piccolo (ex consigliera d’opposizione, poi entrata in giunta), Salvatore Ruta, altro dem uscente, e il deluchiano Enzo Scamporlino.

la battaglia elettorale

Ma la compagine arcobaleno deve fare i conti col centrodestra compatto, rafforzato da civiche dove confluiscono consiglieri e assessori che hanno abbandonato il sindaco in carica. Tutti uniti a sostegno di Giovanni Condorelli, ex segretario confederale Ugl, che si propone come «vera novità» anche perché senza precedenti esperienze politiche. Con lui cinque liste (solo FdI col simbolo) molto competitive.

La partita di Licata

Partita tutto sommato aperta a Licata. Dove Pd, M5S e De Luca puntano sul civico Fabio Amato. Molto stimato dal deputato regionale grillino ed ex sindaco Angelo Cambiano, l’archeologo ha conquistato il mondo grillino, tant’è che anche Giuseppe Conte, giovedì 25, verrà a comiziare per lui in una delle poche tappe del tour siciliano. Ma Amato annovera anche molti big del Pd fra i suoi sostenitori, a partire dall’ex ministro Peppe Provenzano, con il capogruppo all’Ars, Michele Catanzaro, e la deputata nazionale Giovanna Iacono in prima linea. In questo c’è il feeling con De Luca, innescato dal “patto delle triglia” siglato con Di Paola (retroscena rivelato da La Sicilia) in una trattoria di Licata a fine marzo scorso. Pochi giorni dopo Giuseppe Di Rosa, uomo di fiducia di “Scateno” nell’Agrigentino, dà il via libera a «un progetto di civismo, unità e inclusione» condiviso con Pd e M5S dal referente locale Gianluca Lo Bracco. Tutto molto bello, se non fosse che a Licata il centrodestra èmolto forte, seppur spaccato.

L’aspirante più accreditato è Angelo Balsamo, già sindaco nel 2013, fino all’arresto nell’agosto 2014 (fu “confinato” in una villetta di contrada Falconara, in territorio di Butera, per il divieto di dimora a Licata) in un’inchiesta della Procura di Agrigento, con l’accusa di aver contribuito a truccare, da avvocato, la ricostruzione di un incidente stradale in cambio di voti per la figlia candidata in consiglio. Condannato in primo grado a due anni e sei mesi per falsa testimonianza, Balsamo è stato assolto in appello perché il fatto non sussiste. A distanza di dieci anni, vuole prendersi la sua rivincita: da sempre vicino all’assessore autonomista Roberto Di Mauro, il candidato ha un forte imprimatur dell’eurodeputata licatese Annalisa Tardino, commissaria regionale della Lega. Tant’è che in piazza Sant’Angelo, ha comiziato Matteo Salvini. L’unica variabile che rallenta la potenziale marcia vittoriosa è la concorrenza di un altro candidato d’area: Angelo Iacona, appoggiato dalla Dc di Totò Cuffaro e della lista Onda dell’ex deputato regionale Carmelo Pullara, oltre che dall’Udc di Decio Terrana.

La partita di Modica

Molto più ardua, per non dire impossibile a sentire i bookmaker, si presenta l’impresa della pantagruelica armata a Modica, dove l’alleanza viene addirittura estesa ad Azione di Carlo Calenda. L’alfiera delle opposizioni è Ivana Castello: una «candidatura coraggiosa», è stata definita dagli alleati quella della ricercatrice in Agraria, da un decennio capogruppo consiliare del Pd. Sì, perché qui resta fortissimo il peso del sindaco uscente Ignazio Abbate, incoronato per il bis nel 2018 col 65% al primo turno e poi dimissionario per candidarsi all’Ars, eletto con un numero di preferenze che ha superato il record del compianto ex presidente della Regione Peppe Drago. Abbate, deputato regionale della Dc, ha designato come sua erede l’assessora uscente Maria Monisteri. Che, molto apprezzata nel mondo della scherma e più rassicurante del predecessore nei salotti della “Contea bene”, è sostenuta da una sola lista col simbolo di partito (la Dc, appunto) e da altre tre civiche con dentro molti esponenti di centrodestra. Nemmeno la Lega, nella città dell’ex segretario regionale Nino Minardo, corre col proprio brand. Un’imposizione di Abbate agli alleati: prendere o lasciare. Il ballottaggio sarebbe possibile soltanto se il terzo incomodo, unico uomo in lizza, Nino Gerratana dovesse pescare molto (magari col voto disgiunto) dallo stesso acquario di Monisteri. Del resto ad appoggiarlo, ma con la civica “Modica Tricolore”, è anche FdI. Gerratana, titolare di un bar e in passato autista dell’ex deputato, lombardiano e poi forzista, Riccardo Minardo (perse la causa di lavoro in cui chideva 70mila euro per il presunto rapporto subordinato), ha trascorsi da consigliere comunale. In questa veste, nel 2003, fu arrestato con l’accusa di aver promesso un appalto nel settore delle pulizie, millantando possibili interventi sulle commissioni in cambio di tangenti. Assolto con formula piena dalla più pesante accusa di estorsione, tre anni dopo venne condannato a un anno e 4 mesi (pena sospesa) in primo grado. Ma in appello ne uscì del tutto pulito.

Come andrà a finire l’esperimento? Certo, una rondine non fa primavera. E nemmeno tre, se è per questo. Ma, con la dovuta prudenza, l’asse grillini-dem-deluchiani potrebbe diventare un modello regionale. «Anche per cominciare a concordare delle iniziative comuni all’Ars, perché già il governo Schifani annaspa», dice sornione il leader di Nord chiama Sud e di Sicilia Vera. De Luca, nel frattempo, oltre a candidarsi in prima persona a Taormina «contro il nostro Mauro Bolognari, sindaco del buon governo», annota piccato il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, disputa altre partite elettorali con uno schema molto diverso. “Scateno”, infatti, è alleato col centrodestra, intero o parzialmente scremato, ad Acireale (a sostegno di Nino Garozzo), a Belpasso (per Salvo Licandrì) e a Gravina di Catania (Massimiliano Giammusso), giusto per citare comuni con oltre 15mila abitanti. Ma dall’alba del 29 maggio, quando i risultati saranno quasi tutti scritti, l’esito degli esperimenti di Carlentini, Licata e Modica avrà un suo peso. «Anche per capire i rapporti di forza all’interno di questo campo larghissimo», ammette Di Paola, convinto che «il M5S sarà il perno di questa come di altre alleanze». Ma, senza dover aspettare le dinamiche delle Europee del 2024, competizione in cui ognuno andrà da solo, né ipotizzare scenari futuristi sulla rivincita alle Regionali del 2027, potrebbe esserci un terreno di gioco più concreto dove sperimentare il modulo a tre punte: «Se ci fosse unione d’intenti e coerenza da parte di tutti – anticipa Barbagallo – l’esperimento potrebbe essere ripetuto, in modo più organico ed esteso ad altre realtà civiche, alle prossime elezioni provinciali». In una data ancora non precisata, con quel vecchio brano di Cocciante – se stiamo insieme ci sarà un perché… – come colonna sonora per insidiare lo strapotere del centrodestra in Sicilia.Twitter: @MarioBarresi

Modica. Castelloprova di coraggioMonisteri favoritaè l’erede di AbbateFdI con Gerratanama senza simbolo

Licata. Il civico Amato conquistatutti: il 25 c’è ConteIl grande ritorno:Balsamo va forteE c’è anche Iacona

Carlentini. In lizzal’uscente Stefiocon tessera demIl centrodestracompatto sostieneCondorelli (Ugl)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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