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Paolino (Anc Ragusa): “Commercialisti pronti a incrociare le braccia”

"Il calendario fiscale del 2024 insostenibile per la categoria"

Di Redazione |

“E se incrociassimo le braccia? Siamo stati considerati categoria indispensabile ai tempi del covid, ci hanno detto che ci avrebbero incluso nei tavoli tecnici per non commettere più gli errori di normare senza il nostro contributo, che la semplificazione fiscale era obiettivo primario di questo governo. Ad un anno ed oltre di questa legislatura invece, con rammarico, ci troviamo a constatare che ciò che ci era stato promesso è stato regolarmente disatteso”.

Ad affermarlo è la presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino (nella foto), che, dopo avere raccolto gli umori dei colleghi, ha esternato tutta la propria preoccupazione per quanto si è verificato e si sta verificando. “Vero – afferma – qualcosa iniziava a muoversi un po’, ma dietro quelle poche concessioni si mascherava la tempesta perfetta per noi commercialisti. Infatti, in materia di semplificazione, lo schema di decreto che è stato approvato dal Governo delinea un calendario fiscale tecnicamente inconciliabile con il carico di lavoro che già grava sui nostri studi professionali. Il calendario fiscale del 2024 non è in alcun modo sostenibile, anche Assosoftware ha espresso preoccupazione rispetto alla fattibilità del calendario rivisitato. Un calendario di scadenze fiscali che anticipa di quasi 2 mesi tutti gli adempimenti, dalla presentazione dei bilanci al calcolo imposte, dall’invio Isa al calcolo Imu, dalla Proposta adesione concordato preventivo alle Trasmissione dei dichiarativi, tutte scadenze comprese in una finestra temporale di 6 mesi. Ma quello che più stupisce è che i tempi di rilascio software da parte dell’AdE per l’elaborazione dei dichiarativi sia rimasto invariato facendo emergere un’evidente disparità tra amministrazione e cittadino, rendendosi di fatto necessario modificare il decreto poiché la previsione di invio delle dichiarazioni al 30 settembre deve necessariamente accompagnarsi al rilascio, in via definitiva, entro il 28 febbraio (anziché entro il mese di aprile) di modelli software, istruzioni e circolari da parte dell’Agenzia delle Entrate per dichiarazioni redditi e modelli Isa, compresi moduli di controllo invii telematici”.

“Anc – ancora Paolino – ha portato all’attenzione del viceministro Mef, del direttore dell’Agenzia delle Entrate e delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato, le criticità del nuovo calendario e in modo propositivo, come consuetudine, ha elaborato una proposta per il superamento di adempimenti che appaiono scollegati gli uni agli altri. Ma la scadenza più iniqua senz’altro è data dalla proposta di concordato preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate che necessita di un lasso di tempo maggiore atto a permettere l’analisi della proposta, l’avvio del contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate e la presentazione al contribuente della valutazione finale che non può certo essere espletata dagli studi professionali per tutti i clienti in 5 giorni. Come categoria non possiamo che essere preoccupati per quanto inserito nel decreto. Perfino la commissione Finanze della Camera ha licenziato un parere destinato al Governo nel quale raccomanda allo stesso di prevedere che tutti gli strumenti necessari alla compilazione di tutte le dichiarazioni dei redditi (modelli, software, istruzioni, circolari), compreso i modelli Isa, siano resi disponibili entro aprile per il periodo d’imposta 2023 ed entro febbraio per gli anni successivi. Un parere inedito, fornito dalla Commissione, che in modo inequivocabile afferma che in caso di ritardo rispetto ai termini fissati, del rilascio degli strumenti tecnici, i termini per la presentazione dei dichiarativi ed il pagamento delle imposte, sono automaticamente prorogati: in tal modo si introduce di fatto quello che Anc ha sempre auspicato, vale a dire pari dignità tra cittadino e Amministrazione finanziaria”. Il presidente Anc Ragusa Paolino chiarisce che “siamo pronti a valutare azioni forti, come categoria, se in sede di approvazione definitiva il Governo non mette la barra dritta. Ormai siamo consapevoli che se vogliamo farci ascoltare non possiamo che scioperare come hanno fatto altre categorie professionali, vedasi i sanitari, per far valere il più possibile le nostre richieste”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA