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Sentenze comprate a Siracusa, l’imprenditore Ferraro: «Non ho corrotto il pm Longo»

Di Redazione |

SIRACUSA – «Non si è sottratto alle domande che gli sono state poste, in particolare ha chiarito la propria posizione in relazione al reato di corruzione, in concorso, del dottor Longo, anche attraverso l’apporto di documentazione che consideriamo incontrovertibile e che si aggiunge a quella già in possesso della Procura di Messina».

Così l’avvocato Maria Spurio, difensore di Alessandro Ferraro, l’imprenditore siracusano coinvolto nell’indagine Sistema Siracusa. Ferraro, questa mattina, su richiesta della Procura di Messina è stato ascoltato dai magistrati titolari dell’inchiesta. Al centro dell’interrogatorio la posizione dell’imprenditore siracusano rispetto all’accusa di corruzione in atti giudiziari in concorso, di Giancarlo Longo, il pm attualmente ai domiciliari.

«Un interrogatorio molto sereno – ha detto ancora l’avv. Spurio – che auspichiamo abbia dimostrato come Ferraro non ha corrotto, ne ha partecipato a corrompere, il dottor Longo. Un’unica ipotesi di reato per la quale il mio assistito è ancora detenuto».

Ferraro avrebbe ammesso le proprie responsabilità su alcune delle contestazioni mosse dai pm in base alle dichiarazioni di Amara e Calafiore (ascoltati, invece, su richiesta degli stessi indagati nelle scorse settimane).

Nei giorni scorsi la difesa di Ferraro ha depositato una istanza di scarcerazione per cessate esigenze cautelari. Anche nella considerazione che a Longo, Amara e Calafiore, considerati i promotori dell’organizzazione, è stata applicata la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.

Domani intanto è prevista l’udienza davanti al tribunale del riesame di Messina per discutere l’appello contro il rigetto da parte del gip di una prima istanza di scarcerazione. Il 5 luglio udienza anche davanti ai giudici della Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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