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IL CASO

Embargo al petrolio russo, «perchè il governo non ha chiesto deroghe per Priolo?»

Alle raffinerie della Bulgaria è stato concesso un permesso speciale per importare il greggio di Mosca fino al 2024

Di Massimiliano Torneo |

“La Bulgaria è l’unico paese con l’accesso al mare che ha ottenuto la deroga fino alla fine del 2024. Chi vuole le deroghe, dunque, le ottiene”. È il testo del messaggio che girava martedì mattina da telefono a telefono tra i manager Isab-Lukoil, che esprime tutta l’amarezza nei confronti, non tanto dell’embargo Ue al petrolio russo entrato poche ore prima nel nuovo pacchetto di sanzioni Ue e che potrebbe sancire la crisi irreversibile di questa azienda portante del petrolchimico siracusano, ma dell’atteggiamento passivo del governo che non ha lavorato a alcuna deroga per salvaguardare un’area sul territorio nazionale da circa 10mila posti di lavoro. Qui le due raffinerie Isab, dall’inizio della guerra boicottate da fornitori perché gravitanti nel gruppo russo Lukoil, e con le linee di credito interrotte, si riforniscono al 100% di greggio russo: l’embargo ne decreterà la chiusura. A meno di segnali che però dal governo non arrivano.

Nemmeno il tavolo convocato dieci giorni fa per martedì pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico dalla viceministro Alessandra Todde (ma mai pubblicamente avallato dal capo del dicastero Giancarlo Giorgetti) è fonte di ottimismo per i vertici Isab-Lukoil, che a La Sicilia hanno rivelato: “Le decisioni si prendono su altri tavoli e in altri luoghi. E poi che senso ha andare a parlare di un piano di investimenti da 3 miliardi di cui 1,8 era di Isab, mentre non solo scompare il piano investimenti per la transizione ma sta per sparire l’ordinario”. Il riferimento è alla riconoscimento dello status di Area di crisi complessa dell’intero petrolchimico siracusano che consentirebbe investimenti di riconversione energetica attraverso il sostegno di fondi pubblici: richiesta formulata dalla Regione, con tutto il territorio coinvolto, ben prima della guerra, ma dopo la crisi dovuta al Covid, e che non ha ricevuto risposta.

Solo quello stesso pomeriggio, a un’ora dal tavolo, il Mise comunicava di essere “pronto a valutare la dichiarazione di Area di crisi complessa”. Aggiungendo di seguire “con la dovuta attenzione la situazione della raffineria di Priolo soprattutto per le possibili ricadute occupazionali che le misure conseguenti alla guerra in Ucraina potrebbero causare”.

Una dichiarazione che è apparsa beffarda, tanto da meritare la replica dell’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano: “Sapere da un’agenzia di stampa che dopo sette mesi e quattro sollecitazioni, il Mise sarebbe pronto a valutare la dichiarazione di Area di crisi complessa per il petrolchimico siracusano lascia sgomenti”. E poi sul tavolo convocato dalla viceministro Todde: “Ancora viene definito interlocutorio. Non è più tempo di massimi sistemi, il governo nazionale ci deve dire che progetti ha sul petrolchimico siracusano”.

In realtà dalle parti del Mise più vicine al viceministro Todde c’è consapevolezza che il governo stia accettando l’embargo senza porre distinguo per evitare la crisi del petrolchimico siracusano e perciò al tavolo, in maniera ufficiosa, si è parlato di due possibili soluzioni: una è la Cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori coinvolti. L’altra è l’ipotesi di nazionalizzare e tutelare con risorse dello Stato gli stabilimenti. Dopo il tavolo, oltre alla conferma di un’istruttoria in corso per il riconoscimento di Area di crisi complessa, la viceministro Todde si è impegnata a “condividere con il ministro Giorgetti e il presidente Draghi” le preoccupazioni per le ricadute sull’area dell’embargo al greggio russo. Un po' poco per diradare la preoccupazione.

Le reazioni, del territorio e non solo, lo attestano. I segretari, generale e nazionale, Uiltcem hanno chiesto che "il governo convochi subito l'azienda, affinché si determinino soluzioni". Cgil ha confermato la mobilitazione per giorno 10 davanti alla portineria di Isab Nord. Chi è tornato duro sul governo è stato ancora l'assessore regionale Turano: "Risulta incomprensibile la mancata richiesta del governo italiano di inserire la raffineria di Priolo tra le deroghe da inserire nel pacchetto di sanzioni sul petrolio russo. La Bulgaria lo ha fatto con le sue raffinerie di Burgas e ha ottenuto la deroga fino a tutto il 2024. È una enorme di sparita. Sicilia danneggiata"COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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