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Andrea Marino, l'”angelo” della danza è di Bronte

Il giovane, 23 anni, si è trasferito a Vienna appena 14enne per realizzare il suo sogno. Oggi è solista al teatro di Monaco di Baviera ed è sempre pronto ad esibirsi nei più prestigiosi teatri europei

Di Gaetano Guidotto |

«Mai, mai, mai arrendersi». È una frase pronunciata da Winston Churchill rimasta nella storia. Riassume la necessità di gettare il cuore oltre l’ostacolo, superare barriere all'apparenza insormontabili pur di far avverare i propri sogni. Un traguardo che non si conquista mai facilmente, perché si nutre di tenacia, determinazione e sacrificio.

Tutte qualità che troviamo nel giovane Andrea Marino, brontese di 23 anni che pur di coltivare la sua passione per la danza non ha avuto timore di lasciare casa alla giovane età 14 anni per trasferirsi nella “severa” Vienna. In Austria, Andrea ha studiato con passione e si è allenato con una volontà tale da far acquisire al suo fisico qualità cosi eccelse da permettergli oggi di esibirsi nei teatri più celebri d’Europa, come il “Bayerische Staatsoper” di Monaco di Baviera e la “Kungliga Operan”, il teatro reale svedese. «La mia passione per la danza – ci dice – è iniziata a 6 anni. Dopo aver visto la danza in tv non ho avuto dubbi: quello era il mio obbiettivo. Ne parlai subito con i miei genitori che diventarono i miei primi sostenitori. Cominciai a frequentare una scuola di danza a Bronte, la “All Jazz” di Isabella Sindoni, accorgendomi come, anno dopo anno, la passione cresceva sempre di più. Un giorno furono effettuati dei provini. In quell’occasione mi fu proposto di partecipare ad una borsa di studio per l’Accademia dell’Opera di Stato di Vienna».

Per Andrea e i suoi genitori un sogno, ma anche il momento delle scelte e delle sfide. «Già  – spiega – decidere di trasferirsi a 14 anni a Vienna non era una scelta semplice. L’incognita di rimanere da solo, lontano dai miei genitori, affrontando una sfida che per antonomasia premia pochissimi, ci preoccupava. Ma abbiamo pensato tutti alla grande opportunità che si stava schiudendo davanti. Siamo andati a Vienna, ho fatto l’audizione che è andata benissimo. Fu una grande gioia». Ma è stato da questo momento che per Andrea ha avuto inizio la parte più difficile della sua preparazione. A Vienna, infatti, si è sottoposto a dure sessioni di studio ed allenamento che hanno esaltato le sue qualità.  

«Non dimenticherò mai – racconta Andrea – il momento in cui ho lasciato Bronte e la mia famiglia. Mi sono trovato da solo in una grande città europea. Le difficoltà erano tante, come anche le distrazioni. Ma io avevo un unico obiettivo ed ho messo in campo tutte le mie forze pur di conquistarlo. I ballerini forzano il proprio corpo per compiere gesti che potrebbero sembrare innaturali. Io so bene come i risultati si ottengano con il 10% di talento ed il 90 di sacrificio».

E a Vienna Andrea ha ottenuto un premio speciale e tanti riconoscimenti che, dopo 3 anni, gli hanno aperto le porte di quella è considerata una fra le più qualificate accademie al mondo. Luca Masala, italiano e direttore dell’Accademia di Montecarlo lo ha notato e portato con sé nel Principato. Andrea vi è rimasto per altri 2 anni, prima di spiccare definitivamente il volo.  «A Montecarlo – spiega – ci allenavamo dalle 7 del mattino fino alle 19 la sera. Ci vuole molta passione e determinazione per mantenere forza e concentrazione». Ed Andrea ha puntato dritto verso il suo obbiettivo, svolgendo un’audizione per essere scritturato in uno dei teatri più importanti d’Europa, il Bayerische Staatsoper. «Sì – continua – iniziava l’attività da professionista, sicuramente diverso dal mondo accademico. Non eri più uno studente e ti esibivi insieme a grandi ballerini. Un mondo di magia che culmina quando il pubblico ti sostiene e ti applaude, ripagando i continui sacrifici. Sono sensazioni che le pur ricche parole non riescono a descrivere». Ma nonostante a Monaco Andrea svolgesse ogni giorno di più ruoli da solista, la sua ambizione lo ha portato a diventare ballerino del Teatro reale svedese di Stoccolma che nel mondo della danza rappresenta un mito. «Fa un po’ parte del mio carattere – spiega – conoscere nuovi mondi, altri coreografi e cimentarmi in nuovi repertori». 

Ma a Stoccolma Andrea non ha messo in campo solo le sue qualità, ha trovato l’amore. Ha incontrato Haruka Sassa, giapponese, che al Kungliga Operan è prima ballerina. Anche la sua storia è fatta di studio e sacrificio fin da quando aveva 5 anni. «Ci siamo incontrati un anno e mezzo fa – racconta emozionato -. Abbiamo cominciato a chiacchierare fra una prova e l’altra, fra un passo e l’altro, fino ad innamorarci». Ed Andrea durante queste feste natalizie ha portato Haruka a Bronte.

Entrambi sono stati accolti con festoso affetto dalla comunità etnea. «Bronte è una città – ha affermato il primo cittadino – che vanta eccellenze mondiali in diversi settori. Andrea è sicuramente uno di questi nel campo della danza». I giorni di ferie però sono stati pochi per entrambi. Il 14 gennaio Andrea dovrà tornate in Germania, nuovamente chiamato dal teatro di Monaco di Baviera, come ballerino solista. Sa di dover girovagare per l’Europa, in verità con un pizzico di nostalgia per l’Italia: «Per un ballerino lavorare in Germania vuol dire esibirsi davanti un pubblico competente. L’Italia mi manca, ma noi ballerini nel nostro Paese non riusciamo a trovare le certezze e le sicurezze che ci garantisce l’Europa. È triste dirlo, ma è così. Mi piacerebbe portare l’arte nel mio Paese, ma non è facile. I teatri chiudono anno dopo anno, mentre in Germania quasi ogni Comune, anche piccolo, ha un’Opera di Stato. In Italia non si va oltre al teatro La Scala di Milano ed il teatro dell’Opera di Roma». Ed Andrea ogni volta che torna a Bronte rivede la sua prima scuola e la sua stanza da dove tutto e partito. «Ai bambini che ci cimentano nella danza dico di non arrendersi mai. Arrendersi e la cosa più semplice, ma continuare a lottare ti riempie di soddisfazioni». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA